Bussate e vi sarà aperto: la sfida vinta delle #ParrocchieAperte

Dopo l'appello del Papa, il Sir ha bussato a più di cento parrocchie in una settimana e si può dire che il campione sul territorio fornisca un risultato incoraggiante. Grazie alla collaborazione tra sacerdoti e fedeli, le porte sono davvero aperte all'accoglienza e all'ascolto, con una presenza costante declinata in molteplici modalità. La collaborazione con la Fisc. Grandi numeri sui social

Se qualcuno nutrisse ancora dei dubbi sulla forza, la validità e, soprattutto, la concreta applicazione del brano evangelico di Luca “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”, può mettere da parte il cinismo e fare un bagno di generosità, cliccando su una tra le cento e più testimonianze che sono state raccolte in una sola settimana di campagna #ParrocchieAperte. All’indomani dell’accorato appello di Papa Francesco durante il Giubileo dei diaconi (“A me fa male al cuore quando vedo un orario nelle parrocchie: ‘Dalla tal ora alla tal ora? E poi? Non c’è porta aperta, non c’è prete, non c’è diacono, non c’è laico che riceva la gente… Questo fa male”), il Sir è infatti andato a bussare a più di cento parrocchie in tutta Italia. E ha trovato risposte di misericordia tangibile. L’intento era saggiare come dar seguito a una sollecitazione così impegnativa, ma la realtà è sempre più avanti delle aspirazioni e le parrocchie si sono rivelate già in pista, accoglienti e “senza agenda”. Non che i problemi non ci siano, anzi: dalla necessità di sicurezza e tutela di luoghi e persone (“Ben tre furti tra le 12 e le 15”), fino alla giusta richiesta dei sacerdoti di poter avere il tempo di riprendere fiato (“Non sequestrare il parroco!”), tutto è stato messo sul piatto senza reticenze, nella consapevolezza della fatica di vivere un magistero impegnativo (“Un richiamo alla nostra responsabilità”). Quel che è emerso dalla viva voce dei sacerdoti è però il loro slancio, dato dalla chiarezza del proprio mandato (“Viviamo una chiamata a missione totalizzante”) posto al servizio per gli altri (“Per non ridurre il ministero ad un mestiere”). Due pilastri su cui fioriscono iniziative di presenza costruite con serietà e declinate con creatività, perché le porte si aprono in infiniti modi e l’apporto di laici e operatori pastorali è insostituibile. Insomma, tra la consapevolezza di raccogliere una sfida (“Una scommessa di questo tempo”) e l’esigenza di andare incontro a chi chiede ascolto (“Pastorale del campanello più che del campanile”), l’obiettivo è unanime: “cerchiamo di aiutare il prossimo in modo organizzato” si dice a Sud, per essere “come la fontana del villaggio, cui tutti possono accedere” rilancia il Nord. Così, don Enrico Campino, parroco della chiesa “Santissimo Salvatore” di corso dei Mille a Palermo, la parrocchia di origine di don Pino Puglisi, può affermare che “La nostra chiesa resta aperta senza interruzioni tutti i giorni e tutte le notti, anche a Ferragosto e a Capodanno, grazie al contributo determinante dei laici, perfettamente organizzati con una turnazione rigorosa a cui io, unico sacerdote, faccio da supervisore”. Mentre a Bologna, la parrocchia di Santa Maria Lacrimosa è aperta “dalle 7.30 di mattina alle 19” e il parroco, don Marco Dalla Casa, ha la reperibilità di un cardiochirurgo per la sala operatoria: “Nella segreteria parrocchiale si alternano dei volontari ogni giorno per qualche ora, ma quando non c’è nessuno imposto il trasferimento di chiamata sul mio cellulare e, se non posso rispondere subito, richiamo”. Se poi le porte sono accostate si può sempre citofonare, come accade a Roma: “Di notte in chiesa c’è sempre qualcuno che garantisce la presenza e prega – dice don Massimiliano Nazio, parroco di San Giovanni Battista de La Salle -. Quando si chiudono le porte della chiesa è possibile, attraverso un citofono, segnalare la propria volontà di entrare per pregare”.
Infine, non si può trascurare

il fatto che ai giorni nostri le persone si incontrano anche in altri spazi, non necessariamente fisici ma sempre socializzanti, anzi, social, così la campagna è stata rilanciata su Facebook e Twitter con l’hashtag #ParrocchieAperte ad accompagnare ogni take e ogni parrocchia citata. Anche in questo caso il riscontro ha superato le aspettative.

Tenuto conto che i dati sono parziali e relativi al solo traffico registrato direttamente sui profili gestiti dal Sir e che, quindi, non si considera quello prodotto autonomamente dalle persone che hanno condiviso le varie notizie, le visualizzazioni hanno toccato numeri record. Per quanto riguarda i tweet, un conto forfettario generale colloca le visualizzazioni totali di tutta la campagna ben al di sopra delle 50mila totali. Cifre superiori di dieci volte tanto (una stima di 500mila visualizzazioni) su Facebook, dove i numeri di utenti unici su ogni singolo lancio vedono premiate quelle zone dove si è registrata una partecipazione attiva e condivisa tra diocesi, parrocchie e settimanale Fisc di riferimento. In fondo, nel virtuale come nel reale, sono l’attenzione, la collaborazione, la disponibilità che rendono possibile moltiplicare gli accessi alla Chiesa.

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