Don Tonino Bello e Papa Francesco: due uomini che sembrano venuti fuori dallo stesso stampo

Uno, con le scarpe vecchie, testimonia la povertà come essenzialità e vive libero da ogni schema dettato dal protocollo, rendendo ogni incontro familiare e le parole del cuore più forti delle parole del rito. Il suo stile è essenziale e la ricchezza dell’anima può finalmente risplendere in tutta la sua bellezza perché non offuscata dalle ricchezze esteriori e ritrova spazio la preziosità dei piccoli gesti e delle brevi parole. L’altro, con la croce di legno, racconta la povertà come radicalità e vive libero da ogni calcolo e da ogni ritorno personale, tutto concentrato a piacere al Signore, di cui segue fino alla fine le orme, sulla strada come sulla croce. Il suo stile è radicale e non ammette mezze misure, ma… tutto preso, tutto donato, tutto offerto perché riconosce il radicale amore di Dio per lui, un amore capace di rendere sempre nuova la sua vita e le sue scelte

La storia degli uomini è sempre piena di sorprese! Sorprese che nascono nel cuore delle notti dell’umanità distratta e smarrita per far risuonare ancora una volta il chiaro richiamo a tornare nell’abbraccio dell’Autore che rende piena e gioiosa la vita. Ed è nella fonderia della Sapienza divina che vengono lavorati coloro che alla sorpresa daranno suono, fusa la loro sostanza nel crogiuolo della Grazia e colata nello stesso stampo dei profeti! Da questo laboratorio unico della Vita hanno preso le mosse per entrare nel tempo anche loro: Francesco e Tonino, il primo chiamato a ricostruire la Casa di Dio, l’altro chiamato a raddrizzarne la via… con nella bisaccia le uniche due cose che da sempre hanno redento l’uomo: le parole e i gesti… intimamente connessi!

Papa Francesco, pellegrino nello spazio, lo vediamo toccare i quattro punti della terra con la sua inconfondibile borsa nera per farsi prossimo a chi cerca con fatica di seguire il Signore e di imitarne la vita. Corre lì dove c’è una lacrima, per raccoglierla, custodirla e renderla capace di irrigare i frutti della speranza e della gioia. E lì dove passa sulla terra crepata dall’egoismo dell’uomo scorrono rigagnoli di desideri risvegliati e di coraggio rinsaldato.

Don Tonino, viandante nel tempo, lo ascoltiamo e sembra che le sue parole siano scritte per il nostro oggi, parole che superano ogni ostacolo e si fanno dolce ferita per i cuori ormai induriti dall’indifferenza o ammosciati dalla rassegnazione. Tocca chiunque è raggiunto ancora oggi dalla sua parola e sollecita a ritmare la vita secondo il battito di Dio, dando senso alle tante notti insonni, passate non più a desolarsi ma a decidersi… a prendere finalmente il volo.

Uno, con le scarpe vecchie, testimonia la povertà come essenzialità e vive libero da ogni schema dettato dal protocollo, rendendo ogni incontro familiare e le parole del cuore più forti delle parole del rito. Il suo stile è essenziale e la ricchezza dell’anima può finalmente risplendere in tutta la sua bellezza perché non offuscata dalle ricchezze esteriori e ritrova spazio la preziosità dei piccoli gesti e delle brevi parole.

L’altro, con la croce di legno, racconta la povertà come radicalità e vive libero da ogni calcolo e da ogni ritorno personale, tutto concentrato a piacere al Signore, di cui segue fino alla fine le orme, sulla strada come sulla croce. Il suo stile è radicale e non ammette mezze misure, ma… tutto preso, tutto donato, tutto offerto perché riconosce il radicale amore di Dio per lui, un amore capace di rendere sempre nuova la sua vita e le sue scelte.

Il primo, con l’autorità di Pietro, è al timone della grande barca su cui il Signore fa navigare nel tempo i suoi discepoli.

E lo vediamo non temere né le tempeste del mare né le lamentele dei compagni di viaggio… forse lui lo vede, il Signore, che dorme lì, su quella stessa barca… e questo gli basta per continuare con serenità a guidare il suo popolo, spingendolo a remare insieme nella stessa direzione, a seguire il vento dello Spirito, a gettare le reti dell’autenticità nel mare delle sofferenze degli uomini.

Il secondo, con la forza di Paolo, impregna di inchiostro le pagine bianche della recente storia, lasciando il segno della sua presenza, lasciando impresse parole che come spada feriscono e dividono – in chi le ascolta – il male dal bene, il brutto dal bello, il falso dal vero… e rimane vivo in quel messaggio che ancora oggi è sospinto dallo Spirito e come spora entra nelle fenditure del cuore e accelera la primavera, facendo sbocciare fiori tra le rocce, facendo esplodere la vita negli infiniti frutti di bene, facendo sorgere un sole nuovo su ogni notte senza pace.

Francesco e Tonino… due uomini che oggi ci vogliono incontrare e segnare perché la nostra vita riprenda bellezza e i nostri giorni si rimettano addosso l’abito del senso: esserci per amare!

Due uomini che sembrano venuti fuori dallo stesso stampo e che indicano l’orizzonte della speranza. Una speranza che sta alla finestra e attende di essere raggiunta ma che, pur avendo già fatto lei il primo passo verso di noi, non può oltrepassare la soglia della nostra libera volontà. Una speranza che parla di umanità felice prima che di paradiso beato.

Due uomini che sembrano venuti fuori dallo stesso stampo e che testimoniano la fatica di avviare processi. Processi faticosi che chiedono di uscire dalle proprie sicurezze e abbandonare la logica del si è sempre fatto così. Processi che ascoltano, interpretano e mettono in moto forme nuove di vivere… di vivere anche la fede e l’essere chiesa in dialogo con il mondo.

Due uomini che sembrano venuti fuori dallo stesso stampo e che raccontano la gioia di avere l’imprinting dei profeti! Sì, raccontano la gioia di non poter tacere e di diventare pietre di inciampo. Felici perché consapevolmente fiduciosi in Colui che è fonte di verità e di carità: Gesù, il Signore!

Due uomini che sembrano venuti fuori dallo stesso stampo… anche se uno, don Tonino, ha già composto tutta la sua sinfonia, l’altro, Papa Francesco, ha nelle mani lo spartito incompiuto perché ancora a lavoro. Ma tutti e due sono il presente di una profezia senza tempo che oggi ci parla, ci chiama e ci invia a vivere la stessa esperienza folle di vita resa musica di Dio, di cui le orecchie del nostro cuore hanno profondamente sete!

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