Papa in Myanmar. Sindaco di Yangon, “gli dirò un’unica cosa, di pregare per noi”

"Gli dirò un’unica cosa: pregare per noi". Il sindaco di Yangon, Maung Maung Soe, è cattolico e sta lavorando come capo dell'amministrazione comunale all’organizzazione del viaggio di Papa Francesco in Myanmar. "Siamo un Paese in via di sviluppo - dice -, con un’economia che sta facendo un’enorme fatica per riprendersi e alle prese con tanti problemi sociali. Sono tutte sfide che hanno bisogno della sua preghiera"

(da Yangon) La pace. È questo il messaggio che il Myanmar si attende da Papa Francesco ed è il sindaco di Yangon, Maung Maung Soe, a dare voce alle aspettative che il popolo birmano nutre per questa visita. Yangon è la più grande città della Birmania (4.576.000 abitanti), di cui è stata la capitale fino al 2005. Il municipio si trova nel centro storico della città e la sua architettura esprime l’anima e la storia di questo Paese. Un colossale edificio costruito da una parte in stile coloniale color lilla e viola, tra il 1925 e il 1940, e dall’altra parte adornato con dettagli decorativi tradizionali del Myanmar come pavoni, nagas (serpenti) e torrette a tre livelli. La pace, dunque, è il messaggio di cui il Myanmar ha oggi più bisogno, un Paese dove convivono a fatica 135 etnie diverse, da pochissimo uscito da un regime militare e alle prese oggi con una delle più gravi crisi umanitarie, nello Stato del Rakhine con la persecuzione della minoranza musulmana Rohingya. È in questi giorni in Myanmar anche l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la Sicurezza, Federica Mogherini, che sulla crisi dei Rohingya ha avuto colloqui con Aung San Suu Kyi. Sulla questione il sindaco però glissa: “Questo problema non è solo del mio Paese. Tanti Paesi hanno le stesse problematiche. Perché danno tanta enfasi a noi? Non capisco”. Il sindaco ci riceve direttamente nel suo ufficio al primo piano della City Hall. Sul tavolo ci mostra una lettera del chief mininster di Yangon (governatore), che contiene tutti i dettagli dell’organizzazione della visita di Papa Francesco dal suo arrivo, il 27 novembre, all’aeroporto internazionale di Yangon, alla sua partenza.

City Hall di Yangon

Come si sta attrezzando la città di Yangon per ricevere il Papa?
Non solo Yangon ma tutta la visita del Papa in Myanmar e, quindi, anche con la sua tappa a NayPyiDaw è stata organizzata con la cura ai minimi particolari perché

il Papa è un ospite onorabile

e tutti stiamo lavorando per accoglierlo. Tutti i dettagli della visita sono stati visti. Soprattutto stiamo curando l’organizzazione della Messa pubblica, che il Papa celebrerà il 29 novembre al Kyaikkasan Ground di Yangon, per permettere alle persone di seguire la celebrazione, garantendo prima di tutto la sicurezza. Ma ci sono molti altri aspetti da curare, dai cancelli di ingresso ai trasporti, ai parcheggi per le macchine e i pullman. Stiamo anche predisponendo di dare l’acqua a tutti i partecipanti. Oggi andiamo a fare un sopralluogo del tragitto che il Papa dovrà fare per giungere con la papamobile il palco per la Messa.

Con quali sentimenti si sta preparando ad accogliere Papa Francesco?
I miei sentimenti personali? Sono un cattolico ma posso dire che anche per i cristiani delle altre Chiese cristiane, la visita del Papa rappresenta una benedizione. Ringraziamo Dio per questa benedizione.

Cosa dirà al Papa quando lo incontrerà?

Gli dirò un’unica cosa, di pregare per noi

perché siamo un Paese in via di sviluppo, con una economia che sta facendo un’enorme fatica per riprendersi e alle prese con tanti problemi sociali. Sono tutte sfide che hanno bisogno della sua preghiera. La visita del Papa nel nostro Paese è nei piani di Dio e quindi sarà una benedizione per tutti noi.

Myanmar è un Paese a maggioranza buddista. Anche Yangon è una città a maggioranza buddista. Chi è Papa Francesco per questo popolo?
Il 90% della popolazione del Myanmar è buddista. Però nel nostro Paese c’è libertà di culto e il fatto che il nostro governo abbia accordato questo diritto fondamentale a tutti i suoi cittadini è una grande opportunità. Abbiamo libertà di culto e di religione. E questo vuole dire che non solo alla maggioranza ma a tutti viene riconosciuto il diritto di praticare la propria religione. Riguardo all’arrivo di Papa Francesco, posso dire che non solo i cristiani, non solo i cattolici, ma tutti sanno di questa visita. Il Papa è atteso e benvenuto.

Quale messaggio Yangon si attende da papa Francesco?
Pace. La pace è il messaggio di cui abbiamo oggi più bisogno. Senza la pace, senza la fiducia, non possiamo fare niente. L’unica cosa di cui oggi abbiamo bisogno è la pace. Spero e credo che attraverso questa visita e la presenza tra noi di Papa Francesco, il popolo impari a conoscere ancora di più cosa è la pace e l’amore. Tutti i Paesi, e specialmente il mio, anelano alla pace perché senza pace non si può fare nulla per il progresso. La pace è importante. La pace è la nostra vita. Spero e sono sicuro che il messaggio del Papa sarà un messaggio di pace.

Cosa lascerà Francesco al Myanmar?
Spero che questa visita possa favorire l’amore, la pace, la misericordia e la carità. Queste sono le cose fondamentali della nostra umanità e della nostra vita e queste sono le nostre aspettative per questa visita.

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