Nota SIR

Settimana Sociale

“Sembra che diventi sempre più friabile il vincolo sociale e si prosciughi quel tipo di solidarietà su cui una comunità strutturata deve fare affidamento, se vuole essere un Paese-non-spaesato”. La preoccupazione del presidente della Cei ha attraversato ieri, seconda giornata della Settimana Sociale, gli interventi che hanno messo a confronto il bene comune con l’economia, la globalizzazione, il mercato, l’impresa.

La solidarietà non è un concetto astratto, é l’altro nome della comunicazione tra le persone. L’aver rimosso o svuotato il significato e il valore della persona l’ha impoverita e oggi giustifica scelte che portano in tre direzioni: profitto, consumismo, precarietà. Tutte e tre lontane e fuori dal tema della solidarietà.
Al mercato si chiede di produrre quanta ricchezza è possibile, allo Stato di ridistribuirla: equilibrare i compiti è tutt’altro che facile. Ma, la lacuna è l’aver dimenticato che non è sostenibile una società in cui, assente la persona, si estingue il senso di fraternità e si dissolve il principio di solidarietà. Non è capace di progredire quella società in cui hanno voce solo il “dare per avere” oppure “il dare per dovere”.

Anche in campo economico, Davide contro Golia. Una sfida che nessuno pensa di affrontare a cuor leggero. Viene chiesto un supplemento di progetto e azione. Ai cattolici si aprono nuove possibilità “per continuare a tessere una trama di responsabilità” capace di incidere nella storia. Un percorso impegnativo che esige competenza, lungimiranza per non rimanere su una strada lastricata di buoni propositi e utopie.

Se i cattolici italiani lo seppero intuire e avviare cento anni addietro dando vita a esperienze di indiscutibile e indiscusso valore sociale ed economico perché non potrebbero ripeterlo oggi in risposta alle nuove esigenze? Il Convegno ecclesiale di Verona, nell’ottobre dello scorso anno, ha consegnato soprattutto ai laici il messaggio della speranza non come slogan ma come appello alla responsabilità. La Settimana Sociale, che ha il respiro del progetto culturale, sta incominciando a rispondere. Siamo solo all’inizio, un buon inizio.

(20 ottobre 2007)

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