Il valore del territorio

FISC: 40 ANNI

A tutti i “protagonisti” della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) “il più sentito ringraziamento assieme ad un vigoroso incoraggiamento per il futuro”. È quanto ha espresso ieri pomeriggio, “a nome di tutto l’episcopato italiano”, il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, nel suo saluto – letto da mons. Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali – ai partecipanti all’Assemblea nazionale straordinaria per il 40° anniversario della fondazione della Fisc. L’Assemblea si concluderà il 25 novembre con l’Udienza dal Papa.

Strumenti di evangelizzazione. “Quella dei settimanali diocesani è una delle espressioni più antiche e, ancor oggi, più diffuse dell’impegno della Chiesa italiana nel campo dei media”. Di questo è convinto il card. Ruini. “Da oltre un secolo – ha ricordato il cardinale – molte diocesi italiane hanno adottato i settimanali d’informazione come importanti strumenti di evangelizzazione e di acculturazione, luoghi d’impegno per tanti laici”.

La Conferenza episcopale, dal canto suo, “ha sempre seguito con grande attenzione e ha sostenuto il lavoro della Federazione”. Quella dei settimanali è, per il card. Ruini, un’esperienza “tutt’altro che superata” e costituisce ancora, di fatto, “l’articolazione comunicativa più capillare di cui dispone la Chiesa italiana”. Tutto ciò, ha aggiunto, “necessita di essere continuamente ripensato sia dal punto di vista del profilo editoriale sia dal punto di vista del confronto e dell’integrazione con gli altri media di cui oggi dispone la comunità ecclesiale”, come l’Agenzia Sir, Avvenire, Sat2000, il circuito InBlu.

Un ruolo importante. In questi ultimi decenni, ha detto il card. Ruini, “sono cambiati gli scenari culturali: emerge sempre più il confronto, anche acceso e a volte aspro, sui temi fondamentali del nascere e del morire, sul rapporto tra scienza ed etica, sul valore del matrimonio e della famiglia”. In questo contesto è cresciuto, “in maniera visibile”, il ruolo della Chiesa e dei cattolici “nel porre all’attenzione di tutti il significato e le implicazioni della nuova questione antropologica”.

“Un significativo contributo” per portare dentro il dibattito odierno “un di più di consapevolezza circa i valori e i beni irrinunciabili” può venire, per il card. Ruini, “dai mezzi della comunicazione sociale e in particolare dai settimanali diocesani”. In più occasioni, ha proseguito, “avete dimostrato quanto importante sia il vostro ruolo, nei singoli territori e nel Paese, come nel caso della campagna referendaria dello scorso anno in materia di procreazione medicalmente assistita. In questo modo vi fate interpreti del diritto-dovere della Chiesa ad essere presente nel campo dei media”.

Ritorno al locale. Guardando al futuro dei settimanali cattolici, il card. Ruini ha sottolineato che mentre “le tendenze in atto confermano un maggior rischio di declino per le grandi testate nazionali”, s’intravede “una possibilità di sviluppo della stampa locale, legata a singoli territori. Nell’attuale mondo globalizzato la gente sente sempre più il bisogno di radicarsi nel proprio territorio”. All’interno di questo “ritorno al locale” i lettori preferiscono i giornali locali “in una sorta di processo di identificazione”. Di fronte a tale situazione, ha osservato il porporato, “si aprono buone prospettive e interessanti spazi per la nostra stampa diocesana. L’attuale è, dunque, un tempo favorevole per cui bisogna guardare al futuro con speranza”.

Nella società di oggi, pluralista e caratterizzata dall’emergere di culture laiciste, per il card. Ruini, è necessario “dotarsi di moderni strumenti di evangelizzazione quali sono i giornali, in grado di informare e formare l’opinione pubblica locale ai valori cristiani. I settimanali diocesani sono una concreta espressione dello slancio missionario per attuare quella nuova evangelizzazione che si rivolge al mondo parlando un linguaggio comprensibile all’uomo d’oggi”.

Alcune piste di lavoro. Il card. Ruini ha, quindi, indicato “alcune piste concrete di lavoro”. Innanzitutto, “è strategico adottare, per quanto possibile, la formula di giornali d’informazione locale”. Infatti, “proponendosi come soggetti attivi nei singoli territori, i settimanali diocesani informano in modo completo e corretto, rendono coscienti i cittadini dei fatti e dei problemi del loro ambiente, favoriscono la partecipazione civile”.

Un progetto del genere richiede di superare la fase “artigianale” per passare ad una “di vera e propria strutturazione aziendale”, nel senso di porsi in un’ottica “di qualità ed efficienza”. Bisogna, inoltre, offrire “giornali che sappiano farsi leggere dal target ‘familiare’ e ‘popolare'”, promuovere ulteriormente “progetti di sinergia” e prevedere uno sviluppo dei settimanali non “separato dagli altri strumenti della Chiesa Italiana, in particolare Avvenire, al fine di favorire una crescita comune”. Celebrando i quarant’anni e guardando al futuro della Fisc, ha concluso il card. Ruini, “possiamo ritenere che la Federazione è stata ed è, davvero, un dono di Dio per i settimanali diocesani, per le comunicazioni sociali nelle diocesi e a livello nazionale”.

(24 novembre 2006)

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