Il percorso è tracciato

DOPO TESTIMONI DIGITALI

"Abitare lo spazio digitale" contribuendo a "dare un’anima alla Rete" e aprendo "una stagione di un nuovo ‘umanesimo digitale’". Perché "ci dobbiamo distinguere per l’amore alla verità che non manipola le notizie, ma rispetta le persone sempre e comunque". Questo è "il nostro tratto caratteristico, quello capace innanzitutto di ascoltare il territorio, quello che ci guida ogni settimana quando mettiamo in pagina le notizie nei nostri giornali locali che desiderano avere uno sguardo globale sugli uomini e le donne di oggi che operano nelle nostre mille città, in Italia e nel mondo". Sono le riflessioni di alcuni direttori di giornali aderenti alla Fisc (Federazione che raggruppa 187 testate cattoliche locali per un milione di copie settimanali) a pochi giorni dalla conclusione del convegno Cei "Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’era crossmediale" (Roma, 22-24 aprile). Abbiamo chiesto ai direttori di evidenziare le prospettive aperte dal convegno per il territorio. Ecco alcune risposte…

La sfida che viene dalla Rete. "La Chiesa non ha intenzione di ‘occupare’ il continente digitale, ma neanche esprime timore o estraneità. Il mondo del web è prima di tutto una grande opportunità d’incontro, dialogo, testimonianza, evangelizzazione. Occorre, dunque, cogliere questa sfida che viene dalla Rete e starci dentro con maturità, competenza e fiducia". È questo, afferma Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), il "messaggio" che arriva dal convegno. "Certo – aggiunge il direttore – il compito non è facile, richiede coraggio, professionalità, risorse, voglia di scoprire strade nuove, ma il percorso è tracciato e questo convegno ne è un’altra fondamentale tappa". Per Agostino Clerici, direttore del Settimanale della diocesi di Como, "il convegno è stata un’ottima occasione per riflettere insieme sulle nuove potenzialità che il mondo della comunicazione mette a nostra disposizione e, insieme, per ricordarci che il messaggio da comunicare è lo stesso e che la trama dei volti è ancora essenziale per trasmettere il Vangelo". La diocesi di Como, "segnata da un territorio vasto e variegato", sottolinea Clerici, "non può che trarre vantaggio da una testimonianza anche digitale. Diventare abili in questa nuova comunicazione, ci renderà anche più esperti nella vecchia comunicazione cartacea, che per tanti resta ancora un legame importante con la Chiesa e con il mondo". Riccardo Losappio, direttore di In Comunione (Trani-Barletta-Bisceglie), ricorda che "il digitale è una porta di accesso ad una realtà, non esaustiva di certo di tutta la realtà e di tutte le possibilità esperienziali dell’uomo. Qui però è possibile incontrare tanti, soprattutto giovani. È qui che, come credenti, come Chiesa, dobbiamo saperci inserire per trovare nuove possibilità al fine di trasmettere quella inesauribile carica di senso che è rappresentata dalla proposta cristiana". Essere "testimoni digitali", riflette Irene Argentiero, direttore del Segno (Bolzano-Bressanone), "non è certo scontato e immediato, ma non è nemmeno impresa titanica. Richiede certo passione, estro e professionalità. E richiede di sapersi mettere in gioco, in prima persona, certi che il Vangelo che si annuncia è una bussola chiara e precisa, capace di orientare la rotta anche negli ingorghi della Rete". La Chiesa, prosegue Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), "intende stare nella Rete, non solo per esserci, ma per dare un senso ai milioni di contatti, per dare sostanza alle relazioni, alle persone prima di tutto".

Un modo specifico di presenza. "Parlare di comunicazione dal punto di vista teologico e teorico – nota Carlo Lettieri, direttore di Segni dei Tempi (Pozzuoli) – è un’opportunità per dare ancora più senso al lavoro che si sta svolgendo sul territorio e, allo stesso momento, per rafforzare il cammino intrapreso". Da qui l’impegno a "riportare nella nostra diocesi e nelle parrocchie l’esperienza maturata nei giorni del convegno" e a "trasmettere ai sacerdoti e ai fedeli la necessità di comunicare con forme e strumenti nuovi per stare al passo con il mondo che cambia". Dello stesso avviso Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo), il quale annuncia la decisione, presa insieme al direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, don Carlo Carbonetti, di "organizzare un momento d’informazione sui contenuti del convegno e di confronto per chi è impegnato a diversi livelli nei mass media. L’incontro ci dovrà servire anche per riorganizzare l’intero settore". Dal convegno, dice Francesco Partisani, direttore del Montefeltro (San Marino-Montefeltro), "abbiamo ricevuto una certezza: è vero che il mondo di Internet ha una sua logica, delle sue regole, un suo linguaggio, e che per essere presenti bisogna conoscerlo, con competenza e creatività. Ma forse noi, con la nostra storia e con le caratteristiche peculiari che possediamo, possiamo anche creare un modo specifico di presenza". Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), ricorda che "la comunicazione, nella maggioranza delle diocesi, non è ancora l’elemento principale dell’azione pastorale". Tuttavia, "l’era digitale offre occasioni per recuperare il tempo. La comunicazione deve essere efficace e, per essere tale, c’è bisogno di scelte condivise e concrete". Secondo Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), "questo appuntamento deve incidere ancor più profondamente nella pastorale delle nostre Chiese, dando loro un deciso orientamento digitale. E in questo anche la nostra deve impegnarsi maggiormente". Una "constatazione", questa, condivisa da Gino Mecca, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), il quale evidenzia la necessità di "un rinnovato e più consapevole impegno a far crescere il nostro territorio sul piano degli strumenti e della qualità nella comunicazione. Di qui, l’intenzione di stimolare il clero diocesano, i movimenti e le associazioni per un’attenzione nuova verso la comunicazione (in specie quella digitale)". Per Marco Zeni, direttore di Vita Trentina (Trento), "alcune buone idee ed esperienze presentate al convegno che vanno nella direzione di realizzare un’efficace strategia comunicativa missionaria porrebbero essere riprese e rafforzate, così da diventare strumento condiviso capace d’incidere sulla cultura della società".

Il segno dei tempi. "Il convegno ha aperto percorsi nuovi proprio per le Chiese locali". Ne è convinto Emilio Pastormerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), per il quale "la nuova comunicazione deve certamente fare i conti con Internet e sfruttare al meglio tutte le opportunità di dialogo, confronto, relazionalità che questo vasto campo offre. Si tratta di autentici e nuovi percorsi pastorali: riuscire a parlare e intercettare mondi e soprattutto persone che altrimenti non si potrebbero mai incontrare. La gente ha bisogno anche di questo". Dunque, aggiunge Carlo Cammoranesi, direttore dell’Azione (Fabriano-Matelica) e di Frontiera (Rieti), "si riparte dalla persona. Dal mezzo (le parabole) di otto anni fa, al soggetto (i testimoni) di oggi". Perché, spiega Cammoranesi, "per dare un’anima e un cuore al flusso comunicativo della Rete bisogna ripartire dai volti, ovvero da incontri che diano forma reale e non solo virtuale ai rapporti". Allora anche "il web s’impone come occasione privilegiata per un cammino di evangelizzazione da solcare, in una Chiesa attenta a cogliere il segno dei tempi". Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), si sofferma sul "nuovo decennio pastorale", che dopo quello sulla "comunicazione" ("Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia"), "interpellerà ancora direttamente il mondo massmediale: il tema dell’educazione, infatti, è un ambito nel quale gli strumenti della comunicazione, e in modo speciale i nuovi media, sono in prima linea. Una strada concreta da percorrere – solo appena avviata, mi pare, in molte diocesi – sarà quella di promuovere con impegno sistematico e concorde la formazione e la diffusione della figura dell’animatore della cultura e della comunicazione". Anche Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), punta lo sguardo al prossimo decennio pastorale e al "rinnovato impegno educativo che la Chiesa intende proporre e che non potrà non avere a che fare col tema dell’evangelizzazione e delle relazioni nel continente digitale".

Le parole del Papa. Momento "clou" del convegno è stato l’incontro con papa Benedetto XVI, il 24 aprile, nell’Aula Nervi. Così lo racconta Evaristo Campomori, direttore del Nuovo Diario Messaggero (Imola): "Davanti alla splendida Resurrezione di Pericle Fazzini un puntino bianco laggiù in fondo si rivolge a noi: ‘Vi esorto a percorrere, animati dal coraggio dello Spirito Santo, le strade del continente digitale’. E il pensiero va all’antica esortazione di San Paolo: ‘Guai a me se non annunciassi il Vangelo’. Il Papa continua: ‘La Rete potrà diventare una sorta di portico dei gentili, dove fare spazio anche a coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto’ e per ripetere loro le parole di Giovanni Paolo II: ‘Non abbiate paura di Cristo’. È con questo viatico che sono qui, davanti al computer, a comporre il nuovo numero del giornale". Anche Giorgio Costantino, direttore di Calabria Ecclesia Magazine (testata on line: www.cem2000.it), prende spunto dalle parole del Papa, in modo particolare, sul "valore della dignità umana". In definitiva, nota Costantino, "i valori in gioco in ogni attività comunicativa sono la libertà di coscienza e di pensiero, il diritto a un’informazione veritiera e obiettiva, il rispetto della dignità della persona umana". Sull’incontro con il Papa anche Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), il quale commenta: "È stata una magnifica esperienza". Ora, "stiamo tutti riflettendo per applicare qualcosa di concreto al nostro lavoro; qualcosa che dobbiamo ancora scoprire".

Esigenze, prospettive e difficoltà. Durante "Testimoni digitali" sono state ribadite alcune esigenze concrete. Angelo Zema, direttore di Roma Sette (www.romasette.it), ne sottolinea due: "L’importanza della formazione sulle nuove tecnologie e la necessità di una presenza consapevole nel web". Al riguardo, fa sapere Zema, "la diocesi di Roma, forte dell’esperienza del primo corso diocesano per animatori della comunicazione, riproporrà l’iniziativa nel prossimo anno, affiancandola ad incontri di formazione per genitori sul territorio. Previsto anche un rilancio della testata on line con nuove rubriche". Andrea Fagioli, direttore del settimanale cattolico regionale Toscana Oggi, racconta l’esperienza del proprio giornale. "Ci siamo fatti in quattro", afferma, è "lo slogan" della "nostra ultima campagna promozionale". "Lo abbiamo scelto – spiega – per dire che ‘Toscana Oggi’, dopo il giornale cartaceo in due dorsi (regionale e diocesano per 16 diocesi della Regione), è presente in Internet con un sito ad aggiornamento quotidiano e con il settimanale on line". In questo senso, "con 4 diverse espressioni comunicative, di cui 2 in Rete, ci sentiamo in linea con le prospettive dei ‘testimoni digitali’". Stessa esperienza per Il Biellese (Biella). "Da oltre un anno – dice il direttore Silvano Esposito – abbiamo organizzato un sito che prevede un’edizione del giornale autonoma rispetto a quella cartacea, aggiornata quotidianamente. Abbiamo riscontrato un buon successo, avvicinando un pubblico giovane". Tuttavia, nota il direttore, "il problema di questo strumento consiste nella sua remuneratività, dal punto di vista della pubblicità e della possibilità, molto complicata, di fare abbonamenti, che non consente di operare almeno in pareggio. Da ‘Testimoni digitali’ abbiamo avuto risposte importanti di tipo culturale sull’approccio con i nuovi media. Ma ci saremmo aspettati anche notizie più dettagliate ed esempi più concreti su come orientare in questa prospettiva le nostre attività".

Una sfida da affrontare con determinazione. Al convegno hanno partecipato anche alcuni redattori delle testate Fisc. Abbiamo raccolto alcune loro impressioni. Per Francesca Di Gioia, della Voce di Popolo (Foggia-Bovino), "la Chiesa ha dimostrato, probabilmente prima degli altri, di avere creduto nei nuovi mezzi di comunicazione e di aver intercettato tutti i canali attraverso i quali questi si esprimono". Francesca Cipolloni, caporedattore di Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia), parla di "un appuntamento carico di aspettative, soprattutto per chi non aveva vissuto la ‘sorpresa’ di ‘Parabole mediatiche’ di otto anni fa. Ora è il tempo della conferma, e di una sfida da affrontare con determinazione". "Le prospettive – rimarca Giorgio Malavasi, di Gente Veneta (Venezia) – sono di maggiore e migliore presa di coscienza" di "cosa sia il pianeta digitale e come relazionarsi ad esso". "La Chiesa italiana – conclude Sergio Rosolen, del Popolo (Concordia-Pordenone) – sostiene e incoraggia il mondo tecnologico, sicura che questa è una strada da percorrere. La pastorale, infatti, segue mille percorsi e tutti sono mezzi che aiutano l’uomo in terra a raggiungere la Gerusalemme celeste".

(30 aprile 2010)

Altri articoli in Dossier

Dossier

Informativa sulla Privacy