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100 anni di indipendenza: il costo della libertà per i Paesi baltici

La visita del Santo Padre sarà un'occasione per riflettere sul tipo di società che stiamo creando, lo scopo autentico della libertà nella società e sulla direzione che dobbiamo prendere come individui e come società. Così come la missione di San Pietro servì a rafforzare i suoi fratelli, la presenza stessa di Papa Francesco porterà a una nuova riflessione sul dono della libertà, fondata sulla speranza radicata in Gesù Cristo, per costruire una società forte, nel rispetto del valore intrinseco di ogni persona, la sua nazionalità, cultura e religione. Questo messaggio per gli Stati baltici riecheggia fortemente anche nell’Europa tutta

Gli Stati baltici di Lituania, Lettonia ed Estonia stanno festeggiando il 100° anniversario della loro dichiarazione di indipendenza. Questa celebrazione è anche un tempo di riflessione sul dono della libertà, così come sul costo della libertà. Questo dono esige da noi di lavorare per il bene comune e per la pace. I 50 anni di occupazione sovietica richiedono una riflessione sul costo di quella libertà: la sofferenza, le deportazioni, le persecuzioni e le vite sacrificate che non devono mai essere dimenticate.

Sebbene il secolo scorso sia stato un periodo di grandi cambiamenti, è utile una prospettiva storica più lunga. Così risale alla evangelizzazione e all’invio della corona a Re Mindaugas da parte di Papa Innocenzo IV nel 1253 l’inizio della lunga relazione tra la nazione lituana e la Santa Sede. Inoltre quest’anno commemoriamo anche il 300° anniversario dell’incoronazione di Nostra Signora di Trakai, la patrona della Lituania, che è stata la seconda icona di Maria a essere incoronata dal Papa fuori Roma. Durante gli anni dell’occupazione sovietica, la Santa Sede ha continuato a riconoscere gli Stati indipendenti di Lituania, Lettonia ed Estonia, e ciò è stato un grande segno di speranza per il popolo lituano anche nei momenti più bui. Settembre segna anche il 25° anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II negli Stati baltici, una visita importante che ha dato coraggio a questi tre Paesi all’inizio del loro nuovo viaggio come repubbliche indipendenti.

Il Papa aveva parlato delle sfide che ci attendevano rispetto alla riconciliazione e alla ricostruzione di una società che aveva molto sofferto. Persino la tradizione di lunga data dell’armonia nella diversità religiosa ed etnica era stata indebolita da attori terzi che avevano provocato conflitti per il proprio interesse politico.Per volontà della Divina Provvidenza, a settembre Papa Francesco verrà in visita da noi. E la sua presenza servirà a rafforzare il sostegno indefesso della Santa Sede per l’autodeterminazione di questi piccoli Paesi e, ancora una volta, a portare speranza alle persone che affrontano oggi le sfide della libertà.

Durante questi anni di libertà, la Lituania ha aderito all’Ue e ne ha avuto la presidenza, è entrata a far parte della Nato, ha prestato servizio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, cercando di garantire che questa pace raggiunta a caro prezzo sia preservata.

Mentre ci prepariamo per la visita del Santo Padre, riflettiamo sulle sfide della libertà.

Non è più in gioco la libertà dall’oppressione, ma la sfida a usare correttamente la libertà che abbiamo per il bene comune.

La Lituania ha perso il 25% della sua popolazione negli ultimi 25 anni soprattutto a motivo della migrazione economica: alcuni sono stati catturati nelle trappole dei trafficanti di esseri umani, altri sono rimasti impigliati nei problemi che affliggono la società, come il divario tra ricchi e poveri, l’alcolismo e il suicidio. Per molti i sogni di una società libera sono stati infranti dalle difficoltà affrontate in una società del genere, dai cambiamenti di valori della società che ora contrastano enormemente con la società libera che era stata immaginata e per cui si era lottato.

La visita del Santo Padre sarà un’occasione per riflettere sul tipo di società che stiamo creando, lo scopo autentico della libertà nella società e sulla direzione che dobbiamo prendere come individui e come società. Così come la missione di San Pietro servì a rafforzare i suoi fratelli, la presenza stessa di Papa Francesco porterà a una nuova riflessione sul dono della libertà, fondata sulla speranza radicata in Gesù Cristo, per costruire una società forte, nel rispetto del valore intrinseco di ogni persona, la sua nazionalità, cultura e religione. Questo messaggio per gli Stati baltici riecheggia fortemente anche nell’Europa tutta.

(*) arcivescovo di Vilnius e presidente della Conferenza episcopale lituana

editoriale per “Europeinfos” (Comece)

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