Chiesa e migrazioni: don De Stasio (Mci Svizzera), servono "forme nuove di pastorale migratoria"

Le Missioni cattoliche italiane (Mci) in Svizzera hanno percorso "un cammino lungo e impegnativo segnato da tappe e passaggi che nel corso degli anni hanno orientato la direzione di marcia; hanno scritto una gran bella storia ispirata dalla passione per la vita dei nostri connazionali emigrati in territorio elvetico, dall’amore per il Signore e la passione per la Chiesa". Lo ha detto questa mattina il coordinatore delle Mci in Svizzera, don Carlo De Stasio, portando la sua esperienza al convegno delle Mci in Europa promosso dalla Fondazione Migrantes e in corso a Brescia. Nel corso di più di un secolo – ha aggiunto il sacerdote – si sono avvicendati tanti volti di missionari e religiose, laiche e laici che "con intelligenza, generosità e impegno hanno dato un contributo notevole al bene delle comunità emigrate italiane in Svizzera", evidenziando che i "modelli pastorali attuati costituiscono ancora un cardine della pastorale migratoria e producono un gran bene". Oggi – ha spiegato – la Chiesa locale e, al suo interno, le missioni linguistiche avvertono "la necessità di forme nuove di pastorale migratoria finalizzate a vivere la dimensione della cattolicità e della comunione in una Chiesa pellegrina e migrante, popolo di Dio in cammino, ma facciamo fatica ad accettare questa sfida e a intraprendere con audacia, coraggio e creatività percorsi nuovi, più rispondenti a ciò che lo Spirito suggerisce oggi". (segue)” “” ” ” “

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