I giornali e la Chiesa locale

FISC: 40 ANNI

Se la Chiesa locale è una realtà viva, un fatto concreto dentro la società e se, come ogni altro fatto, ha diritto ad avere nell’opinione pubblica un’immagine di sé dignitosa e obiettiva, lo specchio che la può riflettere più immediatamente e fedelmente dovrebbe essere quel tipo di stampa che si qualifica come stampa diocesana.

Non si escludono altre voci cattoliche o di cattolici da un concerto che può farsi sempre più ricco, ma se un servizio specifico deve essere reso, a credenti e non credenti, per interpretare la realtà della Chiesa locale, prevalentemente in chiave pastorale, sociale e culturale, questo servizio è appunto ciò che specifica il ruolo dei settimanali diocesani. Diciamo non tanto dei settimanali cattolici perché cattolici, ma dei settimanali cattolici perché diocesani. La loro definizione li rimanda direttamente alla realtà della Chiesa locale, da interpretare, da manifestare, da raccontare con semplicità e fedeltà, da far conoscere incarnata nella storia del nostro tempo.

La Fisc ha ormai una lunga storia che parla in questa direzione, un’esperienza tutta particolare e guardata con interesse da altre realtà, perché riesce a fondere insieme, nello sforzo di esprimere se stessa nel contesto dell’opinione pubblica, un discorso comune e rispondente alla sua fondamentale unità, con un discorso articolato e incarnato nella molteplicità e diversità della sua vastissima estensione territoriale.

In tal senso i settimanali cattolici sono ormai uno spazio per interpretare la vita e un luogo dove condividere questo tempo di trasformazioni straordinarie per mettere i valori cristiani al centro dell’esistenza, giornali che ascoltano, indagano, ricercano, prendono a cuore l’uomo, i suoi sogni, le sue speranze, si fanno interpreti delle esigenze degli ultimi, dei più deboli, dei bambini, degli anziani, degli immigrati, dei carcerati, dei disoccupati.

Giornali che cercano di fare informazione e formazione sui grandi avvenimenti, sui temi ecclesiali di largo respiro, sulle storie della carità, sulla nuova geografia religiosa, sui personaggi del presente e del passato: una finestra aperta sulla realtà per interpretarne le istanze ed i fermenti.

Si tratta, dunque, di un’informazione finalizzata alla persona da far crescere nella conoscenza, nella comunicazione con gli altri lettori e con il resto del mondo. Un’informazione ricca di qualità umana, espressione di un popolo che vive “qui e ora”, che diventa costruttrice di rapporti sociali, capace anche di “fare chiesa”, di fare crescere il senso di appartenenza a una comunità di credenti.

Doriano Vincenzo De Luca
vicedirettore “Nuova Stagione” – Napoli

(20 novembre 2006)

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