Si incominciò nel 1950

EUROPA: 50 ANNI

“Pace e stabilità, libertà e democrazia, prosperità, occupazione e crescita”. Sono i valori condivisi ed i risultati ottenuti che i cittadini europei festeggiano in occasione del cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Mezzo secolo di integrazione che rappresenta il più importante processo di pacificazione e cooperazione nella storia dell’umanità. Rivediamo le tappe principali fino ai giorni nostri. Primo passo. Il 9 maggio 1950 il Ministro degli esteri francese Robert Schuman formula la proposta di mettere in comune a livello europeo la produzione e la commercializzazione del carbone e dell’acciaio, materie prime dell’industria bellica. È il primo passo formale dell’integrazione europea. Non a caso, il 9 maggio è stato designato come “Giornata dell’Europa” in memoria della Dichiarazione Schuman. Grazie all’impulso di personalità quali Konrad Adenauer, Alcide de Gasperi, Jean Monnet e Paul-Henry Spaak, sei Governi aderiscono al progetto di Schuman e firmano il 18 aprile 1951 a Parigi il Trattato istitutivo della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca): Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. La CEE. Nel 1954 fallisce il progetto di Comunità Europea di Difesa, embrione di Europa politica. Un anno dopo, però, nel corso della Conferenza di Messina, i Ministri degli esteri dei 6 Paesi fondatori delineano i contorni della Comunità economica europea (Cee): è il 25 marzo 1957 quando in Campidoglio a Roma si firmano i Trattati istitutivi della Cee e dell’Euratom, la Comunità per l’energia atomica. Fase di stallo. Nell’agosto del 1961 viene eretto il Muro di Berlino, evento che assieme alla scelta britannica di non aderire al progetto comunitario conferma lo stallo dell’unificazione politica all’interno di un continente segnato dalla guerra fredda. Nel 1962 nasce la Politica agricola comune, nel 1963 le Comunità firmano il primo accordo internazionale di cooperazione con i Paesi ACP (Africa, Caraibi, Pacifico). Il 1968 è l’anno di abolizione dei dazi doganali fra Stati membri, anticamera del progetto di moneta unica e del meccanismo di oscillazione limitata dei cambi introdotto nel 1972. Le adesioni. Si inaugura la stagione delle adesioni, ventuno fino ad oggi. Nel 1973 entrano Danimarca, Irlanda e Regno Unito: seguono la Grecia (1981), il Portogallo e la Spagna (1986), l’Austria, la Finlandia e la Svezia (1995) e più recentemente (2004) otto Paesi dell’Europa centro-orientale (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria) assieme a Cipro e Malta. Dal gennaio 2007 sono infine membri dell’Unione Europea anche Bulgaria e Romania. Il Parlamento Europeo. Il 1974 è l’anno della creazione del Fondo europeo di sviluppo regionale, strumento finanziario di gestione della politica di coesione per lo sviluppo delle Regioni più povere delle Comunità. Nel 1979 l’Europa dei cittadini batte il primo colpo con le elezioni a suffragio universale diretto per il Parlamento europeo, i cui poteri sono rafforzati dall’Atto unico europeo del 1986 che delinea le competenze europee in materia di tutela dell’ambiente e liberalizzazione del commercio. L’Unione. Il crollo del Muro di Berlino nel 1989 ed il conflitto nell’ex-Jugoslavia del 1991/92 danno il via al periodo di riforme istituzionali. Nel 1992 si firma il Trattato di Maastricht, momento di svolta per la moneta unica, la politica estera e di sicurezza comune, la cooperazione sulla giustizia e gli affari interni: a Maastricht le Comunità Europee assumono formalmente la denominazione di “Unione europea”. L’Accordo di Schengen di apertura delle frontiere entra in vigore nel 1995, mentre è del 1997 la firma del Trattato di Amsterdam che aumenta i poteri esterni dell’Ue e ne rafforza il ruolo in materia di occupazione e diritti dei cittadini. Il 1° gennaio 1999 l’Europa festeggia l’introduzione dell’euro per le transazioni finanziarie, cui fa seguito per 11 Stati “pionieri” la circolazione delle monete e delle banconote all’inizio del 2002. Il cambio di secolo saluta la firma del Trattato di Nizza – che definisce l’attuale architettura istituzionale ed introduce la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – e l’adozione della Strategia di Lisbona con l’obiettivo ambizioso di “fare dell’Ue entro il 2010 l’economia più dinamica al mondo basata sulla conoscenza”; la Strategia di Goteborg del 2002 aggiunge a Lisbona i capitoli dello sviluppo sostenibile e della tutela ambientale. Un’incognita. Al termine di diciotto mesi di lavoro dedicati al riordino dei Trattati ed alla definizione delle competenze e del funzionamento dell’Europa allargata, la Convenzione sul futuro dell’Europa presenta il Progetto di Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, firmato dai Capi di Stato e di Governo nell’ottobre del 2004: malgrado l’ininterrotto processo di ratifica da parte dei Parlamenti nazionali, l’eventuale adozione della Costituzione Ue rappresenta oggi un’incognita a seguito del voto negativo dei referendum in Francia e in Olanda.

(21 marzo 2007)

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