Le parole e gli eventi (3)

VERONA CONTINUA

Due immagini del Convegno Ecclesiale di Verona, il volto della Madonna della Misericordia, venerata nella diocesi, e un titolo grande: “Rigenerati nella speranza per comunicare il Vangelo”. Basta il manifesto del convegno diocesano del 15-16 settembre, per aver chiare le linee di fondo del cammino della Chiesa di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia nel prossimo anno pastorale. Attorno al tema della speranza e agli ambiti esistenziali in cui testimoniarla, il vescovo Claudio Giuliodori ha disegnato davanti a una platea numerosa il volto di una Chiesa locale rinnovata, i cui tratti sono l’Eucaristia, una testimonianza credibile, la centralità della famiglia, i giovani, la carità e l’accoglienza, la cultura e la tradizione locale. Sullo sfondo, anche il “sì di Dio” ricordato dal Papa al Convegno Ecclesiale nazionale, da cui – ha spiegato il vescovo – “nasce un rinnovato slancio missionario”.

Dalla Nota pastorale dopo il Convegno di Verona ha preso le mosse anche la tre giorni del clero di Concordia-Pordenone, durante la quale monsignor Ovidio Poletto ha presentato il cammino del nuovo anno pastorale. Accompagnate dall’icona delle Beatitudini, le linee programmatiche mirano a generare “nuovi stili di vita” nell’esperienza quotidiana, attraverso “gesti di carità, di perdono, di purezza di cuore, di fedeltà, di veridicità”. Ai consigli pastorali parrocchiali il compito di individuare alcune scelte concrete, che emergano “come proprio segno condiviso”.
Per la diocesi di Ales-Terralba il 2007-2008 sarà l’anno della speranza. Il piano quinquennale proposto da monsignor Giovanni Dettori, intitolato “Testimoni di Gesù risorto dalla Parrocchia ai luoghi del vivere”, indica l’Eucaristia, la domenica e la liturgia come contenuti principali dell’anno, insieme all’approfondimento di alcune tematiche sociali e ad un convegno per giovani cristiani sulla realtà del volontariato. “La formazione cristiana – scrive il vescovo – non può prescindere dalla vita quotidiana della persona. È infatti dentro le grandi aree dell’esperienza personale e sociale che il credente deve percepire e valutare le sfide che si pongono al suo impegno di testimone”.

Il rinnovo degli organismi di partecipazione ecclesiale indirizza il cammino della diocesi di Padova. “Abbiamo bisogno di cogliere il significato ecclesiale e la finalità spirituale di questi organismi”, ha spiegato monsignor Antonio Mattiazzo durante l’assemblea pastorale di inizio anno. “Essi infatti, se ben compresi e correttamente realizzati, manifestano il volto di una Chiesa comunionale, ricca di carismi, ministeri e servizi, operante come popolo di Dio inserito nella storia, capace di discernimento e corresponsabilità, docile all’azione dello Spirito”. A evidenziare il legame tra gli orientamenti della Chiesa locale e le prospettive emerse dal quarto Convegno Ecclesiale è una scelta significativa: il documento con le linee pastorali diocesane comprende al suo interno il messaggio alla diocesi dei delegati padovani all’assise veronese, sotto il titolo: “Chiesa, popolo in cammino”.

L’unione sponsale, “icona della tenerezza di Dio per l’uomo”, è al centro del cammino della diocesi di Matera-Irsina, aperto da una lectio divina guidata dall’arcivescovo Salvatore Logorio. L’attenzione alla famiglia esprime anche “una responsabile e matura presa di coscienza del primato della persona”. Per questo, continua il pastore, “con maggiore decisione abbiamo rivolto lo sguardo su Cristo e siamo mobilitati ad accogliere e far nostra la sua missione, che consiste nell’annunciare la Speranza”. Da alcuni anni la diocesi di Piacenza-Bobbio sta riflettendo sull’iniziazione cristiana. Il taglio scelto quest’anno dal vescovo Luciano Monari è quello che mette al centro la radice battesimale della testimonianza cristiana. Eletto vescovo di Brescia, prima di lasciare la diocesi il pastore ha indirizzato alla Chiesa emiliana una lettera in cui richiama le scelte maturate nel cammino degli ultimi anni: mettere il riferimento alla comunità ecclesiale al centro dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, farsi vicini a chi è più debole e in difficoltà, anche attraverso l’articolazione delle parrocchie in “piccole comunità a dimensione umana”, istituire un servizio catecumenale in tutte le unità pastorali. “Nella consapevolezza del dono ricevuto – scrive Monari – nasce la testimonianza cristiana, che prende la forma della dedizione e della passione per il bene di ogni uomo”.

Ripartire con slancio. Lo chiede alla Chiesa di Ferrara-Comacchio monsignor Paolo Rabitti, che ha aperto il nuovo anno con una relazione davanti al presbiterio diocesano. Al cuore del programma pastorale, l’arcivescovo mette il Padre nostro, definito un “vangelo abbreviato” cui ritornare e da ridonare ai fratelli. In particolare, il prossimo sarà l’anno del “sia santificato il tuo nome”, con un’attenzione specifica per il laicato, la cultura, le vocazioni sacerdotali e il seminario. Sul tema della vocazione insiste anche monsignor Dante Lafranconi, vescovo di Cremona. Presentando le linee pastorali 2007-2008, il pastore si è soffermato sulla necessità di persone che si consacrino a Dio. “Non basta avere degli ottimi professionisti”, ha affermato. “Prima di tutto c’è bisogno di persone appassionate al Regno che non contano le fatiche, né le ore, con una disponibilità totale a servire. È proprio ciò che rende bella la Chiesa”.

Ernesto Diaco

(21 settembre 2007)

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