La strada percorsa

FISC: 40 ANNI

“I nostri giornali vogliono contribuire a una cultura politica che, fondata sulla libertà che viene dalla fede, unisca i cattolici, impegnati in diversi schieramenti, a operare insieme per costruire il bene comune”. Lo ha detto don Giorgio Zucchelli, presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), aprendo, ieri pomeriggio, a Roma, la I Assemblea nazionale straordinaria della Fisc, sul tema “Cattolici in politica. Liberi o dispersi?”, in occasione del 40° anniversario di fondazione della stessa Federazione. È toccato a mons. Vincenzo Rini, presidente del Sir ma anche della Fisc dal 1999 al 2004, ripercorrere la storia della Fisc nei suoi quarant’anni di vita, dopo l’intervento di Ricardo Franco Levi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’editoria, che ha illustrato il progetto di una riforma organica del settore dell’editoria.

Frutto del Vaticano II. A meno di un anno dalla fine del Concilio Vaticano II (8 dicembre 1965), “un manipolo di coraggiosi testimoni decide di dare vita alla Federazione italiana dei settimanali cattolici”. Collegando i due eventi, mons. Rini ha evidenziato che la “sfida”, “lanciata dal Vaticano II”, “trovò pronti alcuni uomini ad accoglierla e a rilanciarla non solo alle singole diocesi, ma a tutto il popolo di Dio, a tutta la Chiesa italiana”.

“La prima assemblea – ha ricordato mons. Rini – si svolse a Roma il 25 e 26 novembre 1966; Paolo VI accoglie i fondatori il 26; il 27 nasce la Fisc”, il cui “primo impegno” fu “quello della identità dei settimanali diocesani”. In tal senso, è “illuminante” il documento programmatico, elaborato nei primi due anni, dal quale “si sente il riverbero delle parole del Concilio Vaticano II: ci sono, chiarissime, le tracce dell’ecclesiologia della Lumen Gentium, della visione del mondo e della Chiesa nel mondo proprie della Gaudium et Spes, la consapevolezza del ruolo grande dell’informazione, in particolare dell’informazione ecclesiale, individuato e proposto dalla Inter Mirifica”. Per mons. Rini, dunque, la Fisc fu uno dei primi frutti della rinnovata consapevolezza della Chiesa illustrata dal Vaticano II; divenne anche, con il tempo, uno strumento efficace per fare sì che il Concilio stesso continuasse – e continui tuttora – a portare frutti nel popolo di Dio e nella società italiana”.

Strumento di comunione e formazione. Insomma, “la Fisc diventava col tempo non solo federazione di giornali, né, tantomeno, associazione di direttori, ma esperienza e strumento di comunione e di formazione”; i vari settimanali diocesani, poi, “pur conservando ognuno le proprie caratteristiche, assumevano un’autocoscienza e una identità che li accomunava e li rendeva voce plurale in comunione, della Chiesa e delle Chiese, del Paese e dei singoli territori”. Questa crescita, per mons. Rini, “portava sempre più i nostri giornali ad essere, in fedeltà, anzitutto giornali di popolo, giornali ecclesiali, giornali locali, e, semplicemente… giornali, veri giornali”.

Nel 1989 nasce il Sir (Servizio Informazioni Religiose) “da una intuizione generosa dei responsabili della Fisc ed è reso possibile grazie alla scelta pastorale profetica della Cei”. Da allora, ha osservato mons. Rini, “il Sir è cresciuto fino a realizzare un sostegno indispensabile a tutti i settimanali diocesani”. “Chiesa e gente risultano essere – ha proseguito mons. Rini – la felice sintesi della vocazione dei nostri giornali, segnalata ancora in riferimento alla appartenenza ecclesiale, al radicamento sul territorio, alla crescita di una opinione pubblica dentro e fuori l’ambito ecclesiale”. Negli ultimi dieci anni aumentano, numericamente e qualitativamente, i giornali (oggi sono 162), e si sviluppano progetti regionali.

Uno sguardo al futuro. Diversi gli incontri della Fisc con i pontefici: due volte è stata ricevuta da Paolo VI, tre da Giovanni Paolo II. Il 25 novembre ci sarà quello con Benedetto XVI. Stretti anche i rapporti con la Cei: “La FISC – e con essa i settimanali diocesani – in casa Cei non è ospite né straniera, ma a casa propria, sempre accolta, capita, sostenuta”. “Chiesa e gente risultano essere – ha proseguito mons. Rini -la felice sintesi della vocazione dei nostri giornali, segnalata ancora in riferimento alla appartenenza ecclesiale, al radicamento sul territorio, alla crescita di una opinione pubblica dentro e fuori l’ambito ecclesiale”.

Negli ultimi dieci anni sono aumentati, numericamente e qualitativamente, i giornali (oggi sono 162) e si sviluppano progetti regionali. Il presidente del Sir ha rivolto uno sguardo “al futuro”. Tra le urgenze, “è importante che la Fisc diventi essa stessa agente promotore di sensibilizzazione” affinché in tutte le diocesi ci sia un settimanale; la Fisc può, inoltre, contribuire affinché “al più presto si passi dalla splendida teoria del Vaticano II ad una vera consapevolezza e ad una prassi comunicativa più convinta”. Infine, un invito “a tutti i nuovi direttori” dei settimanali cattolici a partecipare agli appuntamenti Fisc come “arricchimento, sia dei direttori che dei loro settimanali, oltre che, naturalmente, della Federazione”.

(24 novembre 2006)

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