La città è aperta

In attesa di Benedetto XVI; i colori e le voci di un evento di popolo “Bari è pronta ad accogliere Benedetto XVI e, anzi, è più pronta di quanto non pensavamo. Pertanto possiamo dire con tranquillità che quanti desiderano essere qui domenica 29 vengano senza timori di alcun genere”. Lo ha detto oggi MICHELE EMILIANO, sindaco della città, durante la conferenza stampa di presentazione delle iniziative conclusive del Congresso eucaristico. “Vogliamo che quanta più gente possibile venga a Bari – ha aggiunto Emiliano – perché la presenza di ciascuno accanto al Papa è importante e richiesta. La città avrà la grande gioia di essere la prima meta in Italia del Papa e ciò ci rende molto lieti e orgogliosi”. Alla richiesta di quali siano le attese stimate, il sindaco ha risposto: “Inizialmente nel comitato quasi non osavamo pensare alla cifra di 500mila presenze, temendo che la città non reggesse. Oggi ho motivo di ritenere che dovremmo farcela da ogni punto di vista, logistico e di servizi di accoglienza e trasporto. In attesa del Papa, il “clima” alla Fiera del Levante è di attesa gioiosa, tra curiose iniziative di animazione e intensi momenti di preghiera e raccoglimento. Una serata di “festa e incontro” nello stesso luogo – la spianata di Marisabella – in cui circa 500mila persone, poche ore dopo, accoglieranno Benedetto XVI: è la serata, dal titolo “Notte di luce… aspettando domenica”, che verrà trasmessa il 28 maggio su Raiuno alle ore 24, e in diretta su Sat2000 alle 21.30. Il tema è quello dell’appuntamento di Bari, “Senza la domenica non possiamo vivere”, e l’ispirazione è quella delle “veglie” delle prime comunità cristiane, nella notte tra il sabato e la domenica. Al centro della scena, il palco bianco, di forma ellittica, che accoglierà il Papa: sabato il fulcro sarà la pietra sepolcrale, circondata da vele spiegate per essere oggetto di giochi di luce. Il giorno dopo le vele saliranno, per lasciare intravedere il fondale teatrale dietro il palco, ispirato ad un quadro del Ghirlandaio, “La vocazione”. SUORE “CLOWN”, MUSICHE CARAIBICHE E FOTORACCONTI DI EMIGRATI ALL’ESTERO. Sono in sette, indossano tutte una maglietta bianca con una scritta variopinta a caratteri cubitali: “God’s Jokers”, “giullari di Dio”. Al Congresso eucaristico nazionale di Bari fanno le “animatrici”, con spettacoli quotidiani offerti a chi percorre tutto il “Villaggio giovani” per approdare agli stand gestiti dalla Fondazione Cei Migrantes. La particolarità è che sono religiose: sette suore protagoniste di spettacoli e iniziative di animazione non solo per bambini, che nella “vita di tutti i giorni” lavorano con i circensi e i lunaparkisti, con quel variegato mondo degli “artisti di strada” fatto di popoli, razze, etnie, culture e religioni diverse. Sono “in scena”, ma non vogliono essere intervistate, “parliamo con le nostre piccole ‘invenzioni di ogni giorno'”, spiegano al Sir. Intanto, passeggiando per gli ampi (e un po’ dispersivi) viali della Fiera del Levante, si possono incontrare poliziotti in divisa, a servizio 24 ore su 24, che “vigilano” sugli eventi del giorno, ma anche curiosi “di una certa età”. Come una coppia di Bari, ROSA e ANTONIO DI CORATO, 65 e 70 anni: mano nella mano, si fermano dubbiosi ma attirati dal suono di musiche caraibiche che riecheggiano all’ingresso del “Villaggio giovani”, “volevamo esserci anche noi”, dicono semplicemente. Tra le centinaia di stand che affollano la Fiera – a cui è presente anche il Sir – c’è quello tra “memoria e nuove generazioni” allestito da Migrantes sui nostri connazionali emigrati all’estero: splendide “fotoracconto” in bianco e nero (più un cd con 30 testimonianze) che parlano di storie di vita dell’ultimo secolo, da grandi tragedie come Marcinelle fino ai volti “spaesati” o segnati dalla sofferenza del duro lavoro quotidiano. LA PAROLA ALLA GENTE. “Sono venuta al Congresso per scoprire effettivamente cosa è oggi l’Eucaristia per me e per tutti i miei fratelli. Oggi sentiamo parlare di amore e di carità, che sono le uniche due strade che portano all’unità. Questa è l’unica vera aspirazione per me e penso per molti fratelli”: lo ha detto al Sir DAMARIDE SCAROLA, di Palo del Colle, mamma di due bambini di dieci e sette anni, presente al Congresso come “partecipante”, desiderosa di approfondire la spiritualità eucaristica. Lei, come tanti altri, prima delle sessioni congressuali si è recata a pregare nella cappella dell’esposizione eucaristica permanente, allestita nei pressi del “Villaggio giovani”. È uno degli ambienti più frequentato. “Io credo che l’Eucaristia è il ‘corpo di Cristo'” – ha detto GIUSEPPE DORONZO, 14 anni, della classe I sezione E dell’Istituto tecnico ‘Cassandro’ di Barletta -. Tra i nostri compagni ci sono molti che, dopo la Cresima si allontanano dalla Chiesa, forse per le compagnie, forse perché si vergognano e temono di essere emarginati dai compagni che non vanno in chiesa”. Il suo compagno VINCENZO BOLLINO ha aggiunto: “Il bello della fede cristiana è che a messa trovi il sacerdote, trovi una comunità, qualcuno che ti può ascoltare e aiutare”. “Ho visto tanti giovani che si fermano qui alla cappella per fare adorazione. Questo è un segno di speranza”, racconta ANGELA DULANGE, 24 anni, della “Comunità Papa Giovanni XXIII” di San Giovanni Rotondo.

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