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“Fare il punto sui 40 anni di attività dell’associazione (anche attraverso la pubblicazione di un volume che ripercorre alcune delle tappe della nostra storia); mettere a fuoco il ‘proprium’ del bibliotecario ecclesiastico: se la carità è il cuore della vita cristiana, la forma specifica di carità del bibliotecario ecclesiastico è la carità intellettuale; presentare e declinare forme della professionalità del bibliotecario ecclesiastico (il valore dei libri nelle missioni, nelle attività assistenziali, nel mondo economico, nel mondo della pastorale – senza dimenticare l’alternanza scuola-lavoro)”. Mons. Francesco Milito, vescovo di Oppido Mamertina – Palmi e presidente dell’Abei (Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani), illustra al Sir motivazioni e obiettivi del convegno “Professionalità e carità intellettuale: quarant’anni di Abei (1978 – 2018)” che l’associazione promuove oggi e domani (15 e 16 giugno) a Roma nel 40° della sua nascita, e sottolinea che il lavoro del bibliotecario ecclesiastico è
“una vera e propria forma di ‘ministerialità’ all’interno della Chiesa”.
L’appuntamento intende inoltre ampliare il legame con altre associazioni, soprattutto “sorelle” europee come Beth (Bibliothèques Européennes de Théologie) e ospitare una tavola rotonda per facilitare anche lo scambio di idee. Nella consapevolezza che le biblioteche possono essere anche veri e propri
luoghi di aggregazione in cui riannodare fili di vissuti difficili, costruire relazioni, facilitare l’integrazione.
Nata nel 1978 con lo scopo di animare e coordinare il servizio svolto dalle biblioteche appartenenti alle istituzioni ecclesiastiche italiane, l’Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani, che ha sede a Roma, nel 1990 è stata ufficialmente riconosciuta dalla Conferenza episcopale italiana.Nel corso dei suoi 40 anni di attività si è fatta promotrice di numerose iniziative ispirate ai suoi fini istituzionali: corsi di formazione per bibliotecari; redazione di strumenti di lavoro (l’Annuario delle biblioteche ecclesiastiche italiane riguardante le molteplici realtà della Chiesa cattolica: Bibbia, Papi, Curia romana, Ordini religiosi…); il “Bollettino di informazione” a cadenza quadrimestrale che pubblica notizie sulle attività e sulla storia delle biblioteche della Chiesa e si pone come strumento di collegamento nel mondo bibliotecario ecclesiastico. In questi 40 anni sono stati registrati di fatto 1.000 soci, fra enti (biblioteche) e singole persone: circa 150 i soci stabili. Le biblioteche ecclesiastiche censite dall’Anagrafe biblioteche italiane sono 1.614; 5605 risultano invece quelle censite dall’Abei, di cui 153 diocesane, ma esiste ancora un sommerso difficilmente quantificabile. Fondamentale la collaborazione con la Cei, in particolare con l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici – edilizia di culto, e con la direzione generale per i beni librari del Mibact.
Ad inaugurare il convegno saranno il vescovo presidente Milito; mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e già presidente Abei; don Valerio Pennasso, direttore Ufficio nazionale beni culturali ecclesiastici – edilizia di culto della Cei, e Paola Passarelli, direttore generale Mibact. La prolusione è affidata al card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura e in passato anche ai vertici direttivi dell’associazione. Nel corso della due giorni si parlerà di formazione e professione del bibliotecario; delle diverse declinazioni della carità intellettuale – anche a servizio dei più deboli con la testimonianza de “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini -; di editoria e vita spirituale. Perché, conclude il segretario Abei, Stefano Malaspina, “il bibliotecario ecclesiastico ha in certo senso una missione propria anche di evangelizzazione: riceve, conserva e trasmette secondo linguaggi nuovi un messaggio, il messaggio cristiano. O almeno ci prova”.