La Romania accoglie i leader europei. Da Sibiu la “dichiarazione” sul futuro dell’Ue

Il Consiglio europeo si riunirà domani, nella cittadina della Transilvania, per fare il punto sulla situazione interna dell'Unione e sulle questioni principali di politica estera, con le sfide correlate all'economia, alle migrazioni, alla sicurezza, al terrorismo. Dai capi di Stato e di governo si attende un segnale forte in vista delle elezioni del 26 maggio

Sibiu: alcune immagini della città e il "dietro le quinte" del summit del 9 maggio

Ultimi preparativi a Sibiu, antica città nel cuore della Romania con evidenti tratti germanici, che domani, 9 maggio, Festa d’Europa, ospiterà il summit dei capi di Stato e di governo Ue, ultimo appuntamento prima delle elezioni del 26 maggio. La Romania è presidente di turno dell’Ue e il Consiglio informale sarà ospitato da Klaus Iohannis, presidente della Repubblica. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk presiederà la riunione, alla quale saranno presenti, oltre ai leader dei Paesi membri, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

I leader discuteranno – come si legge nel programma del vertice – la prossima agenda strategica dell’Unione per il periodo 2019-2024 e “procederanno a uno scambio di opinioni sulle sfide e sulle priorità dell’Ue nei prossimi anni”. Una nota del presidente Tusk “costituirà il punto di partenza per le discussioni in programma a Sibiu, che saranno divise in due parti, dedicate rispettivamente alla dimensione esterna e a quella interna”. L’agenda strategica sarà utilizzata per pianificare il lavoro del Consiglio europeo e come base dei programmi di lavoro delle altre istituzioni dell’Unione. L’attuale agenda, approvata dal Consiglio europeo a giugno 2014, è incentrata su cinque settori prioritari: occupazione, crescita e competitività; responsabilizzazione e protezione dei cittadini; politiche energetiche e climatiche; libertà, sicurezza e giustizia; Ue come attore forte sulla scena mondiale.

Per il nuovo documento, la Commissione europea ha individuato – come contributo al dibattito, cinque questioni-chiave: un’Europa che protegge, competitiva, equa (“che difende i nostri principi fondamentali in materia di uguaglianza, Stato di diritto e giustizia sociale nel mondo moderno”), sostenibile (“che assume la guida dello sviluppo sostenibile e della lotta ai cambiamenti climatici”) e influente sulla scena internazionale.

Il programma di domani prevede – ora locale, ossia un’ora avanti rispetto all’Europa centrale – alle 12 gli arrivi dei leader al municipio di Sibiu e alle 12.30 lo scambio di opinioni con il presidente del Parlamento europeo Tajani; a seguire la foto di famiglia sulla piazza Piaţa Mare. Il meeting proseguirà al Brukenthal Palace per un pranzo di lavoro “dedicato – come ha spiegato Tusk – al posto dell’Europa nel mondo”. Per la sessione di lavoro pomeridiana si tornerà al municipio di Sibiu per discutere delle “sfide interne che affliggono la nostra Unione”. Il summit dovrebbe concludersi entro le 18, con una conferenza stampa. Tusk proporrà l’approvazione della “Dichiarazione di Sibiu”, ovvero la strategia per i prossimi cinque anni con priorità politiche e riforme. È possibile che il presidente Tusk suggerisca ai leader di ritrovarsi immediatamente dopo le elezioni, ovvero martedì 28 maggio, per un’analisi del voto e per discutere delle successive nomine in sede Ue: presidente del Consiglio europeo, presidente della Commissione, presidente della Banca centrale (Bce). Il presidente del Parlamento europeo verrà invece scelto dagli eurodeputati nella sessione di insediamento, a Strasburgo, nei giorni 2-4 luglio.

In queste ore in Romania stanno giungendo i partecipanti al vertice, mentre si riuniscono le principali famiglie politiche, soprattutto per una verifica della campagna elettorale in corso. Manfred Weber, capogruppo dei Popolari all’Europarlamento e candidato del Ppe alla presidenza della Commissione, ritiene che il summit di domani sia “un momento cruciale per mostrare unità e riconfermare il nostro impegno per la democratizzazione dell’Ue. A tre settimane dal voto dovrebbe essere chiaro a tutti che queste elezioni segneranno un nuovo inizio per l’Europa”. Dal canto suo Udo Bullmann, capogruppo dei Socialisti & democratici, sottolinea: “Il vertice del 9 maggio, giorno della dichiarazione Schuman, rappresenta una opportunità unica per i leader dell’Ue di inviare un segnale coraggioso di rinnovamento nei confronti dei cittadini europei. Non possiamo continuare come se nulla fosse quando il nostro pianeta è sotto una storica minaccia, i bambini vivono in povertà mentre le multinazionali pagano quasi zero tasse”. Per fermare “questa spirale negativa bisogna indirizzare l’Europa su un cammino nuovo con gli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 dell’Onu come nostra bussola”.

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