Mattarella “torna” al messaggio di don Mazzolari. La visita a Bozzolo, dopo quella di mons. Galantino

Un anno intenso per la Fondazione che conserva archivio e biblioteca del sacerdote-scrittore, del quale è in corso la causa di beatificazione. Il Capo dello Stato sarà nella cittadina della bassa padana venerdì 11 novembre. La scorsa primavera la tappa del segretario generale della Cei, mentre negli ultimi mesi Papa Francesco ha richiamato per due volte la figura del prete dei poveri e dei "lontani"

“È davvero un anno speciale, che ci fa contenti e che ci consegna, allo stesso tempo, una grande responsabilità”. Don Bruno Bignami, teologo, è presidente della Fondazione Don Primo Mazzolari di Bozzolo e postulatore della causa di beatificazione del sacerdote lombardo (1890-1959), scrittore, giornalista, predicatore stimato in tutta Italia (benché più volte richiamato dal Sant’Uffizio) e “parroco di campagna”, come usava definirsi. L’anno “speciale” di cui parla don Bignami si riferisce al fatto che nel corso del 2016 sono giunti “segnali importanti”: ad aprile la visita del segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, che a Bozzolo – dove Mazzolari fu arciprete per quasi trent’anni e nella cui chiesa è sepolto – ha celebrato una messa a suffragio. Poi a giugno Papa Francesco ha significativamente citato don Primo nel discorso di apertura del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, mentre a ottobre è stato pubblicato un volume di padre Leonardo Sapienza su Mazzolari (“La parola ai poveri”), con un messaggio autografo di Bergoglio. Infine la notizia della visita alla Fondazione, prevista per venerdì 11 novembre, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Recuperare le radici. “La visita che il Presidente della Repubblica ha chiesto di effettuare qui a Bozzolo pone in evidenza un suo debito spirituale e culturale verso don Mazzolari, sacerdote che Mattarella ebbe tra i punti di riferimento della sua formazione giovanile. Era stato lo stesso Sergio Mattarella a segnalarlo durante la sua precedente visita, che risale al 1989”. Don Bignami approfondisce per il Sir le ragioni della visita del Capo dello Stato: “Mi pare si possa rilevare la volontà di tornare alle radici, alle motivazioni profonde dell’impegno politico di Sergio Mattarella”. Il Presidente arriverà nel pomeriggio, proveniente da Mantova, dove farà tappa in mattinata. Il primo momento a Bozzolo (comune in provincia di Mantova ma in diocesi di Cremona) sarà nella chiesa parrocchiale di San Pietro, dove è sepolto Mazzolari, e nella canonica, nella quale è conservato lo studio, con la scrivania e gli arredi originali. Qui Mattarella dovrebbe essere accompagnato dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, e dal parroco, don Gianni Maccalli. Seguirà il trasferimento alla sede della Fondazione, in via Castello, dove sono custoditi l’archivio e la biblioteca di don Mazzolari, e dove studiosi di diverse università svolgono attività di ricerca. La Fondazione nel corso dell’anno riceve decine e decine di visite, pubblica numerosi volumi, cura un sito internet, organizza diversi convegni e momenti di studio e pubblica la rivista storica “Impegno”.

La forza del Vangelo. Alla sede della Fondazione il Presidente Mattarella troverà ad accoglierlo lo stesso don Bignami, che mostrerà alcuni carteggi e i diari dell’autore di “Tu non uccidere” e di “Impegno con Cristo”; all’ospite sarà inoltre fatta ascoltare una delle omelie registrate negli anni ’50. Seguirà una breve illustrazione della figura e del pensiero mazzolariano a cura del presidente del Comitato scientifico della Fondazione, lo storico Giorgio Vecchio. Don Bignami aggiunge: “I segnali di attenzione che sono giunti quest’anno dal Santo Padre, da mons. Galantino e ora dal Capo dello Stato confermano l’attualità del messaggio di don Primo. Non si tratta di una figura ‘da museo’, ma di una voce che può trasmettere, con efficacia, la forza del Vangelo anche nel nostro tempo”.

 Incontri, lettere e comizi. “L’importanza di questa visita è fuori discussione e rappresenta una conferma, al più alto livello, di una tendenza in corso: sono infatti numerosi gli esponenti politici che visitano i luoghi mazzolariani e che chiedono di confrontarsi con il lascito spirituale, culturale e politico di don Primo”: lo spiega Giorgio Vecchio, presidente del Comitato scientifico della Fondazione. Del resto, aggiunge lo storico dell’Università di Parma, “il ruolo politico di Mazzolari è oggettivo. Naturalmente il termine ‘politico’ va inteso nel senso più ampio del termine: Mazzolari infatti fu un grande educatore politico, richiamando in infinite occasioni i valori essenziali e lo stilo dello spendersi per il bene comune”. Peraltro non si può trascurare il fatto che don Mazzolari più volte si coinvolse direttamente nelle vicende politiche del Paese, a partire dal suo “no” al fascismo, passando per l’appoggio alla Resistenza, e giungendo a sostenere numerosi comizi in vista delle elezioni amministrative e politiche fra il 1946 e il ’58, a sostegno della Democrazia cristiana, partito con il quale ebbe sempre un rapporto di confronto critico. “Il lascito di Mazzolari riguarda non di meno – afferma Vecchio – il richiamo alla moralità personale e all’attenzione prioritaria verso i poveri”. Nel piccolo paese padano Mazzolari riceveva del resto continue visite di importanti figure di partito e di parlamentari; intratteneva inoltre, come spiega lo studioso, “intensi scambi epistolari con personaggi del calibro di Moro, Dossetti, La Pira, Zaccagnini, Rumor, Malvestiti…”. La visita di Mattarella torna dunque a segnalare “l’eredità politica mazzolariana, che mantiene un grande valore anche ai giorni nostri”.

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