Volontariato. Costruisce ponti e fa toccare con mano la fraternità, ma occorre raccontare il bene. Parola di Stefano Zamagni

L'Ail stila il bilancio dei suoi primi 50anni: 20 mila volontari; 81 sezioni provinciali; 50mila pazienti assistiti; oltre 300 milioni investiti in ricerca, centri ematologici e cure domiciliari. E la presenza dei volontari accanto ai malati è un valore aggiunto alla terapia medica. Tra i prossimi obiettivi: una scuola permanente di volontariato e la promozione del ricambio generazionale

Perfino Papa Francesco è rimasto colpito – lo scorso 2 marzo durante l’udienza concessa all’Ail (Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma) in occasione del suo 50° di fondazione – dalla significativa presenza del volontariato nel nostro Paese.

“Una delle cose che più mi ha toccato quando, sei anni fa, sono arrivato a Roma è il volontariato italiano. È grandioso!”,

ha detto ai volontari e ammalati assistiti dell’associazione. In Italia il volontariato è un vero patrimonio costituito da oltre 7 milioni di persone che dedicano amore e tempo ai più fragili. “Tramite il dono, il volontario – afferma Stefano Zamagni, economista e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (Pass), intervenendo all’incontro “La scelta volontaria. Riflessioni sul volontariato. Dalla vocazione del dono all’esigenza della formazione. Il modello Ail” promosso oggi a Roma dall’Ail – costruisce ponti e crea un’azione di reciprocità a vantaggio della società intera. La sua azione gratuita è segno concreto di fraternità”. Sullo sfondo dell’evento – nel corso del quale è stato presentato il volume “La scelta volontaria” di Alessandra Turrisi (ed. San Paolo), che narra la nascita della sezione Ail di Palermo nel 1994 – l’udienza con il Pontefice più volte richiamata.

“Senza il principio del dono la società rischia di diventare disumana”,

avverte Zamagni; “con il dono il volontario non dà un oggetto ma crea una relazione interpersonale”. Per questo “costruisce ponti e la sua azione gratuita non è gratis, cioè a costo zero, ma ha un valore infinito perché fa toccare con mano il principio della fraternità”. Insomma, “l’azione gratuita non aiuta solo il destinatario ma porta un dono all’intera comunità”. Ecco perché è importante “ricalibrare a livello giuridico le storture della normativa sul volontariato”. Ma occorre inoltre far conoscere “l’azione gratuita che tende a produrre azioni di reciprocità”. Da Zamagni un monito ai media: “Dedicano troppo poco spazio alla gratuità che non fa notizia: occorre invece far conoscere le azioni virtuose,

il bene va raccontato per farlo diventare contagioso”.

E conclude: “Anche un’economia di mercato che voglia evolvere non potrà mai fare a meno della gratuità e del principio della fraternità”.

Foto Alessandro Feltre

Cinquant’anni di vita dunque, 20mila volontari, 81 sezioni provinciali: questi i numeri dell’associazione che dalla sua nascita ha accompagnato con amore e professionalità 50mila pazienti; ha effettuato 840mila accessi a domicilio; ha investito 133 milioni di euro in ricerca e 96 milioni in cure domiciliari e servizi socio-assistenziali, oltre a 104 milioni in sostegno ai centri di ematologia, e ha ospitato gratuitamente nelle sue case-alloggio 61mila persone. Ora, tra i prossimi obiettivi, una scuola permanente di volontariato e la promozione del ricambio generazionale “sensibilizzando i ragazzi delle scuole superiori sul valore del dono”, annuncia l’ematologo e presidente nazionale Sergio Amadori, rievocando l’udienza del 2 marzo e le parole del Papa ai volontari che “stanno presso il letto dei sofferenti e realizzano quell’accompagnamento che porta tanta consolazione”. Tenerezza e conforto che realizzano “quel comandamento all’amore reciproco e fraterno che ci ha consegnato Gesù”.

“Mai più sogni spezzati”

lo slogan dell’anniversario e infatti, spiega Amadori, “50 anni fa una diagnosi di tumore al sangue era nella maggior parte dei casi una condanna senza speranza; oggi, grazie alle ricerca che Ail sostiene da 50 anni è una malattia che guardiamo negli occhi e dalla quale nella maggior parte dei casi è possibile guarire”. “Il volontariato – aggiunge Maria Luisa Viganò, presidente di Roma Ail – è

un virus benefico che si propaga a macchia d’olio nel Paese facendogli fare un sussulto di umanità.

Noi sposiamo un universo di sofferenza e lottiamo con tutte le nostre forze per aiutare pazienti e famiglie”. Sono 60mila le uova di Pasqua vendute quest’anno, informa soddisfatta. Un pensiero commosso va al fondatore di questa avventura, l’ematologo Franco Mandelli scomparso l’anno scorso, che definisce “un faccendiere del bene”. Raccoglie la provocazione di Zamagni ai media, il giornalista Danilo Paolini assicurando che “se il male fa più notizia, per i giornalisti è un obbligo raccontare il bene che può generare altro bene”.

Per Giuseppe Toro, presidente di Ail Palermo, la presenza di volontari accanto ai malati è strategica,

“il volontariato è un valore aggiunto alla terapia medica”.

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