La Fisc e il campanile

FISC: 40 ANNI

La tentazione che in Italia tocca tutte le realtà pubbliche, anche la Chiesa, è quella del particolarismo. A tutti piace il proprio angolo di terra in cui ha trovato la sua dimora e verso cui si sente anche responsabile. Il campanile non è solo il segno esteriore di un territorio abitato da cristiani, ma un sigillo impresso nel corpo della comunità che dal suono di quelle campane si sente convocata. Questo legame con le proprie radici è un indubbio valore che sostiene e sostenta la vita delle comunità locali anche le più piccole, corre tuttavia il rischio di degenerare in forme di chiusura, particolarismo, attaccamento eccessivo a tradizioni locali, grettezza di valutazioni e miopia di prospettive, in una parola nel “campanilismo”. È un problema che alcuni settimanali cattolici diocesani o parrocchiali, per il forte legame che hanno con il proprio territorio possono correre. La Fisc, con la sua struttura e con l’offerta dei suoi servizi ha concorso a sprovincializzare le testate, ad aprire orizzonti e a favorire collegamenti. Mettendo insieme in una Federazione i settimanali sparsi nel territorio nazionale e lasciando a ognuno la piena libertà d’informazione e d’impostazione, favorendo lo scambio d’idee e il dibattito sulle questioni di comune interesse, la Fisc ha favorito la qualificazione dei singoli settimanali. Ha offerto inoltre occasioni di formazione e memorabili convegni. Ne ricordo uno, quello avvenuto a Perugia nel 40° de La Voce (18-20 marzo 1993) celebrato con gli amici venuti da tutta Italia e con uno straordinario incontro in cui i direttori dei settimanali intervistarono in un pubblico dibattito l’on. Mino Martinazzoli, in un momento cruciale di svolta della presenza dei cattolici nella politica italiana. Altri incontri hanno svolto un ruolo importante nella formazione e nell’aggiornamento dei direttori e redattori concorrendo ad elevare la qualità dei settimanali stessi. In questo campo la Fisc ha avuto ed ha tuttora un compito che non è secondario rispetto a quello istituzionale e di rappresentanza di cui tutti abbiamo pure bisogno per raggiungere le istituzioni ed avere un peso sull’opinione pubblica italiana.

Elio Bromuri
direttore “La Voce” – settimanale regionale dell’Umbria

(21 novembre 2006)

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