Leader delle religioni mondiali: “Non c’è futuro nella guerra. Possa Dio disarmare i cuori”

“Non c’è futuro nella guerra. Possa Dio disarmare i cuori e aiutare ognuno a essere un ponte di pace. Possa Dio aiutarci a costruire la comune famiglia umana e ad amare la ‘nostra madre terra’. Perché il nome di Dio è la pace”. Con questo appello di pace si è concluso a Bologna l’Incontro internazionale “Ponti di pace” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Appuntamento il prossimo anno a Madrid  

L’arcobaleno della pace brilla radioso a Bologna, anche se dal cielo cade insistentemente una pioggia leggera. È racchiusa in questa immagine tutto il significato dell’Incontro “Ponti di pace” che, nello Spirito di Assisi, per tre giorni, dal 14 al 16 ottobre, ha riunito nel capoluogo dell’Emilia Romagna un centinaio di leader delle religioni mondiali, rappresentanti delle istituzioni politiche, esponenti della cultura. Dal Giappone all’Ucraina. Dalla Nigeria al Sud Sudan. Si analizzano le luci e le ombre della storia dando ascolto alle lacrime e alle speranze dei popoli della terra. Imam e rabbini, patriarchi e cardinali, politici ed intellettuali si sono confrontati in maniera serrata sui grandi temi e le grandi sfide che attraversano il mondo. I cristiani e il Medio Oriente. Il dialogo con l’Islam. Le speranze di sviluppo in Africa e in America Latina. I poveri e le migrazioni.

“L’arcobaleno disegnato su questo palco è il segno della nostra unità non perché siamo uguali, ma proprio perché diversi”, dice l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi. “L’arcobaleno unisce colori diversi in una sola luce. E in fondo è anch’esso un ponte che unisce la terra al cielo e che unisce anche due ponti della terra. Vogliamo che questa luce arrivi a dare speranza nei luoghi bui dove si consumano i tanti pezzi della guerra mondiale”.

Brilla come una luce di speranza nuova e inedita la presenza a Bologna di tre vescovi della Repubblica popolare cinese. Sono mons. Joseph Shen Bin, vescovo di Haimen (Cina), mons. Antony Dang Mingyan, vescovo di Xi’an, mons. Joseph Yang Yongqiang, vescovo di Zhoucun, e padre Zhang Quilin, che li ha accompagnati. È una presenza attiva e discreta, è il segno tangibile che la Chiesa finalmente può tornare, dopo 70 anni di lontananza e divisione, a respirare in tutta la sua universalità.

Le parole d’ordine, che si ascoltano insistentemente, sono racchiuse nel patto dichiarato a non cedere al pessimismo. Lo ha chiesto Papa Francesco nel messaggio che è stato letto in apertura dell’Incontro. “Non possiamo rassegnarci al demone della guerra, alla follia del terrorismo, alla forza ingannevole delle armi che divorano la vita”. E Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, lo ribadisce: “La pace è sempre possibile. Questa è una forte convinzione e una grande speranza con cui guardare anche verso gli orizzonti bui e bellicosi”.

“Sempre possibile è la pace. Bisogna cercarla senza paura”.

“E poi Dio non abbandona il mondo al male e alla logica della violenza, ma viene in soccorso alla nostra preghiera e moltiplica i nostri sforzi di pace. Continuiamo a vivere con gioia questo movimento mondiale per la pace”.

Come ogni anno, anche a Bologna i leader religiosi hanno pregato per la pace ciascuno in diversi luoghi della città. Poi sul palco in piazza Maggiore è calato il silenzio. Tutti in piedi per una silenziosa invocazione di pace sulla terra, dando successivamente lettura all’appello finale, frutto del lavoro di questi giorni.

“Occorre oggi cambiare il proprio cuore per costruire un futuro di pace. Questo è il punto di partenza!”.

“Non siamo soli in questo compito immenso. La preghiera è la radice della pace, aiuta a non schiacciarsi sul presente. Sì, la forza della preghiera è l’energia più potente per realizzare la pace anche laddove sembra impossibile. Per questo lo ripetiamo: non c’è futuro nella guerra. Possa Dio disarmare i cuori e aiutare ognuno a essere un ponte di pace. Possa Dio aiutarci a costruire la comune famiglia umana e ad amare la ‘nostra madre terra’. Perché il nome di Dio è la pace”.

Appuntamento a Madrid. Si terrà a Madrid a settembre del prossimo anno l’Incontro internazionale per la pace, promosso nello Spirito di Assisi dalla Comunità di sant’Egidio. Ad annunciarlo è il cardinale Carlos Osoro Sierra, arcivescovo della città. “È una festa”, ha detto rivolgendosi alla piazza. “Non c’è festa migliore che essere insieme e diversi, ma con uno stesso cuore che cerca la pace in lotta contro ogni scarto e vuole costruire ponti. Il prossimo anno vi aspetto a Madrid che è città dell’incontro. Ospitiamo persone di tutto il mondo. È una città aperta a tutti che vuole essere spazio di dialogo e di ricerca di quello che unisce e allontana quello che divide. Arrivederci! A presto!”.

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