No a Zan

E così il Senato ha bloccato, a scrutinio segreto, l’arcinoto disegno di legge Zan. Con 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti, ha accolto la proposta di non passaggio al voto degli articoli, presentata da Lega e FdI. A questo punto il cammino del ddl si interrompe: tornerà in commissione tra non meno di sei mesi. Durissima la reazione del Pd e 5Stelle che contano, nel risultato della votazione, una trentina di franchi tiratori. E il dito lo si punta su Matteo Renzi e i suoi di Italia Viva. In realtà è una grande sconfitta di Letta e Conte che non hanno mai voluto aprire un dialogo sul ddl Zan, neanche dietro le richieste dei cattolici, vescovi compresi. Ora, forti della vittoria alle amministrative erano certi di fare il botto. Invece sono rimasti spiazzati.

(Foto ANSA/SIR)

E così il Senato ha bloccato, a scrutinio segreto, l’arcinoto disegno di legge Zan. Con 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti, ha accolto la proposta di non passaggio al voto degli articoli, presentata da Lega e FdI. A questo punto il cammino del ddl si interrompe: tornerà in commissione tra non meno di sei mesi.
Durissima la reazione del Pd e 5Stelle che contano, nel risultato della votazione, una trentina di franchi tiratori. E il dito lo si punta su Matteo Renzi e i suoi di Italia Viva. In realtà è una grande sconfitta di Letta e Conte che non hanno mai voluto aprire un dialogo sul ddl Zan, neanche dietro le richieste dei cattolici, vescovi compresi. Ora, forti della vittoria alle amministrative erano certi di fare il botto. Invece sono rimasti spiazzati.
Scomposte le reazioni dei fautori dello Zan, con pesanti accuse contro chi ha votato sì e chi concorda con loro (compreso il sottoscritto). Letta su Twitter: “Hanno voluto fermare il futuro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi (cosa sporca, pastrocchio; imbroglio, ndr) al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte.” Non è vero. E Zan: “Perché l’Italia è l’unico Paese senza una legge contro i crimini di odio.” Non è vero. Nell’ordinamento giuridico del nostro Paese esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni tipo di comportamento violento o persecutorio. Il nostro Codice già prevede sanzioni, proporzionate alla gravità del reato per delitti contro la vita, la persona, l’onore, ecc. (cfr. dall’art. 575 all’art. 612-bis). Potevano essere esplicitati (di fatto sono già compresi) anche quelli contro l’orientamento sessuale, se si fosse venuti al dialogo.
In ballo nel ddl Zan “recante misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, non c’era il riconoscimento di diritti o il rispetto delle persone. C’erano discutibili definizioni delle categorie di “sesso”, “genere”, “orientamento sessuale”, “identità di genere” (art. 1) ancora dibattute anche a livello scientifico. Soprattutto quando si parla di “identificazione (sessuale) percepita”, senza nessuna conferma giuridica o scientifica, anzi “indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Qui si confondono diritti civili e punti di vista individualistici. È democratico imporre questo modello culturale della vita e della sessualità al Paese? Che dovrebbe essere promosso con una giornata ad hoc, anche nelle scuole (!?). Il Disegno di Legge poi, era molto ambiguo sulla libertà di espressione, rischiando – come dice il card. Bassetti – l’intolleranza verso chi la pensa diversamente. Bene quindi la bocciatura.

(*) direttore de “Il Nuovo Torrazzo”

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