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RASSEGNA STAMPA

In primo piano sulla stampa tedesca la visita del Papa in Turchia. Sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung (29/11) si legge: “Papa Benedetto XVI vede nella sua visita in Turchia una visita pastorale, ma il primo giorno è stato contraddistinto dalla politica. Il presidente dei ministri Erdogan, che originariamente aveva fatto sapere che né lui né il ministro degli esteri Gül avrebbero ricevuto il Papa, è apparso ad Ankara prima della partenza al vertice Nato per salutare l’ospite proveniente da Roma. Si è convinto per qualcosa di più amichevole per ragion di Stato oppure è stato programmato così fin dall’inizio? Da un punto di vista strategico, questo gioco con il Papa non è da uomo politico”.

Su Die Welt, Boris Kalnoky scrive: “L’autorità massima cattolica desta molte speranze nella Turchia. Gli islamisti tuonano contro Benedetto nell’intento di conquistare voti. Anche il presidente dei ministri Erdogan, ha buoni motivi per essere entusiasta del suo ospite. “In questo sfondo, il resto della visita papale diventa sono una cornice nei media turchi: l’incontro con il patriarca ortodosso Bartolomeo I, l’avvicinamento tra Chiesa occidentale e orientale, le lagnanze sulla situazione dei cristiani in Turchia. Il Papa quale “propugnatore” di un ingresso della Turchia nell’UE, proprio nel momento in cui la stessa UE intende sospendere almeno in parte la procedura, sarebbe davvero un aiuto insperato per Erdogan”.

La Süddeutsche Zeitung commenta: ” L’Europa val bene un’andata all’aeroporto, deve essersi detto… Erdogan, quando si è dato una mossa e ha improvvisamente trovato un momento libero nell’agenda degli appuntamenti da dedicare a Papa Benedetto XVI”. E sulle parole del Papa in merito all’ingresso nell’Ue prosegue: “Il Papa non ha volutamente parlato da politico… Egli ha invece parlato delle possibilità di un Paese tra Europa e Asia, in cui, come in nessun altro Paese si deciderà, se la convivenza tra cristiani e musulmani può funzionare o no”.

Infine, Gerd Höhler della Frankfurter Rundschau (28/11) osserva: ” Solo ora, Ankara comincia a comprendere la pubblicità globale portata dal viaggio papale, il fatto che la visita porterà la Turchia sotto i riflettori, con probabili implicazioni anche per la candidatura della Turchia per l’ingresso nell’Ue”.

“Oggi, cinque anni dopo l’attacco alle torri del WTC di New York, non sbaglierò di molto, se dico che il dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani è in crisi profonda. Anzi, è diventato – in un certo senso – un monologo cattolico-cristiano. Mentre le relazioni tra la civiltà occidentale e quella dell’islam hanno la forma di un confronto permanente”, scrive sul mensile dei gesuiti polacchi PRZEGLAD POWSZECHNY (11/2006) padre Ryszard Wtorek, missionario che vive e lavora al Cairo, in Egitto. Anche nel numero di dicembre il mensile prosegue il tema del dialogo interreligioso con l’islam, pubblicando l’intervista a Samir Khalil Samir, rilasciata alla rivista italiana “Aggiornamenti Sociali” e affermando: “Oggi, tra l’Europa e il mondo musulmano si avvertono delle tensioni, spesso inasprite da quelli che dall’una e dall’altra parte sembrano appoggiare lo scontro. I segni dei tempi come il numero crescente dei fedeli musulmani che vivono in Europa, e la sfida del terrorismo d’origine islamista ci obbligano a trovare un punto d’incontro tra le diverse culture e fedi per approfondire la reciproca conoscenza”.

Commentando la visita del papa in Turchia, Artur Stopka , sul sito web www.wiara.pl  afferma che il viaggio è ” Il successo comune di Benedetto XVI e della Turchia”. “Il pellegrinaggio di Benedetto XVI in Turchia – sottolinea – sin dalle prime ore è una prova che il successore di Giovanni Paolo II è un uomo del reale dialogo, cioè di quello nel quale entrambe le parti si considerano alla pari e hanno uguali diritti”.

Anche i quotidiani francesi dedicano ampio spazio alla visita del Papa. “Il Santo Padre riafferma con forza e chiarezza i principi del Vaticano II. E’ ciò che speravo, soprattutto dopo il nostro incontro dell’11 novembre” osserva l’islamologo algerino Mustapha Cherif, intervistato dal quotidiano cattolico LA CROIX (29/11). Cherif, esperto di dialogo interreligioso, è stato ricevuto, su sua richiesta, in udienza da Benedetto XVI l’11 novembre scorso ed esprime soddisfazione per i richiami fatti dal Papa, in Turchia, ” al Concilio Vaticano II, che ha inaugurato la politica della stima, della fraternità e del dialogo, segno di una chiarezza senza ambiguità”. Per Cherif, ” il punto centrale dei discorsi di Benedetto XVI” è l’affermazione secondo la quale “la pace autentica ha bisogno della giustizia. Il Papa – spiega l’islamologo – ha denunciato, come noi speravamo, il disordine politico e gli squilibri economici, sottolineando la necessità di fare rispettare le decisioni internazionali e instaurare un autentico dialogo, a tutti i livelli”. Per Cherif , inoltre, il Pontefice “non solo ha espresso grande stima per i musulmani, ma ha anche manifestato con chiarezza il proprio desiderio di un dialogo nel mutuo rispetto, oltre all’importanza di lavorare insieme” nella prospettiva di ” un avvenire di coesistenza fondata sull’intenzione di fare fronte insieme alle sfide comuni delle ingiustizie, dell’emarginazione della religione e del laicismo, della legge del più forte”.

“Diplomazia papale” è il titolo dell’editoriale del quotidiano LE MONDE (30/11). “Poco prima di atterrare ad Ankara, martedì 28 novembre, Benedetto XVI aveva detto ai giornalisti che il suo viaggio in Turchia non sarebbe stato politico. E di sicuro non lo è stato, fin dal primo giorno ” si legge nel testo. Eppure “la giornata del Papa ad Ankara ha utilmente rinnovato il dibattito sul ruolo della Turchia in Europa. Nel clima teso di questa visita – osserva l’autore del pezzo – ogni parola di Benedetto XVI era cesellata, ogni gesto misurato”, e se il Pontefice parla di Turchia come di ” ponte tra Occidente e Oriente” e ” cerniera tra Europa ed Asia”, “di quale Turchia e di quale Europa si sta parlando?” si interroga Le Monde, rilevando che “sulla questione dell’identità il Papa si ostina. Rispetta la Turchia laica, rende omaggio al mausoleo di Kemal Atatürk” , ma “distingue la laicità dal laicismo” chiedendo “in un Paese laico, al 99% musulmano, dove la libertà di culto è riconosciuta ma le minoranze cristiane reclamano più libertà, un’autentica libertà religiosa garantita istituzionalmente ed effettivamente rispettata. Un modo – che non piacerà ad Ankara – di rammentare che i cosiddetti criteri di adesione di Copenaghen comprendono il rispetto delle minoranze religiose, e che anche su questo terreno la Turchia sarà attesa e giudicata”.

Ampia eco della visita anche sulle prime pagine dei quotidiani turchi del 29/11. Mentre CUMHURIYET e THE NEW ANATOLIAN raccontano compiutamente la prima giornata del viaggio apostolico, con grande risalto all’incontro del Papa con il premier Erdogan, il presidente Sezer e il capo del direttorato degli affari religiosi, Alì Bardakoglu, HURRIYET fa notare il dissenso dei capi dei due principali partiti di opposizione, il Chp, che definisce ” impropria la scelta del periodo per questa visita” da parte del Governo e Anavatan che dà il “benvenuto al Papa” e critica Erdogan e il suo modo di gestire il viaggio il cui fine “è l’incontro con il patriarcato greco al Fanar”. L’editorialista di Hurriyet, Oktay Eksi, commentando la visita di Benedetto XVI scrive che “il Papa è abbastanza saggio da non aspettarsi fiori e abbracci dal popolo turco. Si è dimostrato educato e gentile rivolgendo belle parole alla nazione e al suo popolo. Ricordiamo le sue parole contro l’ingresso della Turchia nell’Ue. Per questo crediamo che quelle pronunciate ieri – la Turchia ha un posto in Europa – non fossero sincere. Tutti sanno – prosegue Eksi – che Benedetto XVI pone più importanza all’incontro con Bartolomeo I, che ha lo scopo di colmare le divergenze tra chiesa cattolica ed ortodossa, piuttosto che tra cristianesimo ed islam”. “I toni concilianti di Papa Benedetto durante la visita” e “ciò che appare come un suo nuovo appoggio all’ingresso di Ankara nell’Unione europea hanno dato impulso alla sua immagine nel grande Paese a maggioranza musulmana” scrive l’agenzia di stampa www.turkishdailynews.com.tr (30/11), che sottolinea l’importanza della “speciale preghiera per la pace tra i popoli” elevata dal Pontefice il giorno prima ad Efeso, anche se informa che ” al-Qaida ha condannato la visita del Papa definendola parte di una crociata contro l’islam mirante a trascinare la Turchia fuori dal mondo musulmano”.

“Il Papa vola dentro un calderone turco”, ” Il Papa sul filo del rasoio per la sua visita più rischiosa”, “Benedetto nella tana del leone”, cosi’ TIMES, GUARDIAN , INDEPENDENT e TELEGRAPH , i quattro più’ importanti quotidiani del Regno Unito, annunciavano la visita papale alla vigilia della partenza di Benedetto XVI per la Turchia. Un viaggio documentato in ogni sua tappa, “Il Papa da’ la sua benedizione alla campagna turca per l’Unione Europea”, “Il Papa si prende cura del suo piccolo gregge”, ” Il Papa sopravvive alla sua giornata più’ pericolosa”. I “qualities” britannici hanno sottolineato la delicatezza di una visita che coincide con il dibattito sull’ingresso turco in Unione Europea e gli sforzi del Papa per non offendere i musulmani, ” Il Papa si rifiuta di scusarsi ma cerca di costruire ponti durante la sua prima visita in un paese musulmano”, così titolava il GUARDIAN il 29 novembre.

In Italia sono stati questi i titoli dei principali quotidiani nazionali del 30/11 sul secondo giorno del viaggio apostolico: ” Al Qaeda minaccia il Papa in Turchia” (CORRIERE DELLA SERA) “Al Qaeda minaccia il Papa” (REPUBBLICA), ” L’Europa congela la Turchia” (STAMPA), “La Ue congela la Turchia. Da Al-Qaeda minacce al Papa” (SOLE 24 ORE), “L’Europa tiene la Turchia fuori dalla porta” (GIORNALE), “Il Papa: pace in Terra Santa. Al Qaeda lo attacca” (MESSAGGERO), ” Allargamento, la Ue gela Ankara durante la visita di Ratzinger” (UNITA’), “Benedetto vola da Bartolomeo. Bruxelles mette Ankara in frigo” (MANIFESTO), “Abbraccio del Papa al piccolo gregge” (AVVENIRE). Proprio sul quotidiano cattolico Avvenire, mons. Gianfranco Ravasi firma l’editoriale ” Serenità brilla all’orizzonte”. ” La voce di Benedetto XVI – nota Ravasi – si fa qui appassionata e cerca di raggiungere anche Gerusalemme e tutti i confini della terra, partendo proprio dall’Anatolia ‘ponte naturale tra i continenti”. ” Una serenità – conclude – che brilla non solo nel cielo di Efeso ma anche all’orizzonte del dialogo tra fede e culture, meta ultima di questo itinerario papale”.

(01 dicembre 2006)

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