Lettere da PyeongChang. Carissimo Riccardo, raccontami i tuoi sogni, le tue paure…

Riccardo Tonetti, sciatore alpino con la specialità dello slalom e del super-G, è il decimo destinatario delle “Lettere da PyeongChang” del direttore dell'Ufficio Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport. “Ho scritto a lui - spiega don Gionatan in un’intervista al Sir - perché con la sua gara mi ha invogliato ad entrare nella sua anima, per farmi raccontare i suoi sogni, le sue paure… e ciò che gli rimane dentro dopo ogni gara”

(Foto d'archivio)

PyeongChang, 18 febbraio 2018

Sono passati dieci giorni dall’apertura dei Giochi olimpici di PyeongChang. Chiediamo a don Gionatan a chi vorrebbe scrivere oggi la sua lettera.

Oggi ho deciso di scrivere a Riccardo Tonetti, perché con la sua gara mi ha invogliato ad entrare nella sua anima, per farmi raccontare i suoi sogni, le sue paure… e ciò che gli rimane dentro dopo ogni gara.

Dicci cosa scriveresti a Riccardo…

Carissimo Riccardo (*),

oggi hai tagliato la neve con l’azzurro della tua presenza nello Slalom Gigante allo Yongpyong Alpine Centre. Una presenza, la tua, che ha riscaldato per un attimo il nostro cuore dopo la paurosa caduta a pochi metri dall’arrivo di Luca De Aliprandini.

Scusa Riccardo se oggi la curiosità mi divora… ma… vorrei farti un sacco di domande!

Quali sono i sogni che abitano un atleta come te?

Forse, Riccardo, sogni di lasciare il segno! Immagino che vorresti che il tuo nome fosse ricordato per una bella impresa, magari inaspettata, ma che ha reso grande la tua storia e ha donato un brivido di gioia a chi ha sempre creduto in te! O forse sogni di salire sul podio per raccontare che ci sei anche tu e hai anche tu qualcosa da dire a questo mondo e in questo tempo che ti è dato per mostrarti e farti riconoscere come piccolo frammento di Luce! Sai, Riccardo, forse abbiamo gli stessi sogni! Anche noi, come te, sogniamo di lasciare il segno… forse non su una pista da sci, ma sicuramente sulla pista della nostra vita, dove anche noi possiamo raccontare la nostra presenza portatrice di qualcosa di bello e di grande! Anche noi, come te, sogniamo di salire sul podio della serenità da cui annunciare che la vita è bella se vissuta con umiltà e nell’amore.

Quali sono le paure da vincere prima di una gara?

Forse, Riccardo, senti la paura di non riuscire a realizzare il tuo obiettivo di arrivare in piedi fino alla fine e magari con un buon tempo. O forse senti in gola la paura di fare una brutta figura o di deludere quanti ti guardano con l’attesa di un buon risultato. O forse hai paura di prendere uno strappo o di fare una caduta che spenga definitamente i tuoi sogni. Sai, Riccardo, forse abbiamo le stesse paure! Anche noi, come te, abbiamo paura di perdere il passo e di non riuscire a raggiungere i nostri obiettivi di vita. Anche noi, come te, abbiamo paura di deludere le persone che ci vogliono bene, con la brutta figura di una vita che non ha sempre espresso tutto il bello, ma a volte si è rinchiusa nel guscio della miseria. Anche noi, come te, abbiamo paura di cadere e di farci male e, per questo, spesso rinunciamo a fare la nostra corsa… perdendo il tempo giusto per far esplodere la nostra vita in bellezza e benedizione.

Cosa rimane in un atleta come te dopo la prova?

Forse, Riccardo, rimane la gioia di avercela messa tutta e di essere riuscito ad ottenere una buona posizione nella classifica generale. O forse rimane l’amaro in bocca di aver sciupato un’altra occasione per dare di più. O forse rimane l’entusiasmo per riprovarci, per poi provarci ancora… e sempre! Sai, Riccardo, forse siamo anche noi umani come te! Tante volte, a fine giornata, ci rimane la gioia di avercela messa tutta e ci stupiamo di ciò che siamo riusciti a fare o a dire. Tante volte ci rimane l’amarezza e il dolore di aver fallito in qualcosa e vorremmo che qualcuno si fermasse per un attimo accanto a noi per versare sulle ferite un po’ d’olio di tenerezza. Ma speriamo che, come succede a te, anche in noi ci sia la voglia e la cocciutaggine di provarci ancora, sempre! Perché la vita è unica, la vita è bella, la vita è degna di essere vissuta sempre… sino alla fine!

Grazie, Riccardo, per averci fatto entrare per un attimo nella tua anima e per averci permesso di ritrovare la nostra, per decidere anche noi di dare il massimo… sempre!

(*) Riccardo Tonetti, sciatore alpino con la specialità dello slalom e del super-G

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