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La Bulgaria guida l’Unione. Mons. Proykov, “costruire una famiglia europea”

A dieci anni dalla sua adesione, il governo bulgaro ha assunto per la prima volta la presidenza di turno del Consiglio dei ministri dell'Ue. L’esarca di Sofia rende esplicito - con un editoriale su Europeinfos (Comece) - il sostegno della Chiesa cattolica al processo di integrazione e sottolinea il ruolo dei Balcani occidentali nel contesto continentale

Il presidente della Commissione Ue Juncker con il premier bulgaro Borisov

Il principale risultato del progetto europeo è di essere riuscito a eliminare le divisioni e unire un continente frammentato attorno agli antichi sogni della sua gente: vivere nella pace, nella libertà, nella democrazia, nella prosperità e nella giustizia.
Ricordo le parole di Papa Francesco ai partecipanti all’incontro-dialogo sul tema “(Ri)pensare l’Europa – un contributo cristiano al futuro del progetto europeo”, organizzato dalla Comece l’anno scorso a Roma: “Il primo, e forse più grande, contributo che i cristiani possono portare all’Europa di oggi è ricordarle che essa non è una raccolta di numeri o di istituzioni, ma è fatta di persone”.

Come cittadini europei e come cristiani, siamo chiamati a sostenere tutti gli sforzi dei leader dell’Ue per riaffermare i valori dei padri fondatori

risolvendo insieme i problemi comuni, basandoci sulla nostra storia condivisa, e considerando il progetto europeo come qualcosa di più che un mercato comune, come una famiglia europea comune o, come la si chiama abitualmente, una Comunità europea.
La Chiesa cattolica in Bulgaria sosterrà tutte le iniziative della presidenza bulgara dell’Unione che mirano a consolidare e mettere in pratica i valori della dignità umana, della democrazia, dei diritti umani, della giustizia, della solidarietà e dello stato di diritto, che tanto stavano a cuore ai padri fondatori dell’Unione europea, nelle aree delle priorità adottate per la sua presidenza: il futuro dell’Europa e dei giovani; crescita economica e coesione sociale; prospettiva europea e connettività dei Balcani occidentali; sicurezza e stabilità in un’Europa forte e unita; economia digitale e competenze per il futuro.
La Chiesa cattolica sostiene il processo di integrazione europea sin dai suoi inizi come progetto di pace e prosperità per tutti i suoi membri. Integrazione significa riconoscere le differenze come arricchimento. Preghiamo affinché i leader europei riscoprano l’attenzione all’individuo come parte fondamentale della comunità, valorizzando la dignità della famiglia, vista come comunità primordiale. Sia la Chiesa cattolica che le istituzioni europee devono sostenere i giovani rafforzando il loro ruolo cruciale nella società e offrendo loro la possibilità di diventare protagonisti dei cambiamenti e delle trasformazioni nella nostra famiglia europea.

I Paesi dei Balcani occidentali hanno un legame storico e geografico particolare con la Bulgaria. Hanno anche una relazione specifica con l’Unione europea nel quadro della politica di allargamento. Ci auguriamo che l’incontro al vertice di Sofia a maggio di quest’anno porti un segnale positivo e riaffermi la prospettiva e l’impegno dell’Europa nei confronti di questi Paesi dell’Europa sud-orientale. Crediamo che l’Europa sia più di una semplice “area geografica” e che l’Unione europea non possa essere ridotta semplicemente alla sua dimensione economica.
Alla luce dei nostri sforzi e dei valori radicati nell’ispirazione cristiana – ampiamente condivisi e comprovati per duemila anni – tutte le sfide attuali e le capacità potenziali per il futuro possono essere trasformate in opportunità riscoprendo l’attenzione alla persona e alla comunità in un processo inclusivo di dialogo, caratterizzato dalla solidarietà e dal contributo alla pace e allo sviluppo sostenibile.

(*) esarca apostolico di Sofia e presidente della Conferenza episcopale cattolica inter-rituale della Bulgaria

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