Il giusto posto

SINODO MEDIO ORIENTE

 E’ stata la volta degli uditori e delle uditrici al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente che il 18 ottobre hanno preso la parola. Su otto interventi, quattro sono stati tenuti da donne che hanno posto all’attenzione dei padri sinodali temi quali il ruolo delle donne nella Chiesa, la disgregazione della famiglia, le difficoltà delle scuole cattoliche e la laicità. Da una prospettiva tutta femminile, in modo diretto e chiaro. Ruolo donna e famiglia."Nell’Instrumentum laboris non si fa menzione delle questioni riguardanti le donne, in un Sinodo del Medio Oriente dove la donna è in secondo piano": è stata la denuncia di suor Claudia Achaya Naddaf, superiora delle religiose del convento di Nostra Signora della carità del buon Pastore (Siria). "Vorrei che questo Sinodo presentasse delle proposte che aiutassero ad applicare le convenzioni internazionali a favore delle donne nei nostri Paesi arabi" ha detto la suora che ha rimarcato come "in Siria le religiose assumono incarichi importanti in campo sociale, educativo e pastorale, ma sono emarginate a livello di diocesi e parrocchie". Per tale motivo suor Naddaf ha proposto di "far partecipare attivamente le religiose ai consigli diocesani e parrocchiali, sostenerle nelle loro attività pastorali, servirsi della loro competenza nei campi della catechesi e contribuire alla loro formazione permanente sul piano pastorale, spirituale, tecnico e mettere a punto una pastorale delle vocazioni, dove clero e religiose, possano investire nei movimenti giovanili". Le ha fatto eco suor Marie-Antoinette Saadé, della Congregazione delle Suore Maronite della Santa Famiglia (Libano): "occorre dare alla donna il suo vero ed equo posto" ha detto. "La Chiesa non deve forse essere all’avanguardia in questo ambito di fronte alle pratiche diffuse in alcuni ambienti musulmani in cui la donna viene picchiata, schiavizzata, schernita, maltrattata, privata dei suoi diritti e caricata solo di opprimenti doveri? Questa sarebbe una vera testimonianza. Ricucire insieme il tessuto sociale promuovendo la persona umana al centro della famiglia e a partire da essa, mi sembra la risposta per una pastorale urgente e efficace" ha sostenuto la religiosa. Davanti alla disgregazione della famiglia è necessario "progettare insieme una pastorale familiare" come anche "creare insieme un centro di accoglienza per le coppie con quadri e agenti pastorali qualificati, accompagnatori che sappiano ascoltare le coppie in difficoltà; dei quadri che offrano presenza, ascolto, consiglio e accompagnamento, prima di arrivare ai tribunali, prevenire è meglio che curare". Il laico orientale. "Quello che ci si aspetta da questo Sinodo è che si vada oltre il parlare del passato e della realtà della situazione cristiana in Oriente, per arrivare ad una visione e ad un programma chiari sul modo di affrontare le sfide di questa realtà e superarle" ha esordito Huda Musher, direttrice di Caritas Giordania. "Iniziamo col riconoscere la particolarità dell’identità cristiana orientale. Infatti il cristiano orientale appartiene alla nazionalità della propria patria e ha contribuito e contribuisce ancora oggi alla costruzione della civiltà araba e islamica. Il cristiano orientale è un laico che intende la laicità non come un allontanarsi dalla religione, ma come un rifiutare che lo stato sia costituito su basi religiose, siano esse cristiane o islamiche o ebraiche. Egli si percepisce come il più adeguato a trattare con l’Occidente, perché prende posizione a partire dalle sue convinzioni difendendo le cause della sua nazione e si assume la responsabilità di portare il concetto dell’islam moderato al mondo intero".  Scuole in pericolo. "La scuola in Medio Oriente è minacciata, è in pericolo nei nostri rispettivi paesi": è il grido d’allarme lanciato al Sinodo da suor Daniella Harrouk, Superiora generale della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria (Libano). "Ascoltate il nostro appello angosciato – ha detto la religiosa – solo per darvi un’idea, la sorte di 192.000 alunni in Libano, senza scuole cattoliche, è insostenibile. Se la Chiesa venisse a perdere il suo ruolo di Madre e di Educatrice, a partire dalle istituzioni educative, quando potrà recuperarlo o esercitare la sua missione? Dove sarà il Libano, messaggero plurale, conviviale e multiconfessionale?". "Salvate l’educazione e in particolare le scuole sovvenzionate dallo Stato, uno Stato che come altri non tiene fede agli impegni, nonostante le nostre rivendicazioni coraggiose e reiterate – ha denunciato suor Harrouk -. In linea con la comunione, la condivisione e la testimonianza, creiamo una cassa di risparmio per le scuole del Medio Oriente" dove versare "il vostro contributo che auspico generoso e regolare per assicurare alle famiglie a basso reddito e agli alunni delle regioni limitrofe, un insegnamento di qualità. Così la Chiesa universale e del Medio Oriente contribuiranno a promuovere l’uomo e ogni uomo mediante una cooperativa educativa con una buona gestione e un’eclatante trasparenza".

(19 ottobre 2010)

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