“Ritrovarsi” dopo la rottura

A colloquio con i coniugi Melly, coordinatori internazionali di Retrouvaille

Quattro adolescenti aspettano i genitori sulla porta e chiedono, appena li vedono, “che succede adesso?”. I due dicono di avere deciso di “dare una possibilità” a questo matrimonio e i figli rispondono “contate su di noi”. Questa scena è accaduta veramente nella vita dei sudafricani Mike e Carly Melly, che il Sir ha incontrato al VII Incontro mondiale delle famiglie a Milano; i due sono i coordinatori internazionali di “Retrouvaille – Un’esperienza cristiana”. Si tratta di un’associazione nata nel 1977 nel Quebec in Canada e che si propone di aiutare persone in crisi matrimoniale, separate, divorziate (ma non risposate) provenienti da qualsiasi affiliazione religiosa, politica o da qualsiasi classe sociale. Attualmente è composta di 156 comunità diffuse in 28 Paesi del mondo e hanno affrontato il programma proposto da Retrouvaille circa 6.000 coppie; la percentuale di successi, ovvero di persone che hanno deciso di ricominciare e salvare la loro famiglia è dell’80% circa (www.retrouvaille.org).

L’esempio che da coraggio. “Noi siamo entrati nel programma – raccontano i Melly – dopo quattro mesi e mezzo di separazione. Il nostro scopo era quello di trovare un sistema per arrivare a un divorzio amichevole e invece, dopo quel primo week-end, ci siamo ritrovati e abbiamo deciso di continuare nel programma e affrontare i successivi fine-settimana”. I due ricordano che i loro figli sono rimasti molto traumatizzati dall’esperienza della separazione e naturalmente erano particolarmente felici quando i coniugi ci hanno ripensato: “Il programma è servito per tutta la famiglia”. Il metodo utilizzato è quello che ogni coppia racconta la propria esperienza, perché “sentire chi ce l’ha fatta a ripartire da molto coraggio – sottolineano i Melly – soprattutto in un contesto culturale come quello attuale in cui tutto ti spinge verso il divorzio”. Le coppie che guidano gli incontri, che sono tutte passate in prima persona attraverso una crisi matrimoniale (è un “ministero alla pari”), insegnano alle persone a comunicare e offrono gli strumenti adeguati per imparare ad ascoltare e a ri-conoscersi; il lavoro è individuale e poi, anche, di coppia; a volte vengono anche mostrati degli esempi di come superare certi problemi.

Oggi si cerca “la via più facile”. Per i Melly oggi si arriva così facilmente alla frattura delle coppie perché “i media hanno tantissima influenza e presentano modelli di vita opposti a quelli familiari, inoltre i rapporti tra uomo e donna sono profondamente cambiati e, in generale, il matrimonio è più fragile perché si basa su una relazione. Oggi le persone cercano la via più facile e perdono la speranza velocemente: ma durante una crisi non bisogna scappare, occorre affrontare i problemi e cercare gli strumenti per risanare la situazione”. Incontrare gruppi come quelli dell’associazione Retrouvaille è molto importante “perché capisci che non sei solo, e le esperienze positive ti incoraggiano. La politica e i media dovrebbero cercare di veicolare messaggi mirati al rafforzamento del matrimonio, alla riscoperta del valore della continuità, perché la famiglia unita è un bene per tutta la società”.

In Italia. I due sudafricani si dicono convinti che tante persone arrivano alla separazione e al divorzio “perché molti non sono preparati al matrimonio: si rompe la relazione quando una persona si stacca dall’altra, quando manca la speranza, quando non c’è la fede in Dio: ma è veramente possibile ritrovarsi”. L’associazione è diffusa anche in Australia, Nuova Zelanda, Costa Rica, Trinidad. Samoa, Messico, Bolivia, Argentina, Cile, Filippine, Singapore, Sud Africa, Zimbabwe, Irlanda e dal 2002 anche in Italia. Nel nostro Paese vengono accettate coppie sia sposate in chiesa sia civilmente e conviventi che abbiano bambini.

(02 giugno 2012)

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