Benedetto XVI e Ciampi

“Il legame fra la Santa Sede e l’Italia è un modello esemplare di armoniosa convivenza e di collaborazione. Io stesso sono solito mostrare ai miei ospiti stranieri di qualunque religione, dal Torrino del Quirinale, belvedere al centro di Roma, il panorama della città, sul quale svetta la cupola michelangiolesca di San Pietro. Sono orgoglioso di poter dire loro: là vi è un altro Stato, lo Stato della Città del Vaticano; ecco un esempio tangibile di come si possono comporre, in spirito di pace, le controversie fra gli Stati”. Così il Presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, ha salutato il 24 giugno Benedetto XVI in visita ufficiale, la prima del suo pontificato fuori del Vaticano, l’ottava di un Papa dal 1939, al Quirinale. Nel suo discorso Ciampi non mancato di ricordare il concetto di laicità dello Stato: “La necessaria distinzione fra il credo religioso di ciascuno, e la vita della comunità civile regolata dalle leggi della Repubblica, ha consolidato, nei decenni, una profonda concordia fra Chiesa e Stato”.   UNA SANA LAICITA’. “Legittima è una sana laicità dello Stato in virtù della quale le realtà temporali si reggono secondo le norme loro proprie, senza tuttavia escludere quei riferimenti etici che trovano il loro fondamento ultimo nella religione”. E’ stata la replica del Papa al saluto di Ciampi. “L’autonomia della sfera temporale – ha detto, ricordando i principi espressi già nella Gaudium et Spes e nei Patti Lateranensi – non esclude un’intima armonia con le esigenze superiori e complesse derivanti da una visione integrale dell’uomo e del suo eterno destino”. Benedetto XVI ha poi assicurato “che la Chiesa desidera mantenere e promuovere un cordiale spirito di collaborazione e di intesa a servizio della crescita spirituale e morale del Paese, a cui è legata da vincoli particolarissimi, che sarebbe gravemente dannoso, non solo per essa, ma anche per l’Italia, tentare di indebolire e spezzare. La cultura italiana è una cultura intimamente permeata di valori cristiani, come appare dagli splendidi capolavori che la Nazione ha prodotto in tutti i campi del pensiero e dell’arte”. L’auspicio espresso del Pontefice è che “il Popolo italiano, non solo non rinneghi l’eredità cristiana che fa parte della sua storia, ma la custodisca gelosamente e la porti a produrre ancora frutti degni del passato”.   CONTRIBUTO ALL’EUROPA. “In virtù della sua storia e della sua cultura, l’Italia può recare un contributo validissimo in particolare all’Europa, aiutandola a riscoprire quelle radici cristiane che le hanno permesso di essere grande nel passato e che possono ancora oggi favorire l’unità profonda del Continente”, ha aggiunto papa Ratzinger che si è detto fiducioso “che l’Italia, sotto la guida saggia ed esemplare di coloro che sono chiamati a governarla continui a svolgere nel mondo la missione civilizzatrice nella quale si è tanto distinta nel corso dei secoli”.   LE PRIORITA’: “FAMIGLIA, VITA E SCUOLA”. “Famiglia, difesa della vita e scuola”, sono queste le principali preoccupazioni che “accompagnano l’inizio del servizio pastorale sulla Cattedra di Pietro” di Benedetto XVI. E’ stato lo stesso Papa a segnalarle al Presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi nel suo intervento. Preoccupazioni che “per il loro carattere universalmente umano, non possono non interessare anche chi ha la responsabilità della cosa pubblica”. “Intendo alludere – ha detto papa Ratzinger nel suo discorso – al problema della tutela della famiglia fondata sul matrimonio, quale è riconosciuta anche nella Costituzione italiana (art. 29), al problema della difesa della vita umana dal suo concepimento fino al suo termine naturale e infine al problema dell’educazione e conseguentemente della scuola, palestra indispensabile per la formazione delle nuove generazioni”. “La Chiesa – ha ricordato il Pontefice – vede nella famiglia un valore importantissimo che deve essere difeso da ogni attacco mirante a minarne la solidità e a metterne in questione la stessa esistenza. Nella vita umana, poi, la Chiesa riconosce un bene primario e chiede perciò che sia rispettata tanto nel suo inizio quanto nel suo termine, pur sottolineando la doverosità di adeguate cure palliative che rendano la morte più umana”. Quanto alla scuola, poi, ha aggiunto, “la sua funzione si connette alla famiglia come naturale espansione del compito formativo di quest’ultima”. A questo proposito, “ferma restando la competenza dello Stato a dettare le norme generali dell’istruzione”, Benedetto XVI ha espresso l’auspicio che “venga rispettato concretamente il diritto dei genitori ad una libera scelta educativa, senza dover sopportare per questo l’onere aggiuntivo di ulteriori gravami. Confido che i legislatori italiani, nella loro saggezza, sappiano dare ai problemi ora ricordati soluzioni “umane”, rispettose cioè dei valori inviolabili che sono in essi implicati”.   CHIESA SENZA MIRE DI POTERE. “Scorrendo la storia italiana – ha affermato il Papa – si resta impressionati dalle innumerevoli opere di carità a cui la Chiesa, con grandi sacrifici, ha dato vita per il sollievo di ogni genere di sofferenza. Su questa stessa via la Chiesa intende oggi proseguire il suo cammino, senza mire di potere e senza chiedere privilegi o posizioni di vantaggio sociale o economico”. Da qui, ha aggiunto, “l’impegno a lavorare per il bene religioso e civile di coloro che il Signore ha affidato alle mie cure pastorali. L’annuncio del Vangelo, che in comunione con i Vescovi italiani sono chiamato a portare a Roma e all’Italia, è a servizio non solo della crescita del popolo italiano nella fede e nella vita cristiana, ma anche del suo progresso sulle vie della concordia e della pace”. “Cristo – ha ricordato il Pontefice – è il Salvatore di tutto l’uomo, del suo destino spirituale ed eterno e della sua vita temporale e terrestre. Così, quando il suo messaggio viene accolto, la comunità civile si fa più responsabile, più attenta alle esigenze del bene comune e più solidale con le persone povere ed emarginate”. Il Papa ha, infine, salutato Ciampi esprimendo “l’augurio di un continuo progresso della Nazione sulla via del benessere spirituale e materiale” ed esortando “tutti i cittadini e le componenti della società a vivere in spirito di autentica concordia, in un contesto di dialogo aperto e di mutua fiducia, nell’impegno di servire e promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona”.

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