Il futuro in prima pagina

DOPO GMG

“I giovani, Sydney e noi…”. Le 168 testate Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) dedicano ampio spazio alla 23ª Giornata mondiale della gioventù di Sydney (Australia). Editoriali, articoli, servizi di “giovani inviati”: i settimanali – in uscita in questi giorni – riflettono, presentano e descrivono la Gmg australiana.

La nuova Pentecoste. “Un nuovo Cenacolo per una rinnovata Pentecoste nella «grande terra meridionale dello Spirito Santo», come il Papa ha definito l’Australia”. Questa – scrive Alberto Margoni, direttore di Verona Fedele (Verona) – è stata la 23ª Gmg, “un evento che ha visto 350mila giovani di tutti i continenti convenire con il Santo Padre all’altro capo del pianeta per pregare e riflettere sul dono dello Spirito Santo”. Le parole del Papa ai giovani, prosegue Margoni, “indubbiamente avranno bisogno di essere rimeditate per poter accompagnare il prossimo tratto di cammino personale e all’interno dei gruppi giovanili. Per una pastorale che non si limiti agli eventi straordinari, bensì da essi sappia trarre alimento e vigore per procedere nell’itinerario della ferialità quotidiana. Sappiamo che Papa Benedetto nei suoi discorsi non ama declinare facili slogan e men che meno annacquare le proposte forti che scaturiscono dal Vangelo. È stato così anche nella messa conclusiva quando ha incalzato i giovani di tutto il mondo con una serie di domande pregnanti di senso che costituiscono un profondo esame di coscienza esistenziale, valido anche per gli adulti, s’intende…”. Papa Benedetto, sintetizza Margoni, “ha proposto, testimoniandolo, il coraggio di saper andare alle questioni decisive e alte in uno stile che, da se stesso, fa percepire la dignità della propria esistenza. L’antico adagio pedagogico secondo cui «per avere tanto bisogna saper chiedere tanto» conferma e sostiene”.

Il messaggio ai giovani. “La consegna di Benedetto XVI ai giovani a Sydney – afferma Alessandro Rondoni, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro) – è portare il mondo a Cristo attraverso di loro, testimoni della grandezza di Dio. Un compito impegnativo e affascinante che spinge le nuove generazioni a confrontarsi con la tradizione della Chiesa, in una verifica personale della vita individuale e sociale… Il Papa ha dimostrato ancora una volta di prendere sul serio i giovani”. Per Rondoni, “il messaggio di gioia e di bellezza propagatosi da Sydney è qualcosa che vince la paura e i vuoti interiori. Il Papa sa bene che il tempo della giovinezza non è solo anagrafico ma attraversa l’intera esistenza umana se riguarda il cuore, cioè il desiderio di rapporto con l’infinito in ogni istante della vita. Per questo ha invitato i giovani a donarsi, aprendo il cuore e non accontentandosi del benessere materiale”. Si tratta, aggiunge Rondoni, di “una chiamata impegnativa che permea la vita di quei giovani, non lasciandoli solo nell’entusiasmo, sia pure intenso, della Gmg. Nella festa multicolore certamente si è visto un dono dello Spirito ed è proprio lì, in mezzo a loro, che il Papa è sceso in profondità, ponendosi come un pastore, un maestro che ha voglia di comunicare. In una società malata di fragilità, avere voglia di trasmettere un messaggio di verità ai giovani, facendo per questo anche tanti chilometri, è un compito educativo che Benedetto XVI offre profeticamente per un futuro di speranza per tutta l’umanità”. Per Agostino Clerici, direttore del Settimanale della diocesi di Como, il Papa “è stato veramente coraggioso nel proporre meditazioni così dense, che avranno sicuramente bisogno di un’attenta” riflessione.

Voglia di fraternità. La Giornata mondiale della gioventù – ricorda Luigi Taliani, direttore di Emmaus (Macerata) – è “un’esperienza di fede che avrà una ricaduta nella quotidianità… I momenti vissuti nel continente australiano sono autenticamente veri: nessuno ha obbligato questi giovani a fare lunghi tragitti, a passare così quindici giorni delle loro vacanze”. Ciò che più colpisce, secondo Taliani, “è la «connivenza» che c’è tra loro, il bisogno di salutarsi, di ritrovarsi e di dirsi la loro amicizia. Si tratta della gioia di esistere insieme come cristiani nel mondo. Non è una fede che si sovrappone all’uomo… Benedetto XVI nei discorsi ai giovani parla alla loro intelligenza con un linguaggio accessibile. Quella attuale è una generazione più preoccupata di quella che l’ha preceduta. Il mondo non va bene, le questioni sono estremamente serie e danno a questi giovani l’impressione che l’uomo può perdersi in maniera irrimediabile”. Proprio come è successo a Nicole, la sedicenne di Rovigo deceduta dopo aver assunto droga a un “rave party” al Lido di Venezia. Nelle stesse ore, nota Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “a Sydney, centinaia di migliaia di giovani concludevano la Gmg”: “Due modi diversi di essere giovani. Giovani «profeti di una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dall’egoismo». E giovani impantanati in «un deserto spirituale: un vuoto interiore, una paura indefinibile, un nascosto senso di disperazione». Tremende e stupefacenti, allo stesso tempo, le domande del Papa: «Che cosa lascerete voi alla prossima generazione?… State costruendo qualcosa che durerà?». Che cosa lascerà la festa di Sydney? E cosa lascerà il rave di Venezia?”. Secondo Rini, “non sono solo i giovani a doversi interrogare. Tutti gli uomini e le donne sono interpellati e provocati. Soprattutto i genitori… Ma non trascuriamo coloro che hanno in mano le leve del potere politico e culturale”.

Non solo “cronache”. “Di cosa ha parlato Benedetto XVI ai giovani della Gmg?”, è l’interrogativo che apre la riflessione di Cesare Contarini, direttore della Difesa del Popolo (Padova). “Non è facile – argomenta Contarini – farsene un’idea precisa dalla stampa italiana: sorvolando sui messaggi ai giovani, le testate giornalistiche nazionali hanno dato ampio risalto alle parole – chiare, dure, senz’appello – del Papa contro i preti che si sono macchiati di crimini sessuali ai danni di minori. Certo, papa Ratzinger affrontava un ambiente particolare, erano attesi gesti e parole (e non sono mancati), ma ridurre tutto, o quasi, al problema pedofilia! Un’altra prova che la realtà non è ciò che avviene, ma quello che «scelgono» stampa e tv”. Infatti, spiega Contarini, se si confronta “lo spazio dato all’evento Gmg in sé, e ai contenuti in particolare, con le paginate per altri appuntamenti e situazioni (a volte proprio «inconsistenti», come le messe del duo Milingo-Sguotti), si rileva facilmente che proprio poco si è parlato dei veri protagonisti di Sydney, i giovani della Gmg. Certo, non è facile sintetizzare lunghi interventi né andare al succo di discorsi importanti e impegnativi: se appena appena si riprendono temi morali a impatto sociale (ecologia, aborto…), lo Spirito Santo è argomento troppo arduo anche per cronache esperte! Più comodo rifugiarsi nel folcloristico o, appunto, nella tragedia degli abusi sessuali”.

La carta e la Parola. Anche Corrado Avagnina, direttore dell’ Unione Monregalese (Mondovì), rileva che “i mass-media hanno semplificato al massimo i messaggi che il Papa ha inviato dalla lontana Australia, all’interno di una inedita Giornata mondiale della gioventù, a Sydney… E così sono rimbalzati, con un’eco mediatica rilevante, quasi soltanto i richiami di Benedetto XVI sugli orrori della pedofilia che ha coinvolto anche preti e religiosi, nonché sull’urgenza di prendersi cura del creato in un atteggiamento ecologico efficace, educativo, impegnativo, capace di pensare al futuro del pianeta”. Il Papa, ribadisce Avagnina, “ha approfondito molti altri temi, in particolare cercando di cogliere le attese e le ansie delle nuove generazioni, talora disorientate di fronte al senso della vita, magari incerte sul terreno della fede, spesso confuse su scelte coraggiose da operare, sovente inclini alle mode che vanno al ribasso. Sappiamo che le chiavi di lettura che oggi tengono banco sono poco sensibili a queste questioni di spessore spirituale, religioso ed umano. Si preferisce dare spazio a ciò che si immagina di un certo impatto, diciamo così, «forte» o «intrigante» o «di attualità». Per noi, per il Papa, per tanti… tutto quanto ruota intorno all’uomo che cerca la sua dignità, il suo domani, il significato ai suoi giorni… è di attualità stretta e pungolante. Ma non molti condividono queste preoccupazioni inclusive”. Dello stesso avviso Maurizio Ceriani, vicedirettore del Popolo (Tortona). Benedetto XVI, sottolinea Ceriani, “ha attirato a sé folle di giovani dal mondo intero, alle quali ha annunciato parole «vecchie» di due millenni, che dovrebbero essere definitivamente «tramontate» almeno per i giovani. Se il tarlo del dubbio iniziasse a corrodere la carta stampata di molte testate! Insinuasse il sospetto che quella Parola è l’unica vera «Parola giovane e nuova» e, per questo, attira i cuori giovani! Allora sì che si aprirebbero molti interrogativi anche nelle menti più riluttanti al mistero di Dio che abita le pieghe della storia. E dal dubbio le intelligenze di buona volontà alla fine approdano sempre allo splendore della verità”.

Dall’Australia alla Romagna… a Timor Est. “Tornate a casa rinvigoriti dalla forza dello Spirito Santo. Siate testimoni di Cristo risorto, speranza dei giovani e della intera famiglia umana!”. Questa – ricorda Piero Altieri, direttore editoriale del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) – è la “consegna” che “papa Benedetto con l’entusiasmo del suo cuore giovane” ha affidato, al termine della Gmg, “a tutta la Chiesa nel mondo, a ogni Chiesa nei diversi continenti, anche alla nostra Chiesa”. Per Altieri, “dalla speranza che è scaturita dalla Gmg ospitata dalla Chiesa e dal popolo di Australia, viene un forte richiamo per vivere la forza del Vangelo che ha saputo e sa trasformare le giovani coscienze e immettere linfa vitale nella vita pubblica, per un mondo nuovo e diverso, dove la vita sia accolta e non temuta, dove l’ambiente sia rispettato, ammirando l’opera creatrice di Dio, dove la pace trionfi sui conflitti e gli egoismi che devastano la vita, le cose e il futuro di grande parte dell’umanità”. Questa stessa speranza, scrive Altieri, “porteranno, tornando a casa qui in Romagna, i giovani che hanno vissuto la preziosa avventura”.
Dalla Romagna a Timor Est: Ivan Maffeis, direttore di Vita Trentina (Trento), negli stessi giorni della Gmg si trovava a Timor Est, “ad un braccio di mare dall’Australia”. “L’aria – racconta Maffeis – ha portato, in questo Paese del Sud-Est asiatico, l’eco dei canti delle centinaia di migliaia di pellegrini – fra i quali una novantina di trentini – che hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù… La Repubblica democratica di Timor Est oggi compie 6 anni. Una Repubblica bambina, che – come i bambini – sa riconoscere con più immediatezza la portata della consegna con la quale Benedetto XVI ha concluso la Gmg di Sydney. Raccolte da questo litorale, le sue parole interpretano il desiderio di futuro che si legge sui volti dei giovani timorensi”.

(25 luglio 2008)

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