Venerdi 15 Maggio 2009

La diretta di Agensir.it

19:14 – L’OSSERVATORE ROMANO: PAPA IN ISRAELE, “L’AMICIZIA CHE NASCE DA UNA TOMBA VUOTA”

“Amico degli israeliani e amico dei palestinesi. Chi volesse riassumere in una sola espressione il senso politico del viaggio del Papa in Terra Santa può senz’altro riprendere le parole da lui stesso usate nel congedarsi”, così scrive oggi il direttore di L’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian. “Benedetto XVI – aggiunge Vian – ha voluto sottolineare la volontà di amicizia verso tutti i popoli della regione, sulla quale da decenni gravano le tenebre della violenza e della divisione, della guerra e della diffidenza”. Per questo “sono stati importanti gli incontri ad Amman, Betania, Gerusalemme, Nazareth, l’onore nella Shoah e la ripetuta inequivocabile condanna di ogni antisemitismo”. Il Papa, conclude il direttore, “ha confermato l’irrevocabile scelta ecumenica della Chiesa di Roma e rinnovato il sostegno alla minuscola minoranza cattolica di Terra Santa, chiamata nella sofferenza e nelle difficoltà a essere lievito di riconciliazione. Ma tutto nasce da una tomba vuota. Quella dove avevano messo Gesù e verso la quale in una mattina di primavera, quasi venti secoli fa, corsero a perdifiato Giovanni – il più giovane, che arrivò subito e si fermò sulla soglia – e Pietro, che entrò per primo. Come di nuovo ha fatto il suo successore”.

18:40 – BENEDETTO XVI: P. LOMBARDI A RADIO VATICANA, “HA ASCOLTATO TANTISSIMO” (2)

Questo ascolto per il direttore della sala stampa della Santa Sede, ha dato al Papa “una grande esperienza, molto profonda, di cosa è la realtà umana e spirituale della Terra Santa e quindi qual è poi la profondità a cui si deve porre il cammino di pace, come ricerca di dimensioni, di ascolto, di intesa e di dialogo spirituale, culturale, sociale, politico e così via. Quindi, viaggio del messaggio e viaggio dell’ascolto. Queste sono le due dimensioni fondamentali, che mi sembra risultino, per quanto riguarda il Papa e il modo in cui ha camminato”. Il Papa “è venuto qui, come vengono tutti i cristiani, tutti i credenti, per ritrovare i luoghi fondamentali della nostra fede”, ha detto: “questo, però, è rimasto molto discreto, quasi sottotraccia, quasi meno evidente, perché non era l’aspetto che richiamava di più l’attenzione del grande pubblico, della stampa internazionale”. P. Lombardi ha ricordato che Benedetto XVI è stato anche “pellegrino ai luoghi santi delle altre grandi religioni con cui parlava: è stato a Yad Vashem, è stato al muro occidentale, è stato nella moschea in Giordania, è stato nella Cupola della Roccia. Quindi, è andato proprio in quei luoghi per i quali egli chiede per tutti la libertà di accesso”.

18:39 – BENEDETTO XVI: P. LOMBARDI A RADIO VATICANA, “HA ASCOLTATO TANTISSIMO”

Il messaggio che Benedetto XVI è stato “molto corrispondente a quello che egli aveva annunciato, un messaggio di pace, con molte sfaccettature diverse: pace fra gli Stati, pace fra le diverse religioni, pace fra i diversi riti della Chiesa cattolica e le diverse confessioni cristiane. Però, non è stato solo il viaggio del messaggio del Papa, che parla agli altri, ma è stato molto un viaggio del Papa che ascolta”. Così padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, fa un primo bilancio della visita di papa Benedetto XVI in Terra Santa che si è concluso oggi. Per P. Lombardi il papa è “una persona che ascolta molto, con molta attenzione. Le persone che incontra – ha detto alla Radio Vaticana – sono persone che egli ascolta, da cui egli riceve molto. Ebbene, in questo viaggio lui ha ascoltato tantissimo. Ha ascoltato gli uomini politici di tre Stati differenti: la Giordania, Israele e i Territori palestinesi, con le loro tensioni; uomini religiosi, di tre religioni differenti, gli ebrei, i rabbini, i muftì, i capi musulmani in Giordania, in Israele e nei territori, i cristiani dei diversi riti, con i loro problemi differenti, delle diverse confessioni. Un ascolto continuo, ricchissimo, fatto con grande pazienza e con grande attenzione”. (segue)

16:45 – BENEDETTO XVI: ATTERRATO A CIAMPINO. PRIMA DI PARTIRE DALLA TERRA SANTA IL RICORDO DELLA SHOAH (2)

Benedetto XVI ha ricordato anche la sua visita al Memoriale Yad Vashem dove ha incontrato i sopravvissuti della Shoah: “Quegli incontri profondamente commoventi – ha detto – hanno rinnovato ricordi della mia visita di tre anni fa al campo della morte di Auschwitz, dove così tanti Ebrei – madri, padri, mariti, mogli, fratelli, sorelle, amici – furono brutalmente sterminati sotto un regime senza Dio che propagava un’ideologia di antisemitismo e odio. Quello spaventoso capitolo della storia – ha aggiunto – non deve essere mai dimenticato o negato. Al contrario, quelle buie memorie devono rafforzare la nostra determinazione ad avvicinarci ancor più gli uni agli altri come rami dello stesso olivo, nutriti dalle stesse radici e uniti da amore fraterno”.

16:45 – BENEDETTO XVI: ATTERRATO A CIAMPINO. PRIMA DI PARTIRE DALLA TERRA SANTA IL RICORDO DELLA SHOAH

Benedetto XVI è arrivato all’aeroporto di Ciampino (Roma). Partito dall’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv alle 14.25 (ora locale; le 13:25 in Italia), è atterrato all’aeroporto di Ciampino alle 16.43. Nella sua ultima giornata in Terra Santa, il Papa ha visitato il patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, dove ha incontrato il patriarca Teofilo III. Subito dopo si è spostato al Santo Sepolcro e, poi, in elicottero ha raggiunto Tel Aviv. Prima di lasciare Israele e ripartire per Roma, il Pontefice ha rinnovato il suo “appello a tutte le persone di queste terre: Mai più spargimento di sangue! Mai più combattimenti! Mai più terrorismo! Mai più guerre!”. (segue)

13:15 – PAPA IN ISRAELE: CERIMONIA DI CONGEDO, “MAI PIÙ TERRORISMO, MAI PIÙ GUERRE” (2)

“Facciamo in modo di spezzare il circolo vizioso della violenza – ha aggiunto Benedetto XVI -. Facciamo in modo che vi sia una pace durevole basata sulla giustizia, che vi sia autentica riconciliazione e risanamento sociale. Venga universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il popolo Palestinese ha il diritto ad una patria indipendente e sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente”. “Fate in modo che la soluzione dei due-stati – ha esortato il Papa – divenga una realtà, non rimanga un sogno. Facciamo in modo che la pace si diffonda da questa terra”. Il Santo Padre ha quindi ricordato “che la Santa Sede dà grande importanza alle relazioni diplomatiche con lo Stato d’Israele, e ardentemente desidera approfondirle e fortificarle negli anni a venire”; “che cristiani da ogni parte del mondo vengono qui a visitare e a pregare nei luoghi santi associati alla vita e al ministero di Gesù”; “quanto la Chiesa apprezzi il crescente reciproco rispetto e comprensione che caratterizza le relazioni tra cristiani ed ebrei, così come il dialogo fraterno che si sta sviluppando a molti diversi livelli tra cristiani e musulmani”. “Questi – ha concluso – sono i frutti della nostra amicizia. Con il passare degli anni, potranno essercene di più”.

13:14 – PAPA IN ISRAELE: CERIMONIA DI CONGEDO, “MAI PIÙ TERRORISMO, MAI PIÙ GUERRE”

“Una emozione profonda poter visitare la città di Nazareth”, “una grande gioia celebrare colà la liturgia insieme ai fedeli cattolici di molte antiche tradizioni orientali così come della mia stessa tradizione latina”, contentezza “di avere avuto l’opportunità di incontrare alcuni miei fratelli delle altre confessioni cristiane, come pure ebrei, musulmani ed altri capi religiosi”: sono i sentimenti espressi da Benedetto XVI nella cerimonia di congedo all’Aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, a conclusione del viaggio in Terra Santa. “E’ stato davvero – ha detto il Papa – un pellegrinaggio di fede, fatto in spirito di venerazione per queste terre che hanno avuto un ruolo tanto significativo nella storia della salvezza e in spirito di profondo affetto per i popoli che vivono in questa Terra Santa”. “Sono venuto qui – ha chiarito il Pontefice – come amico degli israeliani, così come sono amico del popolo palestinese. Nessun visitatore della Terra Santa può fare a meno di notare con tristezza la tensione che ancora caratterizza le relazioni tra i due popoli”. Anzi, “nessun amico dei vostri popoli può fare a meno di piangere per la sofferenza e la perdita di vite che palestinesi ed israeliani hanno subito negli ultimi sei decenni”. Di qui un “appello a tutte le persone di queste terre: Mai più spargimento di sangue! Mai più combattimenti! Mai più terrorismo! Mai più guerre!”. (segue)

10:38 – PAPA IN ISRAELE: ALLA CHIESA ARMENA, “PROMESSE PER IL FUTURO DAL DIALOGO TEOLOGICO” (2)

“Fin dai primi secoli cristiani, la comunità Armena di Gerusalemme ha avuto una illustre storia, – ha proseguito Benedetto XVI nel suo discorso – segnata come non ultima cosa da uno straordinario rifiorire di vita e cultura monastica collegate con i luoghi santi e con le tradizioni liturgiche che si sono sviluppate attorno ad essi. Questa venerabile Chiesa cattedrale, assieme al Patriarcato e alle varie istituzioni educative e culturali con esso connesse, rendono testimonianza di questa lunga e distinta storia”. Il Papa ha poi svolto la parte conclusiva del discorso affermando tra l’altro: “Prego affinché la vostra comunità possa costantemente trarre nuova vita da queste ricche tradizioni ed essere confermata nella fedele testimonianza a Gesù Cristo e alla potenza della sua risurrezione (cfr Fil 3,10) in questa Città Santa. Ugualmente assicuro le famiglie presenti, e in particolare i bambini e i giovani, di un speciale ricordo nelle mie preghiere. Cari amici, a mia volta chiedo a voi di pregare con me affinché tutti i Cristiani della Terra Santa lavorino assieme con generosità e zelo annunciando il Vangelo della nostra riconciliazione in Cristo, e l’avvento del suo Regno di santità, di giustizia e di pace”.

10:37 – PAPA IN ISRAELE: ALLA CHIESA ARMENA, “PROMESSE PER IL FUTURO DAL DIALOGO TEOLOGICO”

“Negli ultimi decenni, abbiamo sperimentato, per grazia di Dio, una significativa crescita nelle relazioni tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Apostolica Armena. Considero una grande benedizione l’essermi incontrato l’anno scorso con il Catholicos e Supremo Patriarca di tutti gli Armeni Karekin II e con il Catholicos di Cilicia Aram I”: lo ha detto questa mattina il Papa Benedetto XVI nella parte di apertura del discorso pronunciato in occasione della visita alla Chiesa Patriarcale Armena Apostolica di Gerusalemme. “La loro visita alla Santa Sede – ha proseguito il Papa -, ed i momenti di preghiera che abbiamo condiviso, ci hanno rafforzati nell’amicizia ed hanno confermato il nostro impegno per la sacra causa della promozione dell’unità dei Cristiani”. Benedetto XVI ha quindi aggiunto: “Desidero anche esprimere il mio apprezzamento per il deciso impegno della Chiesa Apostolica Armena a proseguire nel dialogo teologico fra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali. Questo dialogo, sostenuto dalla preghiera, ha fatto progressi nel superare il fardello di malintesi passati ed offre molte promesse per il futuro. Un particolare segno di speranza è il recente documento sulla natura e la missione della Chiesa preparato dalla Commissione Mista e presentato alle Chiese per essere studiato e valutato”. (segue)

09:27 – PAPA IN ISRAELE: VISITA AL SANTO SEPOLCRO, “POSSA LA SPERANZA LEVARSI SEMPRE DI NUOVO” (4)

Infine, Benedetto XVI ha rivolto “una speciale parola di incoraggiamento ai fratelli vescovi e sacerdoti, come pure ai religiosi e alle religiose che servono l’amata Chiesa in Terra Santa”: “Qui, davanti alla tomba vuota, al cuore stesso della Chiesa, vi invito a rinnovare l’entusiasmo della vostra consacrazione a Cristo ed il vostro impegno nell’amorevole servizio al suo mistico Corpo”. Immenso, per il Papa, è il “privilegio di dare testimonianza a Cristo in questa terra che Egli ha santificato mediante la sua presenza terrena e il suo ministero. Con pastorale carità rendete capaci i vostri fratelli e sorelle e tutti gli abitanti di questa terra di percepire la presenza che guarisce e l’amore che riconcilia del Risorto”. In realtà, “Gesù chiede a ciascuno di noi di essere testimone di unità e di pace per tutti coloro che vivono in questa città della pace”. Infatti, come nuovo Adamo, “Cristo è la sorgente dell’unità alla quale l’intera famiglia umana è chiamata, quella stessa unità della quale la Chiesa è segno e sacramento”. Come Agnello di Dio, “egli è la fonte della riconciliazione, che è al contempo dono di Dio e sacro dovere affidato a noi”. Quale Principe della pace, “egli è la sorgente di quella pace che supera ogni comprensione, la pace della nuova Gerusalemme”.

09:25 – PAPA IN ISRAELE: VISITA AL SANTO SEPOLCRO, “POSSA LA SPERANZA LEVARSI SEMPRE DI NUOVO” (3)

“Anche ora – ha sostenuto Benedetto XVI – la grazia della risurrezione è all’opera in noi! Possa la contemplazione di questo mistero spronare i nostri sforzi, sia come individui che come membri della comunità ecclesiale, a crescere nella vita dello Spirito mediante la conversione, la penitenza e la preghiera”. “Possa inoltre aiutarci – è stato l’auspicio e l’incoraggiamento del Papa – a superare, con la potenza di quello stesso Spirito, ogni conflitto e tensione nati dalla carne e rimuovere ogni ostacolo, sia dentro che fuori, che si frappone alla nostra comune testimonianza a Cristo ed al potere del suo amore che riconcilia”. Il Pontefice, dunque, prega affinché “la Chiesa in Terra Santa tragga sempre maggiore forza dalla contemplazione della tomba vuota del Redentore. In quella tomba essa è chiamata a seppellire tutte le sue ansie e paure, per risorgere nuovamente ogni giorno e continuare il suo viaggio per le vie di Gerusalemme, della Galilea ed oltre, proclamando il trionfo del perdono di Cristo e la promessa di una vita nuova”. Come cristiani, ha proseguito il Santo Padre, “sappiamo che la pace alla quale anela questa terra lacerata da conflitti ha un nome: Gesù Cristo” e pertanto “nelle sue mani affidiamo tutta la nostra speranza per il futuro, proprio come nell’ora delle tenebre egli affidò il suo spirito nelle mani del Padre”. (segue)

09:24 – PAPA IN ISRAELE: VISITA AL SANTO SEPOLCRO, “POSSA LA SPERANZA LEVARSI SEMPRE DI NUOVO” (2)

“Possa radicarsi nei vostri cuori, rimanere nelle vostre famiglie e comunità ed ispirare in ciascuno di voi una testimonianza sempre più fedele al Principe della pace. La Chiesa in Terra Santa, che ben spesso ha sperimentato l’oscuro mistero del Golgota, non deve mai cessare di essere un intrepido araldo del luminoso messaggio di speranza che questa tomba vuota proclama”, ha aggiunto Benedetto XVI. “Il Vangelo ci dice – ha sottolineato il Papa – che Dio può far nuove tutte le cose, che la storia non necessariamente si ripete, che le memorie possono essere purificate, che gli amari frutti della recriminazione e dell’ostilità possono essere superati, e che un futuro di giustizia, di pace, di prosperità e di collaborazione può sorgere per ogni uomo e donna, per l’intera famiglia umana, ed in maniera speciale per il popolo che vive in questa terra, così cara al cuore del Salvatore”. Quest’antica chiesa dell’Anastasis, ha ammesso il Pontefice, “reca una sua muta testimonianza sia al peso del nostro passato, con tutte le sue mancanze, incomprensioni e conflitti, sia alla promessa gloriosa che continua ad irradiare dalla tomba vuota di Cristo”. (segue)

09:22 – PAPA IN ISRAELE: VISITA AL SANTO SEPOLCRO, “POSSA LA SPERANZA LEVARSI SEMPRE DI NUOVO”

“Trovandoci in questo santo luogo e considerando quel meraviglioso evento (la risurrezione di Cristo, ndr.), come potremmo non sentirci ‘trafiggere il cuore’, alla maniera di coloro che per primi udirono la predicazione di Pietro nel giorno di Pentecoste? Qui Cristo morì e risuscitò, per non morire mai più. Qui la storia dell’umanità fu definitivamente cambiata”. Lo ha detto, stamattina, Benedetto XVI nella sua visita al Santo Sepolcro, a Gerusalemme. “Il lungo dominio del peccato e della morte – ha evidenziato il Papa – venne distrutto dal trionfo dell’obbedienza e della vita; il legno della croce svela la verità circa il bene e il male; il giudizio di Dio fu pronunciato su questo mondo e la grazia dello Spirito Santo venne riversata sull’umanità intera”. Qui, ha aggiunto, “Cristo, il nuovo Adamo, ci ha insegnato che mai il male ha l’ultima parola, che l’amore è più forte della morte, che il nostro futuro e quello dell’umanità sta nelle mani di un Dio provvido e fedele”. Secondo il Pontefice, “la tomba vuota ci parla di speranza, quella stessa che non ci delude, poiché è dono dello Spirito della vita. Questo è il messaggio che oggi desidero lasciarvi, a conclusione del mio pellegrinaggio nella Terra Santa. Possa la speranza levarsi sempre di nuovo, per la grazia di Dio, nel cuore di ogni persona che vive in queste terre!”. (segue)

08:45 – PAPA IN ISRAELE: INCONTRO ECUMENICO, “RADDOPPIARE L’IMPEGNO PER LA COMUNIONE” (3)

“Desidero riconoscere – ha detto Benedetto XVI – l’opera svolta a questo scopo dai capi delle comunità cristiane, che regolarmente s’incontrano in questa città”. Per il Papa il “servizio più grande” dei cristiani di Gerusalemme ai propri concittadini è “allevare e educare una nuova generazione di cristiani ben formati ed impegnati, solleciti nel desiderio di contribuire generosamente alla vita religiosa e civile di questa città unica e santa”. “La priorità fondamentale di ogni leader cristiano – ha aggiunto – è di nutrire la fede degli individui e delle famiglie affidati alle sue premure pastorali. Questa comune preoccupazione pastorale farà sì che i vostri incontri regolari siano contrassegnati dalla sapienza e dalla carità fraterna necessarie per sostenervi l’un l’altro e per affrontare tanto le gioie quanto le difficoltà particolari che segnano la vita della vostra gente”. Poi un chiarimento: “Le aspirazioni dei cristiani di Gerusalemme sono in sintonia con le aspirazioni di tutti i suoi abitanti, qualunque sia la loro religione: una vita contrassegnata da libertà religiosa e da coesistenza pacifica, e, in particolare per le giovani generazioni, il libero accesso all’educazione e all’impiego, la prospettiva di una conveniente ospitalità e residenza familiare e la possibilità di trarre vantaggio da una situazione di stabilità economica e di contribuirvi”.

08:44 – PAPA IN ISRAELE: INCONTRO ECUMENICO, “RADDOPPIARE L’IMPEGNO PER LA COMUNIONE” (2)

Non meraviglia, perciò, secondo Benedetto XVI, “che sia precisamente in presenza del nostro ardente desiderio di portare Cristo agli altri, di render noto il suo messaggio di riconciliazione, che noi sperimentiamo la vergogna della nostra divisione”. Tuttavia, “inviati nel mondo, resi saldi dalla forza unificante dello Spirito Santo, chiamati ad annunciare la riconciliazione che attira ogni uomo a credere che Gesù è il Figlio di Dio, noi dobbiamo trovare la forza di raddoppiare il nostro impegno per perfezionare la nostra comunione, per renderla completa, per recare comune testimonianza all’amore del Padre, che invia il Figlio affinché il mondo conosca il suo amore per noi”. Ricordando la richiesta di un gruppo di greci a Filippo di vedere Gesù, il Papa ha detto: “È una richiesta che ci viene fatta di nuovo oggi, qui in Gerusalemme, nella Terra Santa, in questa regione e in tutto il mondo. Come dobbiamo rispondere? La nostra risposta viene udita? San Paolo ci allerta sulla gravità della nostra risposta, sulla nostra missione di insegnare e di predicare”. Per il Pontefice, “è perciò imperativo che i capi cristiani e le loro comunità rechino una testimonianza vigorosa a quanto proclama la nostra fede”. (segue)

08:43 – PAPA IN ISRAELE: INCONTRO ECUMENICO, “RADDOPPIARE L’IMPEGNO PER LA COMUNIONE”

“Stando in questo santo luogo”, a fianco della Chiesa del Santo Sepolcro e vicino al Cenacolo, “chi potrebbe non sentirsi sospinto a porre la pienezza della buona volontà, della sana dottrina e del desiderio spirituale nel nostro impegno ecumenico?”. La domanda l’ha posta, stamattina, Benedetto XVI, nell’incontro ecumenico al Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme. “Elevo la mia preghiera – ha confidato – affinché il nostro odierno incontro possa imprimere nuovo slancio ai lavori della Commissione internazionale congiunta per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse, aggiungendosi ai recenti frutti di documenti di studio e di altre iniziative congiunte”. E qui il Papa ha ricordato la partecipazione del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I al recente Sinodo dei vescovi a Roma: “Una simile esperienza ecumenica testimonia chiaramente il legame fra l’unità della Chiesa e la sua missione”. Nello stendere le braccia sulla croce, “Gesù ha rivelato la pienezza del suo desiderio di attirare ogni persona a sé, raccogliendoli tutti insieme in unità. Alitando il suo Spirito su di noi, ha rivelato il suo potere di renderci capaci di partecipare alla sua missione di riconciliazione. In quell’alito, mediante la redenzione che unisce, sta la nostra missione!”. (segue)

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