Le sue mani

Il "padre" del Servizio Informazione Religiosa

Alle 19 di questa sera è morto, all’età di 87 anni, mons. Giuseppe Cacciami, presidente del Sir, Servizio Informazione Religiosa, già presidente della Federazione italiana settimanali cattolici, figura di spicco dell’Unione internazionale della stampa cattolica.
Ieri sera avevo tenuto le sue mani nelle mie. Ma forse era lui a tenere le mie mani nelle sue.
Le mani di un prete ordinato nel 1947.
Le mani sante di un prete.
Le mani di un prete giornalista che ha dedicato tutta la sua vita alla comunicazione.

Negli ultimi otto anni, quando un improvviso e imprevisto male aveva minato la sua fortissima fibra, reagiva alle domande sulla sua salute con una battuta diventata proverbiale: “Si lotta”.
Ha sempre lottato per la Verità, don Giuseppe Cacciami. Con la sua intelligenza, la sua passione, il suo amore per i settimanali cattolici locali, per l’agenzia Sir nata dall’esperienza Fisc grazie alla sua intuizione condivisa e sostenuta dall’allora mons. Camillo Ruini, per il quotidiano Avvenire e per ogni iniziativa che riguardasse la comunicazione.
Una lotta che lo ha visto, come l’apostolo Paolo, sempre e ovunque pronto a prendere la parola con la forza e la chiarezza che venivano da una fede vissuta e pensata ogni giorno, con grinta.
I suoi “spilli”, sul settimanale diocesano di Novara, rimangono, a questo riguardo, una testimonianza e un’eredità da raccogliere e continuare.

Il suo sconfinato amore per la Chiesa lo ha portato a vivere il giornalismo come forma alta di carità intellettuale nei grandi dibattiti culturali e, nello stesso tempo, come servizio umile alla gente per accompagnarla nella ricerca di significati, di speranza, di Verità.
Un maestro che non è mai salito in cattedra, consapevole come è sempre stato che un giornale è un “luogo altro” e spesso più difficile della cattedra. Ma lui, uomo della montagna, uomo della Resistenza e uomo della Ricostruzione, non temeva le imprese più ardue.
Un “padre” che in tutta la sua vita non si è mai stancato di far crescere, con l’autorevolezza di chi non risparmia alcuna fatica a se stesso, generazioni di giornalisti.
Un padre e un maestro la cui ultima tenerissima stretta di mano è il segno indelebile di un amore infinito.

Paolo Bustaffa – direttore Sir

Una passione immensa

Don Giuseppe Cacciami, un gigante. Così mi sento di ricordarlo alla notizia della sua morte arrivata pochissimi minuti fa. Ci appariva un gigante, a noi che da pivelli ci affacciavamo alla Fisc e al mondo del giornalismo. A lui, che per tanti anni è stato il presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), dopo essere stato tra i fondatori, guardavamo con tanta sana invidia per quella sua straordinaria capacità di utilizzare la parola che rendeva ogni suo discorso e ogni suo scritto un momento di altissima scuola per tutti noi novizi di Fisc e di giornali diocesani.

Una passione immensa per la Chiesa, il mondo dei mass media e dei nostri giornali, che ha saputo trasmettere a generazioni di direttori. Ha saputo maneggiare con maestria gli strumenti della comunicazione sociale con le tecniche proprie che richiedono, senza mai indietreggiare sui principi che sempre ha difeso con quel suo particolare piglio che lo distingueva.

Ricordo l’ultimo nostro incontro, qualche giorno dopo il Natale 2010. Con il direttore del Sir, Paolo Bustaffa, ero andato a trovarlo, nella sua casa di famiglia, vicino al Monte Rosa. Mi diede le consegne del lavoro da proseguire nella Fisc, le stesse che avevano in mente loro, i fondatori della nostra Federazione. Tre obiettivi su tutto: mettere insieme le professionalità, le competenze, le esperienze di gente tanto diversa, lungo tutta l’Italia. Secondo, fare opinione pubblica nella Chiesa e, infine, cercare di farla anche nel Paese. Tre impegni che restano stampati nelle nostre menti e nei nostri cuori e che, nel suo ricordo affettuoso, cercheremo di non smentire.

Francesco Zanotti – presidente Fisc

(17 marzo 2012)

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