Due messaggi

Dopo il voto

Ci sarà pure una percentuale “fisiologica” di astensione, ci sarà pure la disillusione degli italiani sullo strumento referendario, ma i quattro quesiti sulla legge 40 sono clamorosamente falliti. Emerge in particolare la corposa realtà di un’astensione consapevole e mirata. Sulla scelta del mondo cattolico, mai come in questa occasione propositivo e coeso, si è realizzata una spontanea e larghissima convergenza. E questo è tanto più significativo di fronte a una campagna elettorale rovente in cui il Comitato per il “sì”, promosso da radicali e diessini, aveva esplicitamente evocato il filo rosso di una antica egemonia culturale, trovando su questo vecchi e nuovi compagni di viaggio. In questo quadro abbiamo assistito in queste ultime settimane a una sorta di trionfo del politicamente corretto: dai grandi organi di stampa a un certo mondo dello spettacolo, a politici di vecchio e nuovo corso. E invece no: e qui c’è il punto. Chi ha voluto il referendum per riaffermare un vecchio orizzonte culturale tipico del secolo scorso, che si basava tra l’altro sul vecchio (e già falsificato) assioma modernizzazione=secolarizzazione, si è trovato improvvisamente solo. Forse perché spontaneamente l’opinione pubblica del Paese (e in concreto i cittadini elettori) hanno percepito una sensazione di vuoto, hanno colto non solo il merito dei problemi, ma la “questione antropologica” sottostante, hanno espresso insomma un’esigenza di autenticità e di chiarezza. Che molti giovani condividono esplicitamente, come non è difficile rilevare. Ecco allora due messaggi che provengono dal voto, al di là delle sue influenze sul sempre cangiante scenario della politica. Il primo è la possibilità di dare vita, come è effettivamente avvenuto, a un’ampia convergenza culturale, etica e di impegno. “Scienza e vita” è un grande contenitore che ha permesso a tante competenze di prendere pubblicamente la parola, giuristi, medici, scienziati, teologi e filosofi, in nome della vita e della ricerca, dimostrando in concreto che le ragioni del progresso scientifico non sono in contrasto, ma presuppongono il rispetto della vita “dal concepimento al suo termine naturale” e il quadro etico che ne consegue. Il secondo è quello, come non ha mancato di sottolineare Benedetto XVI, della “chiarezza e della concretezza dell’impegno” dei cattolici. Sulla grande e significativa convergenza del mondo cattolico, nel vivo di una stagione ecclesiale importante, quella delineata a Loreto e strutturata a Palermo, si è costruita una più ampia unità di intenti: lavoriamo infatti per l’uomo, creatura di Dio, ha ripetuto il Pontefice. La seria e lungimirante risposta alla sfida del referendum spariglia insomma vecchi schemi e invita a guardare con fiducia a una storia accelerata. Che richiede da tutti serietà, costanza e tanto, tanto lavoro. Sir

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