Il territorio per la vita (3)

DIOCESI

La presunta distinzione tra “embrione” e “pre-embrione”, il “non voto” come presa di posizione “chiara” a favore della vita, il rapporto tra scienza, tecnologia e dignità della persona… Sono alcuni temi che fanno da sfondo alla “mobilitazione” delle diocesi in vista dell’imminente scadenza referendaria del 12 e 13 giugno. Ne citiamo alcune, a partire dai pronunciamenti dei vescovi (cfr Sir 21-36/2005).   “IN GIOCO C’È LA VITA”. “Difendiamo” la legge 40/2004, e quindi la scelta dell’astensione dal voto del 12 e 13 giugno, perché “in gioco c’è la vita o la distruzione di embrioni umani e siamo convinti che la società debba sempre difendere, quando è possibile, la vita umana”. Così mons. Luciano Monari, vescovo di PIACENZA-BOBBIO, interviene in merito all’imminente appuntamento referendario, e ammonisce: “L’uomo nasce inerme e può vivere solo se qualcuno si prende cura di lui; se rifiutiamo il dovere della società di ‘prendersi cura’ della vita umana debole, distruggiamo le fondamenta stesse della convivenza civile”. Poi la presa di posizione sul dibattito scientifico in corso: “Tra l’embrione e l’uomo adulto c’è uno sviluppo progressivo, continuo e non è possibile determinare un punto a partire dal quale scatti il dovere di difesa della vita umana da parte della società. Ogni determinazione sarebbe arbitraria”.
Ecco perché, spiega il vescovo, la “pretesa di decidere il punto a partire dal quale la tutela umana è doverosa” si configura “come pretesa di decidere chi deve vivere e chi deve morire”. Un diritto, questo, che ad avviso di mons. Monari non appartiene alla società, che “quando se lo arroga, distrugge il patto che sta alla base della convivenza”. “Tutte le distinzioni tra embrione e preembrione, tra persona e individuo, che vengono avanzate per giustificare la soppressione di embrioni umani – conclude il vescovo di Piacenza – sono solo giochi verbali per giustificare quello che si è deciso di fare. L’embrione è vita umana in formazione, nei confronti della quale ci sentiamo responsabili”.   “PROVATE AD ASCOLTARE…”. “Provate ad ascoltare una donna dopo aver abortito”… È l’invito del vescovo ausiliare di NAPOLI, mons. Enzo Pelvi, che a proposito di quest’esperienza drammatica osserva: “Al di là di effetti percepibili esteriormente, ella resta ferita intimamente nell’animo; è minacciato il suo equilibrio psicofisico; avverte in qualche modo disagio, colpa, autopunizione, malinconia, depressione ma soprattutto un’incertezza relazionale”. “Né la tecnica, la società, il legislatore e neppure la madre potranno mai decretare l’inizio e la fine della vita, disponendo di embrioni, che non sono escrescenze-cavie, ma uomini in divenire”, è la tesi di fondo del vescovo, che a proposito del referendum spiega: “Astenersi dal voto è prendersi cura dell’embrione. Non votare diventa chiarezza, di pensiero, coscienza morale vigile, convinzione che la complessità dei problemi sulla procreazione assistita mal si presta ad un voto popolare e finisca per assumere la natura di un plebiscito sui valori di fondo, sui quali la decisione non può essere assunta a maggioranza”.   SCIENZA, TECNOLOGIA E VITA. “Oggi si corre il pericolo di ritenere moralmente lecito tutto ciò che la scienza scopre ed è reso possibile dalle applicazioni tecnologiche”. A partire da questo ammonimento, lanciato dai vescovi della Conferenza episcopale dell’Abruzzo-Molise, la Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali di TERMOLI-LARINO propone per venerdì prossimo, 27 maggio (ore 19, cinema S.Antonio di Termoli), un incontro-dibattito sui temi della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno.

Anche la diocesi di TRIVENTO ha in programma per giovedì prossimo, 26 maggio (ore 18.30, Seminario vescovile) un’iniziativa analoga sulla legge 40, con un incontro presieduto dal vescovo, Antonio Santucci: tramite l’Ufficio per la pastorale sanitaria, in collaborazione con il Centro di bioetica molisano e di Aiuto alla vita, il Comitato Scienza e vita, le quattro Foranie della diocesi, sono stati già organizzati ben 6 incontro su tutto il territorio diocesano in materia di referendum. “Dare ragione della speranza cristiana che è nell’annuncio della Chiesa e motivo del perché la vita non può essere messa ai voti, riducendo la persona umana al solo fatto biologico e fisiologico e annullando la sua dignità fin dal primo istante del concepimento, per dare diritto ad un uomo di poter dominare”: questo, spiegano i promotori, l’intento di fondo del ciclo di incontri, che continueranno il 28 maggio a Carovilli e termineranno il 3 giugno a Civitanova del Sannio.

Sempre il 26 maggio (ore 21, Guastalla, Santuario Madonna della Porta) la diocesi di REGGIO EMILIA-GUASTALLA promuove un incontro sul referendum dal titolo “Legge 40, referendum, embrione”; relatore Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale.

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