#Giovanni XXIII: l’attenzione agli ultimi

A poche settimane dalla sua elezione Papa Giovanni XXIII si recò al carcere romano di Regina Coeli. Era il 26 dicembre del 1958. A distanza di quasi 60 anni, quella storica visita viene rievocata oggi a Bergamo con la tappa delle sue spoglie presso il carcere di via Gleno.

Il pellegrinaggio di Papa Roncalli a Bergamo entra nel vivo. Uno dei luoghi simbolo della giornata d’apertura è il carcere di via Gleno, dove l’urna contenente le spoglie del Santo sosterà per alcune ore. Ed è proprio l’attesa all’interno della struttura il tema centrale della puntata odierna del nostro docuweb. In compagnia della direttrice, Cosima Buccoliero, e del cappellano, don Fausto Resmini, abbiamo varcato la soglia dell’istituto per documentare i preparativi intervistando alcune persone detenute.

L’attualità del messaggio

Ciò che appare evidente è l’attualità del messaggio di Giovanni XXIII e in particolare di quelle parole pronunciate a braccio nel 1958 all’interno del carcere romano di Regina Coeli il giorno di Santo Stefano. Parole custodite sotto forma di file digitali negli archivi di Vatican Media e che oggi aiutano a ricostruire una sorta di dialogo a distanza tra il Papa e i detenuti. Questi ultimi dicono di sentirsi perdonati e di essere pronti a ripartire dagli errori commessi.

La preparazione

Don Fausto racconta che a tutti è bastato ascoltare e leggere alcuni discorsi di Papa Roncalli per rendersi conto della sua semplicità. Ad attendere l’evento anche gli operatori impiegati nella struttura. Ciascuno ripete che Papa Giovanni è un Papa che non si dimentica. Lo stesso Roncalli quando entrò nella cosiddetta rotonda del carcere di Regina Coeli, trasformata per l’occasione in cappella, disse: “questo incontro, state pur sicuri, resterà profondo nella mia anima”.

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