Dopo il crollo del ponte: essere Chiesa oggi a Genova

Dovremo avere ben presente la relazione tra l'Eucaristia e il momento che stiamo vivendo. L'Eucaristia spinge ad impegnarsi nella vita sociale, perché è fermento di vita nuova; rende le relazioni più fraterne; abbatte i muri tra le persone e aiuta costruire ponti e strade di comunicazione. Perché l'Eucaristia è Cristo in Persona. Egli è il Ponte tra Dio e gli uomini. Compito pertanto della Chiesa che è in Genova è quello di farsi carico della missione di Cristo con particolare generosità soprattutto in questo ennesimo e doloroso frangente della nostra storia

Abbiamo ancora negli occhi e, certamente, nel cuore quanto accaduto nel drammatico mese appena terminato. In questo momento è importante sostenere quanto di buono sarà doveroso compiere da parte della Chiesa e della società civile a Genova oggi e domani.
Chiesa e società non viaggiano su rette parallele che mai s’incontrano. Il loro cammino s’intreccia negli avvenimenti lieti e tristi attraverso il dialogo e l’aiuto concreto. Questo è avvenuto in particolare nel mese di agosto in seguito al crollo del Ponte Morandi che ha sconvolto gli animi e la vita dei genovesi con i 43 morti, il dolore dei loro familiari, i disagi degli sfollati, i danni economici e con l’urgenza di ricostruire cuori e opere.

Di fronte a tanta tragedia anche la comunità ecclesiale ha concentrato su di essa la sua attenzione e il suo impegno.

Il ruolo della Chiesa in tali sconvolgimenti è stato e ancora dovrà essere quello della preghiera, del conforto spirituale, della partecipazione, dell’affetto, della solidarietà morale e materiale, della vigilanza, dell’incoraggiamento e dello sprone.
Se ne sono fatti carico innanzitutto l’arcivescovo, ma anche tanti tra clero e laici, ciascuno secondo le proprie responsabilità e possibilità.
Pensavamo, in redazione, di iniziare a settembre il nostro ruolo di comunicatori riportando l’ordinario cammino pastorale della diocesi che quest’anno ha per tema “L’Eucaristia, sorgente di vita cristiana”.
Il crollo del Morandi ora ci spiazza e ci interpella: che cosa dire e che cosa fare? Insieme alla messa in pratica dell’annunciato programma pastorale, dovremo avere ben presente la relazione tra l’Eucaristia e il momento che stiamo vivendo.

L’Eucaristia spinge ad impegnarsi nella vita sociale, perché è fermento di vita nuova;

rende le relazioni più fraterne; abbatte i muri tra le persone e aiuta costruire ponti e strade di comunicazione. Perché l’Eucaristia è Cristo in Persona. Egli è il Ponte tra Dio e gli uomini.
Compito pertanto della Chiesa che è in Genova è quello di farsi carico della missione di Cristo con particolare generosità soprattutto in questo ennesimo e doloroso frangente della nostra storia.

(*) direttore “Il Cittadino” Genova

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