Belgrado verso il primo Sinodo

L'arcidiocesi copre quasi tutto il territorio nazionale, con 40mila fedeli. Mons. Hocevar confida in un rinnovamento spirituale e pastorale

Quando il contesto sociale e culturale cambiano e la Chiesa incontra difficoltà a svolgere al meglio la propria missione, c’è bisogno di un rinnovamento spirituale e pastorale. Ne è convinto l’arcivescovo di Belgrado, mons. Stanislav Hocevar, che l’anno scorso ha indetto il primo Sinodo diocesano in programma nell’autunno del 2016. Questo sabato, 24 ottobre, nella cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria a Belgrado, si celebreranno tre eventi: la festa del copatrono dell’arcidiocesi, San Giovanni di Capestrano (difensore dei cristiani durante la battaglia per Belgrado contro i turchi), il quindicesimo anniversario dall’ordinazione vescovile di mons. Hocevar e l’inizio del periodo preparatorio per il Sinodo.

I cattolici diminuiscono. “Negli ultimi anni la situazione dei cattolici nel nostro territorio è molto cambiata”, spiega mons. Stanislav Hocevar a Sir Europa. Oggi il territorio dell’arcidiocesi comprende quasi tutta la Serbia, a parte la regione autonoma di Vojvodina (dove vive la maggioranza dei cattolici suddivisa in tre diocesi), e conta 40mila fedeli. La maggior parte delle parrocchie è stata fondata tra la prima e la seconda guerra mondiale. “È stata la fioritura della Chiesa cattolica nella zona e i fedeli erano moltissimi – spiega l’arcivescovo di Belgrado -, croati, tedeschi, ungheresi che hanno costruito chiese, cappelle, strutture”. Dopo la seconda guerra mondiale e l’arrivo del regime totalitario di Tito, i cattolici di origine straniera lasciano la Jugoslavia. “Rimangono però coloro che appartengono alle nazioni della federazione: croati e sloveni”, racconta il presule, aggiungendo che “dopo la scissione della Jugoslavia e le diverse guerre seguite il numero dei fedeli si è ridotto ancora di più”.

Due Porte sante. “Dopo l’anno passato, che abbiamo dedicato alla preghiera e alla riflessione su cosa voglia dire lo Spirito Santo alla Chiesa cattolica di Belgrado, ora inizia il periodo di preparazione nelle parrocchie”, annuncia Hocevar. Dall’inizio dell’Avvento si formeranno nuovi consigli pastorali parrocchiali e anche consigli economici parrocchiali, una novità per Belgrado. È già costituita la segreteria del Sinodo e le diverse commissioni. Inoltre, per l’Anno della misericordia, secondo un calendario prestabilito, “ogni parrocchia verrà dopo Pasqua in pellegrinaggio in una delle due chiese con la Porta santa”: la parrocchia di Cristo Re a Belgrado e la chiesa dell’Esaltazione della Santa Croce a Nis. “Vogliamo smuovere un po’ i nostri fedeli e renderli partecipi nella vita parrocchiale perché non si può lasciare tutto al parroco”, spiega mons. Hocevar. Il quale aggiunge: “La Chiesa ha bisogno del contributo dei laici e di sentire la loro voce”.

Strutture, liturgia. Nell’arcidiocesi di Belgrado ci sono sedici parrocchie, di cui sei si trovano nella capitale. “In alcuni luoghi, come a Ravna Reka, c’è la struttura, ma sono rimasti tre cattolici – racconta l’arcivescovo -; in altri posti invece ci sono i fedeli, ma mancano le strutture, come a Paracin e nei dintorni, ma anche a Pirot, dove è nata una grande zona industriale”. Nella stessa città di Belgrado, tutte le sei parrocchie si trovano nel centro, mentre la metropoli cresce velocemente e la periferia è molto grande e, dunque, priva di luoghi di preghiera. Nel Sinodo, che avrà come tema “Ecclesia – famiglia Dei” (La Chiesa – famiglia di Dio), sarà discusso anche il problema della lingua liturgica. Finora è stata utilizzata solo la lingua croata. “Dobbiamo confrontarci con queste nuove situazioni e trovare insieme delle risposte adeguate – afferma il presule – perché la nostra Chiesa possa crescere e testimoniare in comunione con i suoi diversi membri ma anche con i fratelli ortodossi”.

Attività intensa. La preparazione al Sinodo diocesano offrirà ai fedeli l’opportunità di approfondire la conoscenza di alcuni documenti chiave del Concilio Vaticano II. Nell’arcidiocesi sono fra l’altro presenti quattro ordini maschili e tre femminili. “Sentiamo molto la mancanza delle vocazioni alla vita religiosa femminile”, aggiunge mons. Hocevar. Sono attivi anche il movimento dei Focolari e il Cammino neocatecumenale. “Grazie al Centro dei media cattolici, invece, viene pubblicato il mensile di informazione religiosa “Blagovest”. “Mi compiaccio del lavoro ecumenico – confida l’arcivescovo di Belgrado -: abbiamo ottimi rapporti con il patriarca Irinej che è spesso ospite nella nostra cattedrale. Quest’anno abbiamo realizzato un grande simposio internazionale ecumenico con la partecipazione del cardinale Kurt Koch del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani”.

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