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Repubblica Ceca: radiografia delle povertà. Fra debiti, costi degli alloggi e bassi salari

Più di 100mila persone si sono rivolte lo scorso anno alla Caritas perché oberate dai debiti, impossibilitate a pagare affitti e bollette oppure a far fronte alle spese ordinarie per via di stipendi modesti. Un rapporto realizzato dalle fitta rete delle strutture ecclesiali dedite alla solidarietà fa il punto della situazione nel Paese dell'Europa centro-orientale

Oltre 800 strutture per servizi sociali, 85 servizi medico-sanitari, 308 servizi di altro genere: sono alcuni dati riguardanti l’opera della Caritas Repubblica Ceca, uno degli “attori” più importanti nell’area dell’assistenza sociale e dell’eliminazione della povertà nel Paese, con quasi 105mila beneficiari registrati nel 2015. Nel rapporto “Caritas Cares” (Ci pensa la Caritas) vengono specificate le principali sfide relative alla povertà e all’inclusione sociale nel Paese: “La nostra indagine comprende interviste approfondite con 34 operatori sociali provenienti da 69 consultori Caritas – vi si legge – e sono stati inviati questionari a tutte le strutture e i programmi gestiti dalla Caritas”, spiega Lucie Benesova, analista sociale della Caritas, tra gli autori del rapporto.

Tre problemi principali. “Il sovraindebitamento è la prima trappola della povertà nel nostro Paese. Il numero delle dichiarazioni di insolvenza da parte di singoli individui è aumentato in modo sproporzionato, e la maggior parte dei genitori senza partner è colpita da questo problema. Mentre nel 2008 sono state depositate meno di 2mila dichiarazioni, nel 2014 erano salite a 31mila”, spiegano gli autori del rapporto. I servizi di consulenza della Caritas hanno registrato oltre 27mila persone che avevano bisogno di un aiuto, di cui il 60% erano donne e il 40% uomini. Due richiedenti su cinque hanno chiesto aiuto alla Caritas per problemi di indebitamento. Un altro ambito di preoccupazione è la situazione abitativa, che per molti si è deteriorata drammaticamente negli ultimi anni.

“La casa è diventata un costo insostenibile e inaccessibile”:

una situazione che è stata confermata dal 44% degli operatori sociali che hanno partecipato all’indagine della Caritas. A causa del peggioramento della situazione, quest’area ha rappresentato la priorità numero uno per la Caritas nazionale, che offre i suoi servizi soprattutto ai senzatetto e a coloro che hanno un reddito inferiore alla soglia minima. In generale, la disponibilità di alloggi dignitosi è diminuita nella Repubblica Ceca a causa della tendenza a richiedere somme di deposito più elevate per le case in affitto e a causa del nuovo diritto dei proprietari di rescindere un contratto di locazione senza il consenso dell’autorità giudiziaria. Il terzo problema che dovrebbe essere affrontato in modo più efficace è, sempre secondo la Caritas, quello dei salari, che in alcune regioni sono così bassi che le persone preferiscono continuare a ricevere i sussidi sociali statali anziché essere assunte. Il salario minimo nella Repubblica Ceca rimane il più basso dell’Ue.

Categorie sociali a rischio. Secondo gli esperti della Caritas, inoltre, ci sono “diversi gruppi di cittadini che si trovano ad affrontare un grave rischio di povertà”: gli anziani oltre i 65 anni; i disoccupati di lungo termine; le persone senza fissa dimora; le persone con disabilità fisiche e mentali; i genitori senza partner (per lo più madri). Tutti costoro “hanno urgente bisogno di interventi” non solo sul piano dell’assistenza sociale, poiché esigono un’azione politica complessa. Ma quali politiche sono necessarie per affrontare la povertà e l’esclusione sociale in modo più efficace? Nella Repubblica Ceca, risponde la Caritas, occorre modificare i termini della riduzione del debito, al fine di rendere il sistema più accessibile alle persone a rischio di povertà ed esclusione sociale. A questo fine, la revisione delle leggi relative al sovraindebitamento è della massima importanza; queste includono la legge sull’insolvenza e la legge sugli ufficiali giudiziari e le attività esecutive. La legge sull’edilizia sociale “deve entrare in vigore senza ritardi”, ovvero il 1° gennaio 2017.

Stipendi e tutele. Nel campo del lavoro, gli esperti della Caritas raccomandano un aumento del livello minimo dei salari a 12mila corone (circa 440 euro) e l’imposizione di controlli più severi sull’adempienza dei datori di lavoro rispetto alla legislazione del lavoro.

Iva Kuchynkova, coordinatrice dei servizi sociali della Caritas e anch’ella tra gli autori del rapporto, spiega: “Tutte le raccomandazioni sono basate sull’esperienza vissuta da persone che hanno dovuto affrontare situazioni sociali critiche e che le hanno costrette a cercare aiuto presso i nostri servizi sociali”.

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