Scienza e fede. Consolmagno (Specola Vaticana): “La creazione continua, anche in questo momento”

Guy Consolmagno, direttore della Specola Vaticana, è stato ospite a San Valentino in Campo del Planetarium Alto Adige. Esperto di meteoriti, divide la sua vita tra il Vaticano e Tucson, in Arizona, dove ha sede il Vatican Advanced Technology Telescope, che viene usato in collaborazione con l’università dell’Arizona

“La creazione non è un avvenimento che si limita a 13 miliardi di anni fa, ma continua, anche oggi, anche in futuro. Se si pensa che Dio sia una forza come la gravità o l’elettromagnetismo, allora questo tipo di Dio è un dio come Zeus che scaglia i fulmini sulla terra. Questo non è il nostro Dio”. A parlare è fr. Guy Consolmagno, direttore della Specola Vaticana, che è stato ospite a San Valentino in Campo del Planetarium Alto Adige. Esperto di meteoriti, divide la sua vita tra il Vaticano e Tucson, in Arizona, dove ha sede il Vatican Advanced Technology Telescope, che viene usato in collaborazione con l’università dell’Arizona.

Fr. Consolmagno, perché il Vaticano ha una Specola?
Per due ragioni. La prima: per mostrare al mondo che la Chiesa è supporter della scienza, ma anche perché l’astronomia, e più in generale la scienza, è anche una via per incontrare Dio come creatore. È un tipo di preghiera.

Quando sta davanti al telescopio, cosa sta cercando nell’universo?
Siamo tutti astronomi, ma ciascuno di noi ha interessi diversi. Personalmente sono interessato dalle cose lontane, ma che sono comunque presenti nel sistema solare. Altri miei colleghi si occupano delle galassie e dello spettro delle stelle. Ognuno di noi porta avanti ricerche diverse, perché la scienza non è costituita da grandi idee, ma è come una cattedrale in cui noi siamo chiamati a costruire solo dei piccoli pezzi.

Cosa l’affascina in particolar modo dell’universo?
Per me il grande interrogativo è scoprire com’è fatto il nostro sistema solare e come sono fatti i pianeti. Per tanti anni avevamo le idee molto chiare, ma adesso, con tutti gli esopianeti che sono stati scoperti, ci siamo resi conto che le nostre idee erano sbagliate e allora bisogna ripensare com’è fatto il sistema solare. E cercare una risposta in questo senso è molto affascinante.

Lei aveva 37 anni quando ha deciso di entrare nell’ordine dei Gesuiti e già prima aveva lavorato come scienziato. Per quale motivo ha fatto questa scelta?
Ad un certo punto della mia vita mi sono reso conto che desideravo lavorare non solo per me, desideravo mettere a disposizione il mio lavoro anche degli altri. Ho lavorato per Peace Corps, una organizzazione di volontariato statunitense e ora mi sono messo al servizio della Chiesa. Tutto questo, continuando a lavorare nel mio campo, l’astronomia, per mostrare alla gente non solo la bellezza dell’universo, ma anche la bellezza del Creatore di questo universo.

L’astronomia può aprire una strada verso Dio?
Certo. Ricordo che tanti anni fa, quando ero un bambino, mia mamma giocava con me a carte e una volta mi resi conto che non lo faceva per vincere, ma per esprimere il suo amore per me.

Oggi, quando lavoro come scienziato, mi rendo conto di come Dio, come Padre, gioca con me per mostrare il suo amore per noi. La scienza è una via attraverso la quale si esprime questo amore.

Il suo sguardo da scienziato nell’universo è compatibile con la sua fede in Dio?
Senza questa fede non posso fare questo lavoro. Se non ho fede, che la mia scienza è interessante non faccio questa scienza. Se non credo che l’universo è comprensibile perché è fatto da un Dio buono, non faccio questo lavoro. Se non credo che l’universo è fatto da un Dio buono, che ha fatto tutto questo come espressione del suo amore, lo studio dell’universo per me sarebbe inutile. Ed è proprio grazie alla fede che posso cercare sempre la verità e anche la gioia in questo lavoro e nella verità e nella gioia possiamo trovare Dio.

La Chiesa ha paura di nuove scoperte scientifiche?
Ovviamente no. La Chiesa mi paga per fare nuove scoperte scientifiche. Anche papa Francesco ci ha detto, solo una settimana fa, di non aver paura della verità. Se uno ha paura della verità a causa della propria fede, manca fede nella sua fede.

Secondo lei esiste vita extraterrestre? Quando guarda le stelle, si sente un po’ osservato anche dall’Alto?
Questa è una questione di fede. Non ho dati, non sono sicuro, che questi esistano. Ma perché credo che possono esistere, posso lavorare per cercarli. La scienza è fondata nella fede.

Non so se esiste vita extraterrestre… spero, sarebbe un universo molto più interessante.

Le stelle hanno un influsso sulla vita della persone?
La teoria dell’astrologia non funziona. L’astrologia è una teoria medievale. Ci sono tante cose moderne che mi sembrano come l’astrologia. C’è chi pensa che il futuro è fissato dalle stelle o dalla genetica, o dei parenti o dalla propria razza. Mi sembra che queste siano delle idee false, perché siamo uomini liberi per fare le nostre scelte e quindi è importante non limitare la possibilità dei nostri sogni.

Si dice che Dio è in cielo. Chiediamo all’astronomo del Papa: dov’è Dio?
Non lo so. È strano che nella lingua italiana si usi la stessa parola “cielo”. In altre lingue non accade. Un accidenti della nostra storia. Dio non è una forza nella natura, ma è sopra la natura. Dio esiste prima del tempo. Uno si chiederà: com’è possibile? Come uomini non abbiamo le parole per spiegare tutto questo. Dio è fuori dal tempo e fuori dallo spazio; ha creato il tempo e lo spazio. Ma non lo ha fatto solo in passato. Continua a farlo sempre. Sta creando anche in questo momento, in ogni momento. La creazione non è un avvenimento che si limita a 13 miliardi di anni fa, ma continua, anche oggi, anche in futuro.

Se si pensa che Dio sia una forza come la gravità o l’elettromagnetismo, allora questo tipo di Dio è un dio come Zeus che scaglia i fulmini sulla terra. Questo non è il nostro Dio.

Credo in un solo Dio; ci sono tanti altri dei a cui non credo; credo solo in un Dio ‘supernaturale’ (che, cioè, sta sopra la natura) che ha fatto questo universo per amore nella luce.

Papa Francesco ci invita ad andare nelle periferie: lei vive e opera in grandi periferie, quali sono le sue periferie?
Per me la periferia non è solo un luogo molto lontano nello spazio, ma le periferie sono anche gli scienziati o le altre persone che pensano che la scienza abbia distrutto la ragione per religione. Credo che la gente che pensa di non aver bisogno della religione a causa della scienza in questo momento sono un po’ alienati dalla propria cultura, e anche dagli altri. Questa è una frontiera importante della Parola e se, a partire dal mio esempio, uno si convince che si può lavorare nel campo scientifico essendo persone credenti, allora per me è un successo. Secondo me, infatti, la vita è molto più ricca con con tutte e due, la scienza e la religione. È un peccato se manca l’una o l’altra. Tutti siamo religiosi, anche gli atei, ma siamo anche tutti scienziati.

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