Bisogno di giustizia

LOTTA ALLA POVERTÀ

In Europa “c’è bisogno di giustizia” e occorre assicurare alle persone e alle famiglie “i mezzi necessari per una vita piena e dignitosa”: mons. Piotr Mazurkiewicz, segretario generale Comece, ha aperto i lavori della conferenza, svoltasi il 30 settembre presso la sede dell’Europarlamento a Bruxelles, inserita nell’Anno europeo per la lotta alla povertà, che ha fornito l’occasione per presentare e discutere il documento ecumenico intitolato “Non negate la giustizia ai vostri poveri” (cfr SIR Europa: clicca qui).

“Dalle Chiese impegno e speranza”. Ampio lo spazio per il confronto tra rappresentanti delle Chiese cristiane, gli operatori nel campo della solidarietà e della carità, i politici, i funzionari di Commissione e Parlamento Ue, gli esperti intervenuti. Ne sono emerse convinzioni comuni, prima fra tutte l’urgenza di un’azione a vasto raggio sulle condizioni che generano la povertà (insegnare a pescare, oltre che fornire pesce a chi ha fame, è stato detto più volte, a partire dalla parabola evangelica e dall’antico proverbio cinese), mediante una più stretta collaborazione tra istituzioni politiche nazionali, Ue, enti e gruppi che operano “sul campo”. Il presidente dell’Assemblea dei 27, Jerzy Buzek, intervenendo alla conferenza, ha ringraziato le Chiese e i loro organismi per “questo importante contributo”; “voi siete molto più vicini alla gente di noi politici, e portate in questo ambito esperienza, servizi sul territorio, contatto umano e speranza”. “L’impegno contro l’esclusione va rafforzato, viste le pesanti ricadute della crisi economica che stiamo misurando”. Buzek ha sottolineato che nell’Ue si contano 80 milioni di persone indigenti o alle soglie della povertà; “ci sono Paesi in cui la disoccupazione giovanile sfiora il 40%. Così corriamo il serio pericolo di perdere un’intera generazione”. Buzek ha ribadito la necessità di “azioni politiche efficaci” a livello nazionale ed europeo e di riforme come quella pensionistica, soffermandosi poi su temi quali la sicurezza sociale e il lavoro.

Il ruolo dell’Ue27. Serve una coraggiosa azione politica in Europa, “basata sul principio di sussidiarietà”: Dieter Heidtmann (Cec), tra gli autori del documento sulla povertà stilato dagli organismi ecclesiali, ne ha presentato i contenuti, sottolineando “i ritardi che si registrano nell’Unione sul piano delle politiche sociali”, mentre la “lotta alla povertà dovrebbe diventare un punto essenziale di tutte le azioni” comunitarie. Nel commentare alcune delle 14 “raccomandazioni” indirizzate dalle Chiese all’Ue per contrastare l’indigenza, Heidtmann ha ampliato il discorso, sostenendo che “esiste anche un problema di valori” e di stili di vita, volti ad esempio al consumismo, che tendono ad accrescere i livelli diffusi di povertà e a indebolire i legami solidali. “Con questo documento”, ha quindi spiegato, “non intendiamo affrontare tutti i problemi connessi con la povertà, ma piuttosto contribuire al dibattito politico europeo”, portando le esperienze maturate dalle Chiese. Philippe Courard, segretario di Stato belga per l’integrazione sociale, ha dal canto suo affermato: “Quando parliamo di povertà, non possiamo limitarci alla mancanza di denaro” o di mezzi materiali. “Occorre piuttosto operare per assicurare servizi alla persona, salute, alloggi”; ha quindi citato altri ambiti di intervento, quali la cultura, la famiglia, i minori, l’integrazione dei rom, “questioni che – ha puntualizzato – la presidenza di turno belga dell’Unione ha voluto porre in cima alla sua agenda”.

Rispettare la Carta dei diritti. “La povertà è ancora più scandalosa in Europa, nella nostra società opulenta. Occorre operare per tutelare la dignità delle persone”, ponendo rimedio alle forti disparità tra ricchi e indigenti. Mons. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco (Germania), ha commentato il documento redatto dalle Chiese e dagli organismi caritativi, invitando, dalla sede dell’Eurocamera, a rispettare la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Il vescovo ha sottolineato “la rilevanza della formazione e della cultura” per uscire dalla disoccupazione e “porre le basi per superare la condizione di povertà”. Ampio il ventaglio di temi su cui ha riflettuto mons. Marx, il quale ha ribadito: “Vanno individuate precise responsabilità”, in modo che la politica svolga la sua parte, e così facciano anche la società e gli organismi di volontariato” come Caritas ed Eurodiaconia. Il vescovo tedesco ha tenuto a ricordare che la Caritas è vicina con i suoi operatori e volontari alle persone nel bisogno, fornisce servizi, e, assieme alla Chiesa cattolica, intende “levare una voce profetica a difesa dei poveri”. Ma le istituzioni politiche dovrebbero dal canto loro “operare interventi concreti” che rispondano “alle esigenze di chi vive ai margini” della società. Nel corso del dibattito si è più volte ribadito che alle buone intenzioni devono seguire azioni efficaci, tenuto conto del fatto che le risorse a disposizione per gli interventi a carattere sociale sono sempre molto limitate.

(02 ottobre 2010)

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