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30 anni del Sir: l’Europa vale ogni sforzo!

Chiunque racconti l'Europa, come il Sir, dovrebbe farlo con competenza, con sincerità, ma anche con cuore e anima. E come scrive il Papa nel suo messaggio al Sir per i 30 anni di fondazione, occorre continuare a svolgere questo "impegno cercando sempre quella stessa novità con cui i padri fondatori hanno pensato e, poi, dato forma a un progetto unico nel suo genere: uno strumento d'informazione che colleghi il territorio italiano, rappresentato dai settimanali diocesani, al centro e che, nello stesso tempo, ritorni dal centro al territorio proprio con le testate delle diocesi. Siete stati fautori di comunione nell'informazione, sia ecclesiale sia socio - culturale. Continuate ad esserlo!"

La bandiera dell'Ue nella sede del Parlamento europeo a Strasburgo

“L’Europa vale ogni sforzo!”. Lo abbiamo detto come Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK), cioè la federazione delle associazioni laicali in Germania: l’Europa è un’enorme opportunità per tutti noi, come persone, come cittadini, come cristiani cattolici. Ma parlandone, bisognerebbe dichiarare apertamente di stare dalla parte dell’Europa e raccontarla serenamente alla prima persona singolare. Io sono tedesco, nato molto dopo la Seconda guerra mondiale, ma sono consapevole della nostra storia europea. Racconto qualcosa di personale al riguardo.

All’età di circa 18 anni ho avuto un’esperienza drammatica.

Devo però spiegare che i miei genitori sul comodino vicino al loro letto avevano ciascuno delle foto del coniuge nel giorno del matrimonio. Quindi sapevo che aspetto aveva mio padre quando intorno ai trent’anni ha incontrato mia madre, poco dopo la guerra. A scuola avevamo lavorato sul tema “Arte nel Terzo Reich”. Per dare un inquadramento storico, l’insegnante ci aveva mostrato un film sulla Seconda guerra mondiale. Nel momento dell’invasione della Normandia, il 6 giugno 1944, si vedeva un gruppo di soldati tedeschi che, quando venivano catturati dagli Alleati, alzavano le mani, e con grande preoccupazione guardavano la telecamera. Tra questi giovani soldati ho visto mio padre! Il suo sguardo, la sua paura, ma tutta la scena mi hanno colpito profondamente. Sono andato dall’insegnante d’arte dopo le lezioni per chiedere se potevo vedere di nuovo il film. Quella sera a casa ho chiesto a mio padre se fosse possibile che nel momento in cui era stato catturato fosse stato ripreso. Mi disse che in quei minuti era spaventato a morte e non aveva notato nessuna telecamera, ma che un suo camerata gli aveva detto di averlo visto in quello che una volta era il “cinegiornale”. Quindi poteva essere che mio padre fosse stato ripreso in quel momento. L’insegnante di arte, mio ​​padre e io ci incontrammo due giorni dopo, nella nostra scuola, per rivedere quel punto. Era vero. Questa cosa mi colpì profondamente.

“L’Europa vale ogni sforzo!”. Anche un’altra esperienza me lo ha dimostrato: da giovane studente, avevo una amica in Francia, viveva a Parigi. Ci incontravamo regolarmente a casa delle nostre rispettive famiglie di origine e ognuno prendeva normalmente parte alla vita quotidiana della famiglia. La mia amica ed io un pomeriggio andammo al vicino negozio di formaggi e nel negozio discutevamo in tedesco di che cosa comprare.

L’uomo dietro il bancone chiese alla mia amica: “Il giovane è tedesco?”, indicandomi. Lei rispose di sì e lui allora le disse di chiedermi di lasciare il negozio. Non vendeva nulla ai tedeschi. Sorpreso, più pensieroso che indignato, eseguii la richiesta.

In seguito, venni a sapere che tutta la sua famiglia ebrea era stata uccisa dai tedeschi, in nome della Germania. Essendo giovane, io personalmente non ne potevo essere colpevole, ma io stavo in una storia che me ne rendeva responsabile per il presente e il futuro.

Tali esperienze, sottolinea Papa Francesco, hanno mosso i padri fondatori dell’Unione europea. E tra l’altro molti di loro erano cristiani convinti! Chiunque racconti l’Europa, come il Sir, dovrebbe farlo con competenza, con sincerità, ma anche con cuore e anima. E come scrive il Papa nel suo messaggio al Sir per i 30 anni di fondazione, occorre continuare a svolgere questo “impegno cercando sempre quella stessa novità con cui i padri fondatori hanno pensato e, poi, dato forma a un progetto unico nel suo genere: uno strumento d’informazione che colleghi il territorio italiano, rappresentato dai settimanali diocesani, al centro e che, nello stesso tempo, ritorni dal centro al territorio proprio con le testate delle diocesi. Siete stati fautori di comunione nell’informazione, sia ecclesiale sia socio – culturale. Continuate ad esserlo! Il Sir, Agenzia d’informazione della Conferenza episcopale italiana, racchiude in sé le esigenze di diverse comunità. Con il vostro notiziario quotidiano, riportate news sulla Santa Sede, sulla Chiesa Italiana, sulle diocesi, sull’Europa, sul Medio Oriente, sul mondo intero…”. Abbiamo motivo di essere grati per il magnifico servizio svolto dal Sir, per non dimenticare che in Europa e nel mondo noi come cattolici siamo un unico popolo di Dio! Le nazionalità non possono separarci. Come cattolici siamo già uniti. In umanità e carità diciamo: “L’Europa vale ogni sforzo!”.

(*) segretario generale del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK)

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