Il presidente dell’Osservatorio vede "una ri-creazione dell’identità umana e delle relazioni umane fondamentali, quali la riproduzione, il matrimonio, la famiglia, le relazioni tra figli e genitori", chiedendo di condurre "una riflessione molto seria su questo sconcertante panorama e trovare una linea di condotta sia per quanto riguarda l’approccio culturale sia per quanto riguarda le iniziative pratiche e politiche da portare avanti". È "sul piano culturale" che "va combattuto questo processo di eliminazione della natura e della natura umana". Da qui la richiesta di "una grande mobilitazione", poiché "l’opposizione culturale alla fecondazione sia omologa sia eterologa, la proposta di una visione bella e libera della sessualità, della vita coniugale, della famiglia naturale, di un modo umano di amarsi, di accogliere la vita e provvedere ad essa, di educare i figli per introdurli nel mondo consapevoli della loro dignità, devono diventare di massa". E "alla lotta culturale prosegue deve aggiungersi un forte impegno collettivo, da parte di singoli e gruppi associati", da condursi "nella scuola, nelle strutture sanitarie, nelle amministrazioni locali", nonché un impegno politico e legislativo. "Governo e parlamento chiede mons. Crepaldi devono prendere in mano l’intera questione", impegnandosi "contro la fecondazione eterologa anche nella forma di approvazione di leggi che ne riducano sul piano pratico gli effetti negativi".