Superato il tettodel milione e 200milaAvanti con le firme

Raggiunta la soglia di sicurezza per l'iniziativa europea che consentirà un'interlocuzione con la Commissione sulla salvaguardia dell'embrione

Le adesioni all’iniziativa europea "Uno di Noi" hanno superato il milione e duecentomila, soglia considerata sufficiente per mettere al sicuro la raccolta delle firme dalla revisione che i singoli governi europei dovranno fare sugli errori materiali di compilazione delle schede. Ad oggi, 4 ottobre, sono infatti 1.208.263 le firme raccolte, con un notevole balzo in avanti rispetto alla rilevazione dello scorso 27 settembre: 1.157.835. Per l’accoglimento dell’istanza di tutela giuridica dell’embrione umano promossa dal Comitato della campagna Oneofus (www.oneofus.eu), la Commissione europea aveva richiesto un milione di firme entro il 1° novembre in almeno sette Paesi, con un tetto minimo fissato per ognuno di essi; minimo che appare ad oggi superato addirittura da 13 Paesi.

I numeri. A guidare la classifica è l’Italia con un totale di 423.332 firme, di cui 75.740 online e 347.592 cartacee. Segue la Polonia con 186.973 firme complessive, che guadagna però la pole position per quelle raccolte online: 93.611, e conferma il suo secondo posto per il cartaceo: 93.362. Sia per il totale, sia per il cartaceo, il bronzo va alla Germania: rispettivamente 114.614 e 88.988. Il secondo posto online lo detiene invece la Romania con 86.104 firme, di cui 899 solo nelle ultime 24 ore. Ultimi in ordine di arrivo nei 13 Paesi "virtuosi" sono Malta e Portogallo. Gli altri, oltre a quelli già citati, sono Austria, Francia, Lituania, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna e Ungheria. Buone possibilità di farcela anche per Croazia ed Estonia. Nel Paese balcanico, entrato nell’Ue lo scorso 1° luglio, sono state raccolte in tre mesi 7.580 adesioni, l’84,22% delle 9mila richieste. La Repubblica baltica ha invece raggiunto l’80% delle 4.500 necessarie: 3.637. Da segnalare, inoltre, lo scatto avvenuto negli ultimi due mesi in Germania grazie alla mobilitazione dei vescovi e dell’associazionismo.

Non è questione di "minimi". "Il raggiungimento del numero necessario di firme che ci eravamo posti come obiettivo non significa che smetteremo di impegnarci per proteggere l’embrione umano all’interno dell’Unione europea", spiega da Bruxelles Ana del Pino, coordinatrice della campagna Oneofus. "Continueremo a mostrare quanto sia profondo e radicato il nostro obbligo di difendere il primo dei diritti umani. Come è evidente dal logo che abbiamo diffuso in tutta l’Ue, ribadiamo che ogni essere umano ha il diritto alla vita e alla necessaria protezione, indipendentemente dal suo stadio di sviluppo". Questa campagna, prosegue del Pino, "non è finita: il nostro impegno per proteggere l’embrione umano in Europa non è una questione di raggiungimento di ‘minimi’. I notevoli risultati ottenuti, sia nei numeri, sia nella diversità della provenienza, ci danno la forza necessaria per pretendere una risposta da parte della Commissione".

Una riflessione culturale. Sulla stessa linea Maria Grazia Colombo, portavoce del Comitato italiano. "Questo risultato non ci ferma", dichiara al Sir sottolineando anche la dimensione "culturale" della raccolta firme e dell’impegno che l’ha accompagnata. "In questi mesi – ci racconta -, attraverso incontri e iniziative ‘popolari’ nelle associazioni, nelle parrocchie ed ora anche nelle scuole, siamo riusciti a suscitare la ‘curiosità’ di mettere a tema la vita nella sua grandezza. Siamo riusciti a far passare un messaggio importante, ad avviare una riflessione che vorremmo continuasse in parallelo con l’iter istituzionale che Carlo Casini, insieme agli altri partner, seguirà a Bruxelles". Colombo parla, in particolare, della mobilitazione in corso nel mondo della scuola: "Tutte le dodici sigle dell’associazionismo scolastico si sono impegnate in questa settimana per sensibilizzare gli studenti maggiorenni, i genitori, i professori sulla bellezza della vita e l’importanza della sua tutela". "Sappiamo per certo che centinaia di istituti, statali o paritari, hanno raccolto le firme. Nei prossimi giorni i moduli con le adesioni saranno inviati alla sede del Comitato ed a quel punto potremo dar conto di quanto avrà pesato l’impegno della scuola". "Dietro ogni firma c’è un lavoro di incontro con le persone", conclude la portavoce anticipando al Sir che la prossima settimana sarà a Bari per un incontro con un gruppo di parrocchie, "momento di riflessione sollecitato dai parroci", e quindi a Mestre, in conferenza stampa, "per sottolineare e rafforzare le motivazioni di questa campagna".

(04 ottobre 2013)

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