Mai senza la domenica. Mons. Cacucci commenta la “Ecclesia de Eucharistia”

La Chiesa italiana vivrà dal 21 al 29 maggio del 2005 a Bari, il Congresso eucaristico nazionale, sul tema “Senza la domenica non possiamo vivere”. La pubblicazione dell’enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, a due anni di distanza da questo appuntamento, è per mons. Francesco Cacucci, arcivescovo del capoluogo pugliese, “un dono provvidenziale”. Abbiamo chiesto a mons. Cacucci quale contributo potrà dare l’enciclica nel cammino di preparazione al Congresso. La Lettera enciclica di Giovanni Paolo II “sull’Eucaristia nel suo rapporto con la Chiesa” è un dono provvidenziale per il prossimo Congresso eucaristico nazionale. Anche se sulla domenica vi è solo un rapido cenno, avendone il Papa già trattato ampiamente nella Lettera apostolica Dies Domini (1998), questa enciclica dovrà necessariamente illuminare il cammino di preparazione e la stessa celebrazione del Congresso eucaristico. Non solo perché fin dalle prime battute afferma con forza che “dal mistero pasquale nasce la Chiesa. Proprio per questo l’Eucaristia, che del mistero pasquale è il sacramento per eccellenza, si pone al centro della vita ecclesiale”, ma anche per la metodologia che il Papa adopera nel voler “ridestare questo stupore eucaristico” nella vita delle nostre comunità cristiane e di ciascuno di noi. Egli ci prende per mano e, partendo dalle preghiere e dai riti della celebrazione eucaristica, illuminati dalla Scrittura, dall’interpretazione che ne danno i Padri della Chiesa e dalla ricchezza liturgica dell’Oriente, ci introduce nella comprensione sempre più profonda del “mistero della fede”. Questo metodo, proposto dal Concilio e che trova qui la sua applicazione esemplare, dovrebbe diventare anche il nostro metodo! Poter esclamare con i martiri di Abitene: “Senza la domenica non possiamo vivere”, come ci chiede il tema del Congresso, esige che si riscopra “con nuova forza – ribadisce Giovanni Paolo II – la centralità dell’Eucaristia”, perché è nella celebrazione eucaristica domenicale che i battezzati fanno l’esperienza di essere convocati dal Risorto e di ricevere da Lui il suo Spirito per conformare sempre più tutta la propria vita a Lui: “Il sacrificio eucaristico – afferma il Pontefice – è di per sé orientato all’unione intima di noi fedeli con Cristo attraverso la comunione: riceviamo Lui stesso che si è offerto per noi, il suo corpo che Egli ha consegnato per noi sulla Croce, il suo sangue che ha ‘versato per molti, in remissione dei peccati'”. In quest’ottica anche l’impegno di “comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, a cui sono chiamate le nostre comunità cristiane in questo decennio, non è possibile se non a partire dall’Eucaristia, sua fonte e suo culmine, poiché “fine di tutta l’evangelizzazione – spiega il Papa – è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con lo Spirito Santo”. Così vissuta la celebrazione eucaristica, lungi dal favorire il ripiegamento delle comunità su se stesse, pone “un seme di vivace speranza nella quotidiana dedizione di ciascuno ai propri compiti” e “stimola il nostro senso di responsabilità verso la terra presente”. A proposito delle celebrazioni ecumeniche: la scelta di celebrare il Congresso eucaristico a Bari, città che custodisce le reliquie di S. Nicola, il santo vescovo di Mira molto venerato in Occidente e in Oriente, chiede che l’impegno ecumenico sia rilanciato, in tale circostanza, nella fedeltà a quanto il Papa ebbe a scrivere nella Lettera enciclica Ut unum sint (1995) e che ha ribadito in questa enciclica: “Eppure noi abbiamo il desiderio ardente di celebrare insieme l’unica Eucaristia del Signore, e questo desiderio diventa già una lode comune, una stessa implorazione. Insieme ci rivolgiamo al Padre e lo facciamo sempre di più ‘con un cuore solo'”. Allora, sì, “senza la domenica non possiamo vivere”, perché “la Chiesa vive dell’Eucaristia”! Francesco Cacucci – arcivescovo di Bari-Bitonto

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