L’incontro di due libertà

Un affresco della terza giornata del convegno Cei (9-11 febbraio)

"Gesù rimarrà sempre nostro contemporaneo, perché vive con noi e per noi nell’eterno presente di Dio".
Le parole del card. Camillo Ruini concludono, nella terza giornata che vede Roma sotto il manto della neve, il convegno internazionale "Gesù nostro contemporaneo".
L’audace scelta del Comitato Cei per il progetto culturale apre a nuovi orizzonti di pensiero e impegno, così come accadde per l’incontro dedicato, nel dicembre 2009, a "Dio oggi: con lui o senza di lui cambia tutto".
Momenti che non si consumano nello scorrere di poche ore: sono "nell’eterno presente di Dio" che richiama la vocazione eterna di ogni uomo e di ogni donna.
È questa intima consapevolezza che invita a non gustare in solitudine il sapore di Dio.

La gioia dell’Incontro non può essere piena se non viene comunicata.
Ed è il cardinale Ruini a suggerire che la comunicazione è l’altro nome della missione quando, concludendo il suo intervento, afferma che per essere contemporanei di Gesù è necessario che "la missione ritorni ad essere quello che è stata all’inizio: una scelta di vita che coinvolge l’intera comunità cristiana e ciascuno dei suoi membri".
Le difficoltà, soprattutto in un tempo di crisi non solo economica, non mancano e la tentazione della rassegnazione è forte.
Ma è proprio alla luce della fragilità umana che il cristiano ritrova le ragioni della speranza che non delude e la certezza di un futuro della fede in Italia e in Occidente.
"Un futuro – dice ancora il card. Ruini – che è aperto alla nostra libertà e prima ancora alla libertà e alla misericordia di Dio".
È dal colloquio intimo tra le due libertà che la storia prende la direzione dell’eternità e nell’eternità trova il suo significato ultimo, la sua pienezza.

I temi affrontati al convegno, nella loro diversità, si sono ritrovati uniti da questo filo rosso che ha richiamato l’appartenenza dell’uomo al tempo e all’eterno.
L’uno non può fare a meno dell’altro.
Un’esperienza di libertà continuamente alimentata dal suo rapporto con la verità.
È questo il messaggio di un convegno che, se non trova spazio nell’affanno mediatico, entra nella vita del cristiano per aiutarla a farsi contemporanea a quella di Gesù.
Sarà questa contemporaneità, continuamente cercata e amata, a far nascere domande, ad aprire ricerche, a indicare la direzione per rispondere alla domanda d’infinito che ogni uomo ha nel cuore e che nessun potere può soffocare. Il convegno è finito lasciando, con le parole del card. Ruini, una consegna: stare con "un piede ben piantato dentro alla storia" e, nello stesso tempo, "mettere in luce come non tutto si esaurisca nella storia.
È l’incontro di due libertà a rendere visibile e affascinante il cammino verso il futuro.

Sir

(11 febbraio 2012)

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