Un’amara impressione

SCIENZA E VITA

Il Parlamento europeo ha approvato in questi giorni il regolamento sui medicinali per terapie avanzate, regolamento che intende creare un quadro normativo armonizzato per i prodotti destinati alla terapia genica e alla terapia cellulare somatica e quelli di ingegneria tessutale.

Queste terapie si basano su approcci genici e cellulari per prevenire e trattare malattie o disfunzioni del corpo umano, come il cancro, il diabete, il morbo di Parkinson e altre patologie neurodegenerative. Il regolamento può considerarsi adottato definitivamente e potrà quindi entrare in vigore dopo che i Ministri lo avranno approvato formalmente: si prevede a metà del prossimo anno.

Si stabilisce una procedura di autorizzazione unica, permettendo così alle ditte farmaceutiche di non dover richiedere 27 autorizzazioni nazionali. Si fissano anche delle norme rigorose in materia di valutazione e di sorveglianza delle terapie per le quali è chiesta un’autorizzazione alla commercializzazione. Sicurezza giuridica e semplificazione delle procedure per le imprese e per gli ospedali, sicurezza sanitaria e miglior accesso alle cure per i pazienti e gli ospedali, è questo il doppio obiettivo del regolamento adottato.

C’è, però, un aspetto che ha creato non poche difficoltà e che è destinato ad accendere un vivace dibattito. Riguarda il prelievo delle cellule staminali adatte ad intraprendere le terapie; come è noto, tali cellule possono essere prelevate da adulto o da embrione. In questo secondo caso, è inevitabile la distruzione. Inoltre, potrebbe esserci anche la possibilità dell’utilizzo di materiale proveniente da cellule germinali, che sono quelle deputate a trasmettere la vita. Su questi punti la maggioranza parlamentare non ha accolto gli emendamenti di chi domandava di fare chiarezza, tutelando l’embrione e non concedendo l’autorizzazione a prodotti che modificano la linea germinale umana, o che sono derivati da ibridi o da chimere umane.

In questo modo il Parlamento europeo – 403 voti a favore e 246 contrari – ha rinviato le questioni etiche alla decisione dei singoli Stati membri. Ne nascerà una confusione: la vendita di un medicinale sarà permessa in un Paese e vietata nelle farmacie di una altro, con l’inevitabile conseguenza che il primo sarà considerato all’avanguardia, mentre, il secondo sarà considerato arretrato. La recente decisione del Parlamento lascia un’amara impressione. A Strasburgo le preoccupazioni etiche sono sempre meno rilevanti, contano sempre più quelle tecniche ed economiche. Eppure, aspetti così delicati sono inscindibilmente scientifici e morali.

La Santa Sede, già nel 1998, poneva l’attenzione sul punto nevralgico del nostro tempo: “Il fatto che gli esseri umani non nati e gli embrioni umani non siano esplicitamente protetti apre la porta, in modo particolare nel campo degli interventi genetici, alle discriminazioni ed alle violazioni della dignità umana (“Osservazioni sulla Dichiarazione Universale sul Genoma Umano e i Diritti dell’Uomo”).

“Non tutto ciò che è tecnicamente possibile, è anche eticamente lecito”. Principio fondamentale dei nostri tempi. Anche se, probabilmente, limita gli interessi di potenti ditte farmaceutiche ed istituti di ricerca. Rifletta il Parlamento europeo quando afferma di voler essere dalla parte dei cittadini europei.

Marco Doldi – teologo moralista

(27 aprile 2007)

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