Un doppio no

SETTIMANALI DIOCESANI

Il prossimo appuntamento referendario in merito alla legge 40/2004 sulla procreazione assistita è per i settimanali diocesani d’Italia (Fisc), “un’opportunità per rendere tutti consapevoli dei problemi reali e dei valori in gioco”, come ha affermato il card. Ruini nella prolusione all’ultimo Consiglio permanente della Cei. La legge 40, anche se non è perfetta e neppure “cattolica”, come strumentalmente si afferma, è pur sempre una legge necessaria che finalmente regola una situazione che era di autentico far west della provetta, ponendo dei limiti all’individualismo imperante che “fa di ogni desiderio un diritto”. È stata approvata dopo un lungo iter parlamentare – sette anni – da un’ampia maggioranza trasversale, che non ha coinvolto solo i cattolici, ovunque collocati, ma anche tanti laici attenti alla dignità della vita.
Saggezza voleva che, anche in vista di eventuali aggiustamenti, se ne valutassero i risultati dopo un congruo periodo di tempo, mentre si è preferito percorrere subito la via referendaria che su temi tanto delicati è assolutamente inadeguata e fuorviante. Il nostro primo compito è ora far conoscere la legge con un’informazione puntuale, capillare, scientificamente corretta che sfati le tante bugie che vengono dette. Un’informazione in cui le motivazioni scientifiche, giuridiche ed etiche siano prevalenti e non oscurate dalle contrapposizioni di comodo e dagli slogan ad effetto. Questo favorirà un dibattito serio e un sereno confronto, libero da pregiudizi ideologici e da appartenenze politiche che in questioni che interpellano le singole coscienze non devono aver peso anche perché, in ultima analisi, è in discussione il tipo di società che vogliamo costruire e che per noi è una società di uomini e donne la cui vita possa essere sempre riconosciuta e rispettata. In quest’ottica ci auguriamo che tutti possano spiegare le proprie ragioni, con vera parità d’accesso ai mezzi di comunicazione, soprattutto a quelli del servizio pubblico.
La posta in gioco è alta ed è bene porsi con intelligenza anche come esprimere, in occasione della votazione, la nostra netta contrarietà alla modifica della legge. Il “non voto”, la cui liceità e dignità non sono in discussione, appare la scelta più opportuna e una consapevole presa di coscienza. Per noi non significa affatto disinteresse o passività. Tutt’altro, è un doppio “no”: “no” all’abrogazione di quegli articoli che priverebbero la legge dei suoi aspetti qualificanti e “no” alle pretese di chi vorrebbe risolvere problemi tanto delicati con l’ascia referendaria.
Fisc (150 settimanali cattolici locali, circa 1 milione di copie a settimana) – Sir

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