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Cebu 2016: in Asia perché rappresenta un “nuovo centro della storia”

Monsignor Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali, illustra l’importanza dell’evento che si svolgerà nelle Filippine dal 24 al 31 gennaio

È tutto pronto a Cebu, nelle Filippine, per il 51° Congresso eucaristico internazionale, in programma dal 24 al 31 gennaio. All’evento sono attesi pellegrini e delegati da più di 70 Paesi del mondo. Quello di Cebu è il secondo Congresso eucaristico internazionale ospitato dalle Filippine, dopo Manila del 1937. Il tema scelto per questa edizione, che segue quella di Dublino del 2012, è “Cristo in voi, speranza della gloria”, tratto dalla lettera di san Paolo ai Colossesi. A illustrare l’importanza di questo evento per la Chiesa e per il continente asiatico è monsignor Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali.

Eccellenza, i Congressi eucaristici internazionali tornano, dopo 79 anni, nelle Filippine e la Chiesa mondiale punta nuovamente lo sguardo sull’Asia…
In anni recenti, l’Asia si è trasformata in uno dei principali motori della crescita mondiale. Dal punto di vista cattolico, tuttavia, essa rimane ancora da evangelizzare perché il Salvatore, nato in Asia, è ancora largamente sconosciuto ai popoli di questo continente. A parte l’eccezione delle Filippine, il cristianesimo in Asia è oggi un “un piccolo resto” anche se composto da minoranze vive e generose.

I dati più recenti dell’Annuario statistico vaticano rivelano che i cattolici asiatici sono 134 milioni, cioè il 3% degli abitanti del loro continente, l’11% dei cattolici del mondo. Ma al di là dei numeri relativamente piccoli, la Chiesa in Asia incarna la sfida di vivere e immaginare il cristianesimo in forme storiche diverse da quelle alle quali siamo abituati in Occidente.

Proprio perché non ha mai vissuto le dinamiche – anche politiche – ereditate dell’impero di Costantino o di Carlo Magno, l’Asia diventa un immenso luogo umano in cui il Vangelo può produrre frutti di novità per la Chiesa universale.

Quanto è difficile proporre oggi un’esperienza come quella dei Congressi eucaristici? E soprattutto farlo in un continente a minoranza cristiana?
In realtà, l’esperienza dei Congressi eucaristici altro non è se non un’esperienza profondamente ecclesiale dell’Eucaristia celebrata, pregata, vissuta, approfondita mediante numerose catechesi e testimonianze caratterizzate dalla loro internazionalità. Con questo spirito, fin dal lontano 1881, i Congressi eucaristici hanno radunato enormi folle di cristiani trasformandosi – fino alla “invenzione” delle Giornate mondiali della gioventù da parte di San Giovanni Paolo II – nell’unica grande occasione per radunare la Chiesa universale nei diversi Paesi del mondo. Ora, nella loro 51° edizione, i Congressi eucaristici internazionali raggiungono le Filippine che sono l’unico Paese dell’Asia a maggioranza cattolica. In questo arcipelago che si estende nel Pacifico, la religione cristiana portata dagli spagnoli si è innestata sulle culture e religioni tradizionali, offrendo un esempio d’inculturazione che non trova uguali in tutta l’Asia.

Su una popolazione di oltre 100 milioni, i cattolici superano la percentuale dell’80% con un numero annuale di battezzati maggiore di quello d’Italia, Francia, Spagna e Polonia messe insieme.

Oltre alle Filippine, il Congresso interessa tutto il continente asiatico dove la missione cristiana passa necessariamente attraverso il dialogo con le diverse culture dei popoli.

Quali sono le attese per l’appuntamento di Cebu?
Cebu City è, in qualche modo, nel cuore dell’Asia orientale e vi potranno confluire soprattutto quei cristiani che, a causa delle distanze e dei costi proibitivi, sono spesso stati esclusi dai grandi eventi internazionali. Ma a Cebu giungeranno pellegrini e delegati da più di 70 Paesi del mondo, nonostante il mese di gennaio sia abitualmente, ad altre latitudini, un tempo d’impegno scolastico e lavorativo. Secondo i dati parziali forniti dal Comitato locale, che organizza l’evento in collaborazione col Pontificio Comitato, al Congresso parteciperanno più di 20 cardinali, circa 200 vescovi, e migliaia di sacerdoti.

Per i pellegrini che non possono permettersi l’albergo si è creato un Comitato di solidarietà e centinaia sono le famiglie che apriranno le loro case per ospitare gli stranieri.

Al di là, poi, delle questioni organizzative, i frutti che si attendono dal Congresso sono: una maggior consapevolezza della centralità dell’Eucaristia nella vita e nella missione della Chiesa e una forte attenzione ai nuovi comportamenti che l’Eucaristia suscita in ambito sociale in vista del bene comune.

Ovvero?
Ora che l’Asia sta diventando un nuovo centro della storia nel mondo contemporaneo, lo svolgimento del 51° Congresso eucaristico nel suo cuore geografico è l’occasione per manifestare in modo luminoso la vocazione speciale della Chiesa locale nel continente come Chiesa della carità, della comunione e della missione. Dato il contesto multi-dimensionale in cui la Chiesa in Asia compie la sua missione, il continente è diventato un campo fertile dove il mistero dell’incarnazione si realizza attraverso un’autentica inculturazione che porta la fede cristiana a un vero dialogo con le varie culture, i popoli e le religioni. La Chiesa universale, che si riunisce a Cebu per celebrare l’Eucaristia, è chiamata a mostrare la maturità del dono per gli altri, dell’ascolto reciproco, della collaborazione concreta affinché la comunità dei fedeli diventi la casa di Dio e dei fratelli in mezzo alle case degli uomini. Affinché si giunga a vivere quel “dialogo della vita” che è punto di partenza per una testimonianza gioiosa del Vangelo.

Cebu è a poco più di due ore di aereo da Hong Kong, Taiwan, Vietnam, e relativamente vicina alla Corea del Sud, al Giappone, all’India e all’Australia. Per presiedere l’evento, Papa Francesco ha nominato come suo rappresentante il cardinale Charles Maun Bo, arcivescovo di Yangon (Birmania). Stiamo parlando di territori che evocano grandi sofferenze per i cristiani…
Fin dalla primitiva evangelizzazione ad opera dei missionari siriani, l’Asia è sempre stata terreno “difficile” per i cristiani. Eppure, proprio in quei Paesi in cui le contrapposizioni e, talvolta, le persecuzioni sono state più forti, oggi la Chiesa conosce una fioritura impensata. Così è stato per il Vietnam, in cui la crescita dei cristiani è esponenziale, perché da 1,9 milioni del 1975 si è giunti a 6,8 milioni di oggi. Così per la Corea del Sud, in cui la prima evangelizzazione si deve a un gruppo di laici; lì la Chiesa si è costruita intorno alle memorie dei martiri ed è diventata uno dei più significativi fenomeni del Paese. Purtroppo, negli ultimi 40 anni il continente ha cercato di forgiare la propria identità basandosi spesso su uno spirito nazionalistico nutrito da sentimenti anti-occidentali.

E la Chiesa cattolica, per la sua dipendenza da regole, finanziamenti e autorità occidentali, continua a essere considerata associata all’Occidente e percepita come un corpo estraneo alla struttura religioso-culturale del Continente.

Da qui la necessità, ben compresa dalla Confederazione delle Conferenze episcopali asiatiche, che i cristiani e le loro strutture s’impegnino sempre più in un cammino d’inculturazione e conducano avanti la loro azione con la modalità fondamentale del dialogo.

Da questo appuntamento quale messaggio di speranza per i popoli dell’Asia?
Molte sono le urgenze che si allineano sull’orizzonte dell’Asia ma non solo: la pace, la giustizia e la solidarietà nei rapporti tra i popoli, la difesa della vita umana. E molte sono le contraddizioni che lo oscurano perché, nonostante il fenomeno della globalizzazione, i più deboli, i più piccoli e i più poveri hanno ben poco da sperare. Ebbene noi andiamo a Cebu a celebrare il 51° Congresso eucaristico internazionale per ricordare che il Signore ha voluto farsi presente con noi nell’Eucaristia per offrirci la promessa di un’umanità rinnovata dal suo amore.

La varietà di culture e di esperienze religiose, la saggezza dei popoli e le loro tradizioni secolari, i modi diversi e concreti di essere umani, sono le “ricchezze” che l’Asia presenta nell’Eucaristia.

Ora, mentre si prepara il banchetto messianico in cui la comunione dei popoli sorpasserà ogni frontiera umana, l’assemblea eucaristica trasforma le diversità culturali, etiche, economiche, politiche e sociali in un rendimento di grazie che orienta verso una nuova civiltà. Qui risplende la speranza dell’Asia e del mondo.

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