La via dei microprogetti

ESPERIENZE E PROGETTI

Contribuire alla formazione e alla iniziativa sul territorio e negli ambienti degli animatori della comunicazione e della cultura, rilanciando l’impegno educativo nell’uso responsabile dei media. È lo scopo del Copercom (www.copercom.it), coordinamento per la comunicazione nato “al fine di favorire la riflessione e il coordinamento di varie associazioni nazionali che si interessano alla comunicazione”. Così il Direttorio Cei sulle comunicazioni sociali, “Comunicazione e missione”, parlando della presenza dell’associazionismo cattolico nei vari ambiti mediatici. Ad oggi sono 25 le associazioni aderenti al Coordinamento, che dal 2005 ha dato vita a un laboratorio “Animatori cultura e comunicazione”.

Tanti “piccoli passi”. Nato raccogliendo esponenti delle diverse associazioni aderenti, il laboratorio si è ora arricchito dalla presenza di diversi partecipanti al corso di formazione “Anicec” tenutosi nel 2007 e opera d’intesa con l’Ufficio nazionale Cei per le comunicazioni sociali. L’obiettivo di fondo, dichiarato fin dall’inizio, è quello di “dare vita – sottolinea il presidente del Copercom, Franco Mugerli – nelle rispettive realtà ad esperienze che coinvolgano sempre più persone, grazie all’impegno dell’animatore cultura e comunicazione”. La strategia è quella dei “piccoli passi”, promuovendo microprogetti da realizzarsi a livello territoriale (parrocchiale o diocesano) oppure nell’ambiente (associativo, scolastico, universitario ecc.). E le risposte, fin dall’inizio, non sono mancate – da diverse rappresentanze diocesane dell’Azione cattolica al Med-Media education, dall’Age e Agesc (associazioni di genitori) all’Uciim (insegnanti medi), dal Movimento per la vita, all’Ordine francescano secolare e alla Fuci – le associazioni facenti parte del Copercom hanno messo a frutto gli stimoli ricevuti e dato vita a incontri, pubblicazioni cartacee e multimediali, corsi di formazione e altre iniziative in linea con gli obiettivi prefissati.

Dal messaggio del Papa. A fine 2007 è rilanciata l’attività del laboratorio iniziata nel 2005 , le cui fila si sono ingrossate con i nuovi partecipanti provenienti dal corso “Anicec” e desiderosi di mettere al servizio di altri le competenze acquisite. Il filo conduttore è stato il tema della 42a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, celebratasi lo scorso 4 maggio, e il relativo messaggio del Papa: “I mezzi di comunicazione sociale: al bivio fra protagonismo e servizio. Cercare la verità per condividerla”. Attorno ad essi hanno ruotato le diverse attività formative e i microprogetti che stanno vedendo la luce. Compito del Copercom, difatti, è motivare e supportare gli animatori suscitando riflessioni e stimoli per iniziative concrete. Dal febbraio scorso si sono avviati incontri formativi a distanza, che si tengono ogni mercoledì via internet. Chi vi partecipa entra in un’area riservata, dove può assistere a una diretta audio e video e interagire in tempo reale con i relatori e gli altri utenti collegati attraverso un sistema di chat.

Dirette web e comunicazione dei volti. “Nelle dirette web – dice Paolo Bustaffa, vicepresidente Copercom con l’incarico per la formazione – abbiamo proposto spunti di riflessione e d’impegno su quattro temi ricavati dal messaggio del Papa: i media creatori di eventi, l’info-etica e la deontologia professionale, la questione dell’audience, un «codice etico del fruitore»”. Oltre ad essi, sono stati affrontati argomenti di attualità con riflessi mediatici anche con ospiti qualificati come mons. Dario Edoardo Viganò, docente di teologia della comunicazione alla Pontificia università lateranense, e don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali. Questa prima fase del percorso on line terminerà a fine giugno. “In questo percorso non dimentichiamo mai che la comunicazione più genuina, la madre di tutte le comunicazioni – aggiunge Bustaffa – è quella dei volti: non poteva dunque mancare un appuntamento residenziale, che ha visto convenire a Roma quanti, anche provenendo dalla bella esperienza Anicec, vogliono partecipare al laboratorio Copercom. Si è trattato di due giorni seminariali, a fine febbraio, durante i quali le relazioni si sono alternate ai momenti di discussione, confronto e progetto alla luce del direttorio Cei. Ora stiamo pensando insieme altri programmi per il futuro, sempre con la preoccupazione di offrire un servizio umile e fecondo al territorio e ai diversi ambienti. Insomma, Copercom é un tentativo di risposta all’invito di Pietro a comunicare anche con i linguaggi dei media, la ragione della speranza che è in noi”.

(2 maggio 2008)

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