Una priorità condivisa

Il filo che unisce Città del Messico (2009) a Milano (2012)

Foto SIR

C’è un filo che unisce il precedente Incontro mondiale delle famiglie a Città del Messico a questo di Milano: “L’atteggiamento di vescovi, cardinali e di tutta la comunità ecclesiale di dare priorità e maggiore attenzione alla pastorale della famiglia e della vita”. È la valutazione che fa mons. Rodrigo Aguilar Martinez, vescovo di Tehuacán e responsabile della “Dimensione per la vita” della Conferenza episcopale messicana, che il Sir ha incontrato nei padiglioni del Mico dove si sta svolgendo l’evento.

Leggi a difesa della vita. In Messico uno dei “frutti” dell’Incontro mondiale del 2009 sono state le leggi a difesa della vita, dal suo concepimento alla morte naturale, che sono state approvati da 18 congressi locali. Ma questa maggiore sensibilità dimostrata dalle istituzioni pubbliche è stata in qualche modo controbilanciata da una legge che, nella sola Città del Messico, ha lasciato l’aborto illegale, come nel resto del Paese, ma non considera “gravidanza” lo stato interessante fino alla dodicesima settimana, permettendo di fatto l’interruzione. Contraddizioni segno di una “società – sottolinea il vescovo – in cui l’influenza del relativismo è molto forte, dove c’è un generale indebolimento dei concetti di matrimonio, famiglia, vita e dove si è diffusa una mentalità permissiva e ultratollerante che ha finito per trasformare la libertà in libertinaggio”.

Un forte laicismo. La società messicana vive in effetti molte ambiguità: “Tutti aspirano alla famiglia, è l’istituzione in cui si ha più fiducia” ma “l’opinione pubblica è molto laica e anti-clericale, e di certi argomenti si può parlare solo in termini sociologici, scientifici, e giuridici, ma non si può citare la morale e la fede”. “Per questo lavoriamo molto a livello di contatti personali e spingiamo i laici a impegnarsi per la difesa, presso le istituzioni pubbliche, a difesa dei valori irrinunciabili”. In Messico si stanno diffondendo diversi tipi di famiglia, crescono le persone che vivono da sole. “Ci vorrebbe forse più formazione per i laici – riflette mons. Rodrigo Aguilar Martinez – e, comunque, anche noi vescovi abbiamo dedicato due volte alla famiglia le nostra assemblee generali”.

Una Fondazione per la famiglia. Si occupa di sviluppo, educazione, adulti e povertà la “Fundación Incluyendo México”, “che tratta questi aspetti secondo un’ottica familiare – spiega il direttore generale Vicente Segú Marcos – perché non si può avere sviluppo se non si considera la famiglia che è l’unica che fornisce il capitale umano alla società”. Il direttore racconta che uno dei versanti su cui la Fondazione è più impegnata è l’educazione: “Abbiamo sostenuto la creazione di programmi tv interattivi per i bambini che hanno avuto un grande successo e che hanno ridotto l’abbandono della scuola media del 65%”. In Messico, per molti anni, “nessuno si è occupato del tessuto sociale, che si è sfilacciato, della famiglia e molti figli e donne sono rimaste sole, perché gli uomini sono emigrati negli Usa per lavorare”. A livello politico nel passato “si è lasciato fare, si è trattato con il crimine, ma adesso la situazione è cambiata, il governo sta combattendo le mafie organizzate e non si ritornerà al compromesso”.

(02 giugno 2012)

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