Non rimanga un sogno

RITORNO DALLA TERRA SANTA

“Il mio viaggio non è stato soltanto un fatto singolare e spirituale: è diventato un avvenimento che può avere una grande importanza storica. È un anello che si collega ad una tradizione secolare; è forse un inizio di nuovi eventi che possono essere grandi e benefici per la Chiesa e per l’umanità”.
Era lunedì 6 gennaio, Epifania, 1964: Paolo VI tornato dal pellegrinaggio in Terra Santa così si rivolgeva ai fedeli in piazza San Pietro.
Il 26 marzo 2000, Giovanni Paolo II, nella chiesa del Santo Sepolcro, “qui come in nessun altro luogo al mondo”, invocava la “forza per superare le nostre divisioni e operare insieme al fine di costruire un futuro di riconciliazione, di unità e di pace”.
Oggi, venerdì 15 maggio 2009, mentre ci si prepara ad accogliere Benedetto XVI di ritorno dalla Terra Santa, queste parole aiutano a leggere in profondità le sue giornate che sono state anche le giornate delle molte persone che lo hanno accompagnato con il pensiero.

Il filo della fede unisce i tre eventi collocandoli nel cammino di un’umanità in quell’area fortemente ritmato da dolore, violenza, incomprensione.
Benedetto XVI non ha esitato, come i suoi predecessori, a dire parole di verità.
“Nessun visitatore della Terra Santa – ha affermato nel saluto di congedo – può fare a meno di notare con tristezza la tensione che ancora caratterizza le relazioni tra i due popoli. Nessun amico dei vostri popoli può fare a meno di piangere per la sofferenza e la perdita di vite che Palestinesi e Israeliani hanno subito negli ultimi sei decenni”.
Il filo della fede ha un’anima robusta, non cede di fronte agli strappi del male e della menzogna. È un’anima fatta di speranza che ha attraversato e attraversa la storia aprendo orizzonti inaspettati.
Nel ricordarlo Benedetto XVI ha richiamato gli uomini alle loro responsabilità e il suo realismo, il realismo del Vangelo, è apparso ancora nelle parole di commiato: “La soluzione tra i due Stati divenga una realtà e non rimanga un sogno”.

La fede non è un sogno, non sta fuori dalla storia. Benedetto XVI ha camminato su strade cristiane, ebraiche e musulmane, ha posto i suoi piedi nei luoghi più significativi delle tre religioni.
Anche da questi passi lievi è venuto il messaggio all’unità per servire la verità, la pace e la giustizia.
Cosa accadrà ora? La domanda apre a pensieri e impegni che vanno oltre una data.
Tornano, nel frattempo, le parole di Paolo VI la sera del 6 gennaio 1964: “Preghiamo tutti: giacché queste ore e questi avvenimenti sono certamente grandi e segnati dalla benedizione di Dio”.
Ore e avvenimenti che possono cambiare la direzione della storia.

Paolo Bustaffa

(15 maggio 2009)

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