Lo scatto della RomaniaE la Francia ora corre

Padre Francisc Dobosc portavoce dell'arcidiocesi di Bucarest: "Questi risultati si devono a un impegno forte e sentito dei movimenti pro vita operanti in particolare nelle diocesi ortodosse di Moldova e Bukovina oltre che in quella di Bucarest..."

L’obiettivo minimo di firme per poter vedere accolte le istanze di tutela giuridica dell’embrione umano da parte delle istituzioni e della legislazione europea sarebbe di un milione, ma la novità dell’ultima settimana è che il Comitato promotore della campagna "Uno di noi" ha innalzato tale obiettivo a un milione e 200mila. Una scelta coraggiosa, fatta – come spiega Carlo Casini, da sempre attivo nel campo dei "pro-life" – "per incoraggiare a traguardi più ambiziosi, per stimolare le migliori energie associative di tutti i Paesi europei". E proprio su questa linea sembra si stiano muovendo diversi Comitati nazionali. Da quello italiano, presieduto proprio dall’on. Casini e che ha come portavoce Maria Grazia Colombo, la quale ammette che "la strada da percorrere è ancora lunga ma il traguardo si avvicina". Proprio l’Italia al momento costituisce la primatista in termini di numero assoluto di firme raccolte: il saldo a giovedì 27 giugno era di 231.940, una cifra considerevole che – sostiene Maria Grazia Colombo – non rappresenta tutta la reale potenzialità che potrebbero esprimere le associazioni, i movimenti e i gruppi pro-life del nostro Paese". Fatto sta che in termini percentuali, l’Italia ha totalizzato la ragguardevole percentuale del 423,63% del proprio "minimo" di firme richieste dall’Unione Europea, che assommava a 54.750.

Occorre uno "sforzo comune". Altro Paese "primatista", che non intende cessare dal suo impegno, anzi sembra orientato a proseguire alacremente, è la Polonia. A giovedì aveva totalizzato 121.185 firme, per una percentuale sul proprio "minimo" di ben il 316,82%. Anche l’Ungheria si difende molto bene, con una insospettabile sensibilità trattandosi di ex-Paese comunista dove il tema della difesa della vita, come si sa, non godeva di buona fama: ebbene, le percentuali ungheresi sono del 296,86% per un totale di 48.982 firme. Segue la Slovacchia con un bel 207,23% (20.205 firme) e poi la Spagna col 109,08%, l’Olanda col 105,47%, l’Estonia col 76,82%. Questi dati piuttosto rilevanti non debbono trarre in inganno: da un lato – dice la portavoce Colombo – "le cifre aumentano di giorno in giorno e il totale raccolto su scala europea è giunto a ben 649.387. Dall’altro però la strada è ancora lunga e occorre uno sforzo comune non indifferente per il quale abbiamo davanti l’estate e poi i due mesi-chiave di settembre ed ottobre". Per questo, il Comitato europeo ha indetto per la mattina di martedì 2 luglio a Strasburgo una conferenza stampa appunto "europea", per riferire ai giornalisti accreditati presso le istituzioni comunitarie. Vi parteciperanno e relazioneranno gli europarlamentari Carlo Casini e lo spagnolo Jaime Mayor Oreja, insieme a una piccola delegazione italiana composta dalla stessa portavoce Colombo, da Carlo Costalli presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl) e da Domenico Delle Foglie, presidente del Copercom (Coordinamento associazioni per la comunicazione).

Il "caso" della Romania e la rimonta francese. Tra i dati riepilogativi della raccolta firme alla data di giovedì 27 giugno spicca il singolare balzo della Romania. Il Paese, infatti, fino a una quindicina di giorni fa veleggiava nelle zone "basse" della classifica: erano state raccolte solo 3.100 firme, il 12,53% rispetto al minimo nazionale di 24.750. Ebbene, due settimane dopo tale cifra è salita a 10.164 e la percentuale è schizzata al 41,07%. Il motivo di questo risultato così rapido, seppure ancora al di sotto del potenziale, lo ha spiegato al Sir p. Francisc Dobosc portavoce dell’archidiocesi di Bucarest. "Questi risultati si devono a un impegno forte e sentito dei movimenti pro vita operanti in particolare nelle diocesi ortodosse di Moldova e Bukovina oltre che in quella di Bucarest. I sacerdoti ortodossi, come quelli cattolici, hanno preso a cuore la campagna e hanno sostenuto i laici impegnati pro-life nella raccolta firme, sia su carta sia invitando a firmare on-line. La Chiesa cattolica dà una mano e lo faremo in particolare anche in vista della beatificazione il 31 agosto di mons. Vladimir Ghika, martire rumeno all’epoca del regime dittatoriale". "Speriamo che anche questo evento così importante – sottolinea p. Dobosc – contribuisca a rinvigorire la Chiesa cattolica e anche a sostenere questa bella iniziativa a difesa dell’embrione umano". Da segnalare, infine, la rimonta della Francia che con le sue 49.071 firme si sta avvicinando a grandi falcate al minimo previsto di 55.500 adesioni. Oggi è attestata all’88,42% del minimo richiesto, ma è chiaro che, dopo le grandi manifestazioni in difesa del matrimonio fra un uomo e una donna, i pro life d’Oltralpe stanno indirizzando le loro energie verso questa iniziativa dei cittadini europei a tutela della vita.

a cura di Luigi Crimella

(28 giugno 2013)

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