Parità scolastica: il documento del Consiglio nazionale della scuola cattolica e la voce delle associazioni

"Autonomia, parità e libertà di scelta educativa” è il titolo del documento elaborato dal Cnsc (Consiglio nazionale della scuola cattolica promosso dalla Cei) e diffuso oggi. Un'analisi di una parità ancora incompiuta, corredata da alcune proposte concrete per la riorganizzazione del sistema scolastico

Sono trascorsi 17 anni dalla legge 62/2000 che definisce il nostro sistema nazionale di istruzione costituito da scuole statali e paritarie, eppure la piena parità scolastica non è ancora stata raggiunta, né viene garantita la libertà di scelta educativa. A fare il punto della situazione è il documento “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa”, elaborato dal Cnsc (Consiglio nazionale della scuola cattolica promosso dalla Cei) e diffuso oggi. Tranne che in Italia e in Grecia, in tutti i Paesi europei è assicurato alla scuola non statale un sostegno economico pubblico. Dei nove milioni di alunni del sistema educativo di istruzione e formazione nazionale, 7.800.000 sono accolti nelle scuole statali, quasi un milione nelle paritarie, circa 150mila nel centri di formazione professionale accreditati.

Nel testo del Cnsc vengono avanzate alcune proposte. Anzitutto la definizione di una quota capitaria, ossia una determinata somma per ogni alunno frequentante la scuola che, accompagnata da “un sistema di convenzionamento per singolo istituto”, costituisce la misura principale per la definizione di un fondo di bilancio permanente da attribuire a ciascuna scuola del sistema nazionale di istruzione. Presupposto ne è “la definizione del costo standard per allievo, cioè l’individuazione del costo ottimale per l’istruzione di ogni alunno”. Il Cnsc suggerisce inoltre la stipula di convenzioni economiche tra scuole paritarie e Stato, il rafforzamento della detraibilità dalle imposte delle spese scolastiche, una disciplina a livello nazionale delle misure di diritto allo studio, piena copertura del costo del personale docente di sostegno per gli alunni disabili come avviene nella scuola statale, agevolazioni fiscali per gli enti gestori di scuola paritaria, parità di accesso tra statali e paritarie alle misure promozionali per l’istruzione, formazione iniziale per i docenti.

Per quanto riguarda l’istruzione e formazione professionale, i cui corsi sono attivati solo in alcune regioni, occorre garantire a tutti il diritto di accedervi sul proprio territorio. Un sistema omogeneo di unità di costo standard, la definizione di livelli essenziali di prestazioni, il rafforzamento degli strumenti nazionali di raccordo, un collegamento più efficace con il mondo del lavoro, la garanzia delle risorse sono alcune delle proposte del Cnsc.

Di “documento storico, profondamente laico e capace di porre in fila le questioni in modo chiaro e inequivocabile”, che “suscita la domanda fondamentale sul perché in Italia ci sia ancora oggi un sistema scolastico discriminatorio”, parla suor Anna Monia Alfieri, rappresentante Usmi all’interno del Cnsc. Punti fondamentali “il riconoscimento che il diritto di apprendere è in capo allo studente, che la responsabilità educativa spetta alla famiglia, che la scuola tutta, statale e paritaria, è al servizio dell’educazione”. Tra le misure “strategiche” indicate, per suor Alfieri

“il costo standard di sostenibilità è una scelta di diritto, moralità, giustizia, sulla scorta dell’art. 3 della Costituzione”.

Anche Virginia Kaladich, presidente Fidae (Federazione istituti attività educative) parla di “documento voluto, atteso e accolto con entusiasmo, finalmente espressione di una voce unica di tutto il Cnsc”. Occorre, avverte, “poter garantire piena libertà di scelta educativa a tutti, anche agli alunni disabili:

si deve promuovere una vera cultura della scuola paritaria affinché il sistema pubblico di istruzione non sia ‘integrato’ solo sulla carta”.

La recente chiusura di “scuole storiche, grave perdita per il patrimonio educativo e culturale del Paese – aggiunge –, dimostra come gli enormi ritardi nell’erogazione dei fondi mettano in ginocchio le nostre realtà”. Dalla presidente Fidae l’annuncio di un momento pubblico in ottobre, organizzato con altre associazioni, per “coinvolgere tutti i componenti della scuola paritaria cattolica”, durante il quale verrà presentato il documento odierno e al quale è stato invitato il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

“Le nostre scuole offrono un servizio pubblico. Per questo continuiamo a chiedere un sistema di convenzionamento pluriennale, almeno triennale, che dia tranquillità e stabilità, nonché la possibilità di una migliore programmazione, ai nostri istituti”,

dichiara Antonio Trani, segretario aggiunto Fism (Federazione italiana scuole materne che accolgono circa il 40% dei bambini italiani), secondo il quale il documento “può costituire un utile strumento di confronto e dibattito anche all’esterno del nostro mondo”.

“Per la prima volta – dice soddisfatto don Massimiliano Sabbadini, presidente Confap (Confederazione nazionale formazione aggiornamento professionale, 26 enti e associazioni per un totale di 285 centri di formazione e 70mila allievi formati ogni anno) –

compare in maniera consistente e ben formulata in un documento ufficiale la formazione professionale, fino ad oggi ‘Cenerentola’ dell’istruzione”.

Un sistema formativo che “Sicilia e Campania hanno visto scomparire, mentre resiste con non poca sofferenza in altre regioni”. Per questo, “vogliamo sia davvero un diritto di tutti potervi accedere sul proprio territorio”.

La formazione professionale “non è istruzione di serie B, bensì capacità di intercettare ragazzi che hanno l’intelligenza nelle mani e di dare dignità alle loro abilità”ma “ha bisogno di un riscatto di dignità. Serve – conclude – una piccola rivoluzione culturale: noi vogliamo essere di stimolo anche a questo”.

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